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American Horror Story: Asylum

Da In Central Perk @InCentralPerk
Quando i film si fanno ad episodi.
Dopo la conclusione a sorpresa della prima stagione in molti, me compresa, si chiedevano cosa Ryan Murphy e Brad Falchuk si sarebbero inventati per proseguire nella già confermata seconda.
Il duo ha avuto un'idea geniale: abbandonare la ormai trapassata famiglia Harmon, stravolgere interamente la trama e ripartire da zero.
Ecco quindi arrivare American Horror Story: Asylum, pronto a sconvolgerci e a infestare le nostre notti.
L'inizio non è dei migliori, va detto, con episodi che per quanto dissemino temi interessanti, affondano in alcuni classici e stereotipati cliché: rapimenti di alieni, possessioni di Satana, torture ed esperimenti nazisti, l'arretratezza della Chiesa... Ma poi, a poco a poco, tutto si frulla in un mix coinvolgente, grazie ad una trama e a dei protagonisti di alto livello.
American Horror Story: Asylum
1964. Lana Winters è una giornalista alla ricerca de La storia, decide quindi di andare in visita al manicomio Briarcliff per intervistare il serial killer del momento, Kit Walker, conosciuto come Bloody Face, accusato di aver ucciso e scuoiato numerose donne, tra cui la moglie di colore.
Una volta entrata nel manicomio, però, Lana non ne uscirà. Suor Jude non è infatti intenzionata a veder crollare il suo controllo, messo a rischio da una ficcanaso qualunque che decide di internare e di curare per la sua omosessualità. Inizia l'inferno, non solo per Lana ma anche per noi, travolti da un ciclone che comprende doppi giochi, dottori pazzi che sperimentano su creature inermi e una suora (la pura Mary Eunice) di cui si impossessa Satana, trasformandola in modo irreparabile e demoniaco. In tutto questo la figura del Dr. Oliver Thredson sembra l'unico, inizialmente, a tenere alla sorte di Kit e Lana. Da questo inferno tenteranno più volte di fuggire, sempre invano, in un crescendo di risvolti impensabili e improvvisi.
Di più non va rivelato, per non rovinare nessuna sorpresa.
American Horror Story: Asylum
Quello che va detto, e ripetuto, è che questa seconda stagione -anche se tecnicamente, siamo in una nuova serie- è più solida, più interessante e più intensa della prima.
La regia si conferma infatti ottima, così diversa dal solito con la musica che gli fa da contrappunto e dei costumi meravigliosi, e il cast in parte ripreso dalla prima stagione (vedi la stupefacente Jessica Lange, Zachary Quinto e Evan Peters)e con new entry da tenere d'occhio (ovvero Sarah Paulson, Lily Rabe e Lizzie Brocheré) è di quelli da brividi -unico neo, forse, Josefh Fiennes. E Pure i flashfoward che portano ai giorni nostri e che inizialmente sembrano scollegati (e dove fa il suo esordio Adam "Maroon 5" Levine), finiscono, proprio nel finale, per essere fondamentali creando uno degli episodi più intensi.
American Horror story cambia, quindi, ma si migliora e non si snatura.
L'attesa ora per la terza stagione è, giustamente, alle stelle!
American Horror Story: Asylum
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