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America Latina: tentativi di unità

Creato il 18 marzo 2013 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
America Latina: tentativi di unità

Geopolitica, vol. I, no. 4 (Inverno 2012)

AMERICA LATINA: TENTATIVI DI UNITÀ

(In corso di stampa)

 
L’ultimo decennio ha visto l’America Latina muoversi a grande velocità sulla strada dell’integrazione regionale. Il Mercosur ha inglobato il Venezuela e si prepara a fare lo stesso con la Bolivia. È stata creata l’UNASUR che riunisce tutte le nazioni del Sudamerica. La CELC fa concorrenza all’OAS sul piano pancontinentale, ma esclude significativamente i due paesi anglosassoni. Infine, i paesi più radicali hanno dato vita all’ALBA, un’organizzazione che vuole accelerare l’integrazione riempiendola anche di contenuto politico e sociale. Parallelamente, il tentativo di Washington di creare una zona di libero scambio panamericana sembra, per il momento, fallito. Avranno successo invece i tentativi d’unità dell’America Latina?
274 pp., cartografie b/n

Indice:

EDITORIALE

L’America Latina e l’opportunità del multipolarismo (Tiberio Graziani)

FOCUS

Geopolitica dell’America Latina: continuità e cambiamento (Phil Kelly)
Il processo di integrazione latino-americana: a che punto siamo? (Simona Bottoni)
I fondamenti geopolitici dell’UNASUR (Miguel A. Barrios)
Conferenze Italia-America Latina: verso una comunità “italo-latinoamericana”? (Donato Di Santo)
America Latina: alcune riflessioni sui rapporti con l’Italia (Luigi Maccotta)
Intervista a S.E. Julian Isaias Rodriguez Diaz (Francesco G. Leone, Daniele Scalea)
L’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America: le sfide dell’integrazione sociale (Salim Lamrani)
Verso una restaurazione capitalista nella società cubana? (Mahdi Darius Nazemroaya)
Ecuador: imperativi geopolitici nel nuovo scenario sudamericano (Galo Cruz)
La Bolivia di Morales riacquista sovranità nella nuova geometria multipolare (Filippo Romeo) Peer reviewed
Il Brasile e l’integrazione continentale (Shiguenoli Miyamoto)
L’impero colpisce ancora? La questione delle Falkland/Malvinas e il sistema degli equilibri latinoamericani (Gianluca Pastori) Peer reviewed
Rotta verso sud? Il nuovo ruolo dell’Argentina nel mercato globale degli stupefacenti (Sebastian A. Cutrona)
Il Polo Logistico Antartico Internazionale. In cerca di una guida (Matias A. Magnasco)
La UNASUR e la geopolitica degli spazi marittimi complessi. La necessità di una strategia di sicurezza e di difesa comune (Patricio Carvajal Aravena)
Le opportunità dell’India in America Latina (Come Carpentier de Gourdon)

ORIZZONTI

Il fenomeno dell’UCK: dalla guerriglia alla politica (Katarina Lazic) Peer reviewed
Progetti e potenzialità dell’Expo 2017 di Astana (Giuliano Luongo)
La transizione dei Balcani occidentali: la prospettiva europea tra modernità e conservazione, sviluppo e arretratezza (Saverio Francesco Massari) Peer reviewed
L’Unione Eurasiatica e l’economia della conoscenza (Nazhen T. Sarsembekov)

RECENSIONI

Arabesque américaine. Le role de Etats-Unis dans les révoltes de la rue arabe di A. Bensaada (Dario Citati)
Morire di democrazia. Tra derive autoritarie e populismo di S. Romano (Daniele Scalea)

 

Autori:

MIGUEL ÁNGEL BARRIOS Professore del Instituto de Servicio Exterior della Cancelleria della Repubblica Argentina
SIMONA BOTTONI Ricercatrice associata dell’IsAG
CÔME CARPENTIER DE GOURDON Presidente del Consiglio Editoriale di “World Affairs” (India)
PATRICIO CARVAJAL ARAVENA Professore associato di Storia moderna e contemporanea all’Universidad Playa Ancha (Cile)
GALO CRUZ Direttore del Centro di Studi Strategici della Scuola Politecnica dell’Esercito della Repubblica dell’Ecuador (ESPE). Ha coordinato la redazione del Libro Bianco della Difesa Nazionale dell’Ecuador (2012)
SEBASTIÁN ANTONINO CUTRONA Fulbright scholar argentino, dottorando in Studi internazionali (University of Miami)
DONATO DI SANTO Coordinatore ad honorem delle Conferenze Italia-America Latina; sottosegretario agli Esteri con delega per l’America Latina nel Governo Prodi II
TIBERIO GRAZIANI Presidente dell’IsAG, direttore di “Geopolitica”
PHIL KELLY Professore di Scienze politiche, Emporia State University (USA)
SALIM LAMRANI Maître de conférences in Studi iberici e latino-americani (Université de la Réunion)
KATARINA LAZIC Dottoressa magistrale in Intermediazione culturale (Università per Stranieri di Perugia)
GIULIANO LUONGO Ricercatore associato dell’IsAG
LUIGI MACCOTTA Vice-direttore generale per la mondializzazione e le questioni globali, Direttore centrale per i paesi dell’America Latina
MATÍAS A. MAGNASCO Direttore del programma di Geopolitica, Centro Argentino di Studi Internazionali (CAEI)
SAVERIO FRANCESCO MASSARI Dottore di ricerca in Cooperazione internazionale e politiche di sviluppo sostenibile (Università di Bologna)
SHIGUENOLI MIYAMOTO Professore (in pensione) presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Statale di Campinas (Brasile)
MAHDI DARIUS NAZEMROAYA Ricercatore associato al Centre for Research on Globalization
GIANLUCA PASTORI Professore aggregato di Storia delle relazioni politiche tra il Nord America e l’Europa (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano)
JULIÁN ISAÍAS RODRÍGUEZ DIAZ Ambasciatore della Repubblica Bolivariana del Venezuela in Italia
FILIPPO ROMEO Ricercatore associato dell’IsAG
NAZHEN T. SARSEMBEKOV Vicepresidente del Comitato Innovazione del partito “Nur Otan”, Kazakhstan

 

Sommari degli articoli:

I fondamenti geopolitici dell’UNASUR
MIGUEL ÁNGEL BARRIOS

Il 10 marzo 2009 si è per la prima volta riunito il Consiglio Sudamericano di Difesa, istituito dalle nazioni sudamericane riunite nell’UNASUR. Quest’organismo può consentire al Sudamerica di sostituire alla narrazione esterna proprie concezioni strategiche. Tra esse, spicca la coscienza che per essere protagonisti nel nuovo contesto internazionale bisogna essere uno Stato continentale e industriale, e che dunque l’integrazione strategica, che pure non cancelli le singole statualità, è necessaria al Sudamerica. L’UNASUR è l’embrione di questo Stato continentale, il quale, se realizzato, non farebbe altro che ricostituire l’originaria unità ibero-americana, integrandovi pure la realtà lusofona del Brasile. Esiste una lunga tradizione di pan-latinoamericanismo su cui costruire questa nuova integrazione.

Il processo di integrazione latino-americana. A che punto siamo?
SIMONA BOTTONI

L’articolo descrive le principale tappe del processo dell’integrazione latinoamericana, individuandone le criticità, politiche, economiche e infrastrutturali. A questo scopo sono passati in rassegna i principali organismi che nel corso di oltre settanta anni hanno concorso e tuttora concorrono al tentativo dell’unità continentale. Vengono analizzati i momenti di accelerazione e di stallo del difficoltoso processo integrativo anche in relazione alle diversificate realtà nazionali dei vari Paesi latinoamericani.

Le opportunità dell’India in America Latina
CÔME CARPENTIER DE GOURDON

Malgrado la distanza geografica, l’India e l’America Latina hanno un legame storico tramite la comune esperienza del colonialismo. Similitudini si ritrovano nelle teorie dei pensatori nazionalisti o nella ricerca di una “terza via” durante la Guerra Fredda, ed oggi India e America Latina collaborano per una revisione dell’ordine economico internazionale più favorevole al Sud del mondo e meno ostaggio dell’egemonia occidentale. Non mancano nemmeno le reciproche influenze culturali, e sul piano politico-strategico l’India avrebbe molto da imparare dal Brasile, che sta riuscendo a integrare il proprio subcontinente ponendosi in maniera cooperativa coi vicini più piccoli.

La UNASUR e la geopolitica degli spazi marittimi complessi. La necessità di una strategia di sicurezza e di difesa comune
PATRICIO CARVAJAL ARAVENA

La geopolitica e le sfide del XXI secolo impongono all’America Latina di elaborare una strategia di sicurezza e di difesa comune. Un’utile base possono essere le idee dell’argentino Carlos Escudé sul realismo periferisco e del brasiliano M. Santos sull’emergere di nuove potenze regionali dopo la fine della Guerra Fredda. La strategia marittima latinoamericana, sulla scia anche del pensiero d’illustri ammiragli locali, dev’essere improntata all’integrazione per tenere testa alle grandi potenze mondiali e controllare le rotte dell’Atlantico del Sud e del Pacifico del Sud. Un primo passo potrebbe essere l’integrazione delle marine di Argentina, Brasile e Cile, che sono anche le più forti del continente.

Ecuador: imperativi geopolitici nel nuovo scenario sudamericano
GALO CRUZ

La geopolitica ha abbandonato la sua sfera determinista, e al momento costituisce uno degli argomenti utilizzati dagli statisti per prendere decisioni in ambiti complessi ed incerti. È possibile che la Repubblica dell’Ecuador sia uno degli Stati che ha risentito bruscamente dei mutamenti avvenuti nello scenario geostrategico; è così che passò dall’essere considerato una “isola di pace” a una “piattaforma del crimine organizzato”. In questo articolo si analizzano gli antecedenti storici e gli aspetti di congiuntura strategica che hanno inciso su questa situazione, per poi avanzare una proposta di linea geopolitica in riferimento agli imperativi che l’Ecuador dovrà osservare per tutelare i suoi interessi nazionali.

Rotta verso sud? Il nuovo ruolo dell’Argentina nel mercato globale degli stupefacenti
SEBASTIÁN ANTONINO CUTRONA

Il ruolo dell’Argentina all’interno dell’industria mondiale degli stupefacenti è drammaticamente cambiato dalla crisi economica del 2001. Prove empiriche suggeriscono che l’Argentina non sia più una nazione di passaggio per i narcotici. Da un lato i livelli crescenti di diffusione e varietà del consumo di droghe hanno considerevolmente aumentato la domanda di narcotici. Dall’altro, la grande disponibilità di precursori chimici, la costituzione di un’ampia rete di laboratori clandestini che producono cocaina e droghe legate a stimolanti di tipo anfetamine, l’emergere dell’industria del paco, insieme alla nascita di molti gruppi criminali organizzati, hanno alimentato lo sviluppo di una fiorente industria produttiva. Nonostante la natura mutevole del traffico di droga in Argentina, lo Stato ha a malapena risposto a queste nuove sfide. Infatti l’agenda politica argentina si concentra quasi esclusivamente sulla promozione di un approccio alternativo al regime di proibizione globale delle droghe promosso dagli Stati Uniti.

Conferenze Italia-America Latina: verso una comunità “italo-latinoamericana”?
DONATO DI SANTO

Da alcuni anni il nostro paese si è dotato di uno strumento di politica estera denominato Conferenze Italia-America latina: è forse la prima volta, almeno dagli anni ’60 (creazione dell’IILA), che uno strumento stabile, incardinato nel Ministero degli Affari Esteri, e fondato su uno spirito bipartisan di sistema-paese, viene costituito in Italia. La creazione dell’IILA prefigurò una “comunità italo-latinoamericana” che non riuscì però a germogliare. Dopo quarant’anni, il Governo Prodi II rilanciò con decisione la politica italiana verso l’America Latina, valorizzando lo strumento delle Conferenze Italia-America Latina. Se il governo italiano che uscirà dalla consultazione elettorale d’inizio anno lo vorrà, potrà immediatamente utilizzare il lavoro preparatorio realizzato in questo periodo e fare della VI Conferenza dell’autunno 2013 una tappa importante del rilancio della politica estera italiana verso e con l’America latina.

L’America Latina e l’opportunità del multipolarismo
TIBERIO GRAZIANI

Il multipolarismo costituisce per i paesi emergenti una occasione per aumentare i propri gradi di libertà nell’agone internazionale. Le classi dirigenti di importanti paesi quali il Brasile, la Russia, l’India e la Cina hanno compreso che l’opzione dell’integrazione a vari livelli, da quello economico a quello più propriamente politico, è da preferirsi ai fini dei singoli specifici interessi nazionali. Le nuove politiche estere di questi paesi, raggruppati nel cluster geoeconomico denominato BRICS, incidono sempre maggiormente nella strutturazione del nuovo scenario multipolare che si va vieppiù delineando nei termini di grandi aggregati continentali. I tentativi di integrazione su base continentale procedono in particolare nella massa eurasiatica con un certo successo; un esempio è rappresentato certamente dalla recente Unione eurasiatica tra Bielorussia, Russia e Kazakhstan.. La possibilità che anche le nazioni dell’America centro meridionale diventino protagoniste del nuovo ordine mondiale sembra aver risvegliato l’interesse delle più importanti leadership latinoamericane per implementare il processo dell’unificazione del proprio subcontinente.

Geopolitica dell’America Latina: continuità e cambiamento
PHIL KELLY

Nell’ambito del modello classico o modernista, l’Autore propone in primo luogo una definizione condivisa di geopolitica, quindi si prefigge di descrivere sette elementi di continuità nell’ambito del contesto geopolitico dell’America Latina, che contribuiranno a spiegare i parametri del termine e della regione. Le sette descrizioni includeranno: le tre Americhe, scacchiere ed aree di frantumazione (“checkerboards” e “shatterboards”), il presunto espansionismo brasiliano, il Sud America come zona di pace, la predisposizione della regione a sperimentazioni teoriche, le dispute tra i più importanti scrittori del Sud America e l’adeguatezza del dibattito tradizionale alla geopolitica dell’America Latina. Tre osservazioni in merito al recente mutamento delle caratteristiche di cui sopra concluderanno la discussione.

L’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America: le sfide dell’integrazione sociale
SALIM LAMRANI

L’ALBA, un’organizzazione latinoamericana che mira all’integrazione continentale, si distingue per il suo impegno nel campo del sociale. In quest’articolo si cerca di stabilire un panorama globale dell’azione dell’ALBA insistendo in particolare su due programmi sociali e umanitari. Il primo è l’Operazione «Milagro», rivolto alle persone con deficit della vista, e il secondo il programma «Yo, sì puedo» per l’alfabetizzazione degli adulti. I due programmi hanno coinvolto e beneficiato centinaia di migliaia di persone in America Latina. Il loro successo è stato garantito dalle risorse economiche venezuelane e dalle competenze mediche ed educative cubane.

Il fenomeno UÇK: dalla guerriglia alla politica
KATARINA LAZIC

L’Esercito di liberazione del Kosovo (Uçk) è stata un’organizzazione paramilitare che ha mosso i suoi primi passi nel conflitto in Bosnia nei primi anni Novanta, per poi essere protagonista della conquista dell’indipendenza del Kosovo. Dopo la guerra è entrata sia nelle forze dell’ordine sia nella politica del nuovo Stato. Ma alcuni membri appartenenti alla disciolta Uçk sono anche divenuti personaggi di spicco d’una solida rete criminale. La peculiarità del caso Uçk è che, da piccolo gruppo terroristico qual era considerato anche in Occidente per gran parte degli anni ’90, è divenuto un interlocutore di buona parte della comunità internazionale e creatore d’un nuovo Stato riconosciuto da numerosi paesi. L’analisi del caso Kosovo e del caso Uçk rivela anche quanto sia importante considerare, per la pacificazione post-bellica in contesto di guerra tra etnie, il peso che il conflitto permette d’acquisire alla criminalità organizzata.

Progetti e potenzialità dell’Expo 2017 di Astana
GIULIANO LUONGO

La delibera dell’Assemblea del Bureau of International Expositions (BIE), avvenuta nel novembre del 2012, ha assegnato la preparazione dell’Expo 2017 ad Astana, capitale del Kazakhstan. L’evento sembra porsi come un fatto cardine nella strategia di sviluppo economico e industriale del Paese il quale, nel caso riuscisse a sfruttarne appieno la scia e le potenzialità nell’ambito del potenziamento delle partnerships internazionali con enti governativi esteri e multinazionali, avrebbe sotto mano la possibilità per tradurre in pratica buona parte dei numerosi proclami politici. In questo breve articolo sono descritti i primi passi – istituzionali e non – fatti dal governo e dalle autorità kazake per l’avvio delle procedure di organizzazione, e si conclude con alcune considerazioni sulla realizzabilità delle stesse e sul peso politico dell’evento.

America Latina. Alcune riflessioni sui rapporti con l’Italia
LUIGI MACCOTTA

I paesi dell’America Latina si aspettano dall’Italia un sostegno alla crescita in atto, alla modernizzazione della loro base produttiva, alla diffusione del benessere a quelle fasce di popolazione che ancora ne sono escluse, al consolidamento della sicurezza democratica; si aspettano inoltre una collaborazione paritaria che vada oltre i rapporti bilaterali e affronti tutti i grandi temi globali. L’Italia ha, per soddisfare queste richieste, tutta una serie di strumenti, potendo agire nell’IILA, nell’Unione Europea, nei Vertici Iberoamericani, nell’OSA, nelle banche di sviluppo. La presenza istituzionale dell’Italia in America Latina è solida e ben articolata, al pari di quella dell’imprenditoria nazionale: a fare difetto è solo una vera e propria strategia-paese.

Il Polo Logistico Antartico Internazionale. In cerca di una guida
MATÍAS A. MAGNASCO

La logistica è un elemento essenziale nelle operazioni antartiche, e per tale ragione l’Argentina ha deciso la costruzione del Polo Logistico Antartico Internazionale, che prevede la realizzazione del Molo Navale e delle relative infrastrutture nella città di Ushuaia, nella Terra del Fuoco. Nel 2041 scadrà il Trattato Antartico, che mantiene congelate le varie rivendicazioni nazionali sul continente del Polo Sud, importante come riserva d’acqua, biodiversità e varie altre risorse strategiche.

La transizione dei Balcani occidentali: la prospettiva europea tra modernità e conservazione, sviluppo e arretratezza
SAVERIO FRANCESCO MASSARI

Nei Balcani Occidentali la fase di transizione dal socialismo al libero mercato è stata ed è percorsa da problematiche inter-nazionali ed intra-nazionali, che si possono comprendere guardando al nodo del contrasto tra modernità e tradizione. La globalizzazione post-moderna ha posto gli Stati nazionali di fronte ai problemi della convivenza tra etnie, della legittimazione democratica, della tutela delle minoranze. La pressione esercitata da questo passaggio, in concomitanza col crollare dei paradigmi ideologici ed economici, ha generato nei Balcani Occidentali un richiamo all’identitarismo etnico. La possibile soluzione è un nuovo modello di governance sovra-nazionale, cooperativo e democratico, ispirato all’Unione Europea ma senza necessariamente un pedissequo riproporsi di strutture estranee senza adattarle alle società di destinazione.

Il Brasile e l’integrazione continentale
SHIGUENOLI MIYAMOTO

L’articolo tratta della politica estera brasiliana rivolta al continente sudamericano. Essa enfatizza le relazioni multilaterali, attraverso varie iniziative volte all’integrazione regionale, e cerca di verificare in quale misura l’integrazione sudamericana è, o continuerà ad essere, uno degli elementi principali di azione brasiliana in questa parte del mondo. Malgrado l’enfasi sull’integrazione sudamericana, tuttavia, il vero obiettivo prioritario della politica estera brasiliana appare il riconoscimento del Brasile quale grande potenza a livello mondiale. La produzione di questo testo ha avuto la collaborazione del Consiglio Nazionale di Sviluppo Scientifico e Tecnologico (CNPq) attraverso la borsa di studio di ricerca Produttività nella ricerca (1B), concessa all’autore.

Verso una restaurazione capitalista nella società cubana?
MAHDI DARIUS NAZEMROAYA

È in corso un dibattito esterno sul futuro del comunismo cubano. Cuba è riuscita a evitare la ristrutturazione neoliberale post-Guerra Fredda che ha travolto il blocco orientale. Cuba, tuttavia, non ha potuto evitare di fare riforme della sua struttura socio-economica, nel tentativo di acclimatarsi all’interno del nuovo ambiente geo-politico. Le riforme de L’Avana sembrano aver minato la struttura normativa comunista della società e la base morale del comunismo cubano. I Cubani potrebbero essersi incamminati sullo stesso percorso di restaurazione capitalista della Cina. Le previsioni di quanti prevedevano che il comunismo cubano sarebbe crollato negli anni ‘90 si sono rivelate sbagliate ed è per questo che sono necessarie ulteriori ricerche.

L’impero colpisce ancora? La questione delle Falkland/Malvinas e il sistema degli equilibri latinoamericani
GIANLUCA PASTORI

Il recente ritorno dello scontro sulla sovranità sulle isole Falkland/Malvinas è normalmente attribuito alla scoperta di consistenti riserve petrolifere. In realtà la dimensione energetica costituisce solo una fra quelle che confluiscono nella vicenda, e l’apparente emergere di un blocco regionale a sostegno delle rivendicazioni argentine maschera solo in parte le ambizioni confliggenti esistenti fra i maggiori attori regionali. Un’ipotetica soluzione del contenzioso in favore di Buenos Aires rischierebbe di avere pesanti ricadute sul sistema degli equilibri regionali, rimettendo in discussione la posizione di egemone in pectore del Brasile e riattizzando la rivalità fra Argentina e Cile. Sullo sfondo di questo scenario si staglia la posizione statunitense. Da una parte Washington vuole ridurre il proprio profilo nella regione, puntando su una strategia di moral suasion e sulla ricerca di canali di collaborazione con una serie di interlocutori privilegiati, dall’altra desidera difendere a tutti i costi la tradizionale “relazione speciale” con Londra.

Intervista a S.E. Isaías Rodríguez
JULIÁN ISAÍAS RODRÍGUEZ DIAZ

Intervista a cura di Daniele Scalea, direttore generale dell’IsAG, e Francesco G. Leone, direttore del programma “America Latina” dell’IsAG. S.E. l’Ambasciatore Isaías Rodríguez, già Vice-Presidente e poi Procuratore Generale della Repubblica Bolivariana del Venezuela, esprime la sua opinione sullo stato di salute dell’ALBA, le sue vulnerabilità e prospettive, la minaccia alla democrazia in America Latina e i rimedi per fronteggiarla. La presente intervista è stata realizzata l’8 febbraio 2013.

La Bolivia di Morales riacquista sovranità nella nuova geometria multipolare
FILIPPO ROMEO

L’attuale momento di transizione da mondo unipolare a guida statunitense a mondo multipolare, meglio noto come uni-multipolarismo, ha rimescolato gli equilibri geopolitici su scala mondiale, “democratizzando” il sistema delle relazioni internazionali. In questo nuovo scenario, l’America Latina si appresta ad abbandonare quello stato di marginalizzazione e irrilevanza che fino ad ora l’ha contraddistinta e a ritagliarsi un ruolo da protagonista nello scacchiere globale. Emblematico è l’esempio della Bolivia che, da piccolo attore da sempre ai margini del confronto internazionale, irrompe sulla scena creandosi un proprio spazio e conquistando una sovranità nazionale per lunghi anni negata e svenduta dai governi di La Paz.

L’Unione Eurasiatica e l’economia della conoscenza
NAZHEN T. SARSEMBEKOV

In questo articolo vengono presi in considerazione i problemi di sviluppo dell’economia della conoscenza e il miglioramento del sistema educativo dei paesi EurAsEC. L’unione doganale e lo spazio economico comune di Russia, Bielorussia e Kazakhstan creano le condizioni favorevoli per la realizzazione di programmi industriali e innovativi volti a migliorare la competitività dei prodotti e dei servizi, contribuendo alla promozione del capitale umano, alla crescita del personale ingegneristico, tecnico e degli operai specializzati. I tre paesi devono però prestare maggiore attenzione allo sviluppo del capitale umano con nuove politiche in campo educativo.


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