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American Beauty

Creato il 04 dicembre 2014 da Jeanjacques
American Beauty
A undici anni è iniziata la mia vera passione cinefila, oltre che la mia terribile smania al collezionismo di dvd - e qui dimostro la mia arretratezza economica, perché fino a oggi, quattro dicembre 2014, non mi sono ancora attrezzato coi fantomatici blu-ray. In quel periodo era uscito col corriere della sera una raccolta di dvd, a detta di chi aveva realizzato quella raccolta, come i titoli più importanti degli ultimi vent'anni. E per qualche motivo io mi ero interessato alla cosa e avevo voluto prenderne alcuni. Credo fosse per un errore di mia mamma, che me li comprava tornando da lavoro, ma al posto di un film di Spielberg (alle medio lo adoravo!), che credo fosse proprio Il colore viola, comprò questo American Beauty. All'inizio c'ero rimasto un poco male ma, ehi, ragazzi, si tratta di un film che ha come copertina la pancia nuda di una donna, qualunque bamboccio abbastanza ingenuo ne sarebbe rimasto abbastanza ammaliato, e così finii per vederlo. Complice anche il fatto di essere ancora troppo giovane, quindi non so quanto mi abbia fatto bene vedere un film simile senza guida, insieme ad altri motivi, ma mi piacque moltissimo e per un breve tempo fu addirittura il mio film preferito. Certo, col tempo l'ho drasticamente ridimensionato ma, nonostante tutto, tutt'oggi lo ritengo un bellissimo film. Non un capolavoro e forse ammetto che poteva essere meglio strutturato sui certe tematica, ma rimane lo stesso una pellicola davvero degna di essere vista.

Lester Burnham è un uomo americano molto medio dalla vita insoddisfacente. Sua moglie lo ignora e la figlia non lo rispetta, e pure sul lavoro le cose non vanno benissimo. Un giorno però, nel vedere lo spettacolo di ballo della figlia, si innamora della sua migliore amica e, da quel giorno decide di rivoluzionare la propria vita. Ma la libertà esige un prezzo troppo salato da pagare...Credo che, per quanto possa apparire bella dall'esterno, alla fine la vita sia una merda per tutti. Basta vedere tutti quei vip che sembrano avere tutto, successo, soldi, fama, il lavoro dei loro sogni, belle donne... e alla fine sono tutti alcolizzati, dipendenti da qualche droga o, peggio, finiscono per suicidarsi. E perché devo farlo? Questa è la prima domanda che mi viene in mente, Perché devono essere così tristi se al mondo c'è gente che sta peggio di loro? E fra la gente 'normale' non è che vada molto meglio. Per quella che può essere la mia piccola esperienza personale, tutti sono insoddisfatti. Tutti vogliono qualcosa di più e tutti, alle volte, sembrano essere tristi per un motivo che, in fondo, nemmeno loro conoscono. Lester Burnham invece il suo motivo lo conosce bene, per certi versi. Sente che la vita non gli appartiene, che è incolore e non gli dà più nessuna emozione. Ricordo una battuta di Rat-man dove, una vecchia coppia, diceva alla moglie dell'ispettore Brakko: "All'inizio anche noi eravamo tutta passione e sesso, ma col tempo abbiamo instaurato un qualcosa di ben più profondo... no, non l'amore. La noia." E forse è vero. Mano a mano tutto sembra perdere quello che poteva avere nel momento in cui l'avevamo conquistato, il tempo sembra mettere una linea che può essere quella della creazione o della distruzione. Nel caso di Lester, questo limite è unicamente distruttivo, perché invecchia, non è più un giovane e le sue possibilità di rifarsi una vita sembrano sempre più esigue una volta che gli anta sono prepotentemente entrati a far parte della tua vita. American beauty è quindi un film che parla di rinascita, di voglia di vivere nuovamente e di ricercare una nuova linfa da dare a un'esistenza che ha smesso di dire tante cose molto tempo fa. Parte quindi come una commedia, grazie anche ai dialoghi davvero assurdi imbastiti dallo sceneggiatore Alan Ball (che poi andrà a creare True blood, mi dicono), ma è un ridere amaro. Perché nonostante in alcuni punti parta la risata, non è mai liberatoria. E' un qualcosa di amaro che assomiglia maggiormente alla sconfitta, perché se tutto quello in cui credevamo (famiglia, lavoro, amore e via dicendo) viene demolito con così tanta facilità da farlo apparire come nulla, allora a che serviva? E forse siamo circondati dal nulla, forse tutto quello di cui sembravamo necessitare è in realtà irrilevante. Lester infatti si dà alla palestra, ritorna a fumare spinelli, compra nuovamente tutti i cd della sua adolescenza e vede sempre più vicina la possibilità di farsi quell'amica di sua figlia che sembra aver risvegliato qualcosa in lui. La prima parte sembra quindi essere la più solare e lo sceneggiatore Alan Ball ci mostra questa risalita del suo piccolo uomo medio moderno con tutta l'ironia necessaria. Ma non è da meno Sam Mendes, qui alla sua prima regia cinematografica dopo una lunga esperienza nel teatro, ma a differenza di un certo Kenneth Branagh dimostra di essere totalmente a conoscenza dei sistemi della settima arte, non confondendo i due media espressivi. Infatti tutto il film ha un ottimo ritmo, non c'è un attimo di noia ed offre delle soluzioni visive davvero interessanti, senza mai sfociare nel mero manierismo - mi viene in mente quella del primo incontro fra il protagonista e la biondocrinuta liceale, gestita davvero benissimo. Così come è gestita molto bene la seconda parte, più cupa e forse con qualche semplicismo di troppo, dove ha origina tutta la distruzione. Perché Lester ha rotto un sistema molto delicato e ogni azione comporta una reazione. E la vera consapevolezza delle cose, purtroppo, avviene quando è troppo tardi. Suona brutto dirlo, proprio per via delle mille parodie che ne hanno fatto, ma noi umani siamo davvero come una busta di plastica scossa dal vento. La vita ha i suoi fatti e ci spinge in giro, e a noi non resta altro da fare che ballare. Perché le delusioni sono inevitabili, le disgrazie accadranno sempre e avremo in ogni momento un sacco di rimpianti. Vivere ci imprime in un ruolo con degli specifici obblighi e doveri che ci possono davvero castrare. Ma forse la libertà è solo un'illusione, che tua sia un uomo normale o uno dei vip di cui sopra. Perché alle volte non si è liberi quando lo si è veramente, ma quando ci si sente tali.

Per me un film davvero molto bello, con degli attori da urlo, tutti perfettamente in parte. Ma poi, perché la bravissima (e bellissima!) Thora Birch non la si è più vita in giro?Voto: ★★★★

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