E siamo arrivati all’ultimo visione delle serie uscite ieri e per fortuna direi. La prime puntate stanno quasi per ultimare, manca The Walking Dead domenica e poi un po’ di riposo dalle premiere e dai pilot. American Horror Story, comunque, rimane come sempre un grande piacere. Forse la serie tv che attualmente dimostra di avere più “classe” rispetto alle altre. Un’eleganza, uno stile e una poesia difficilmente riscontrabili nelle serie tv, ma che AHS mantiene inalterato da tre stagioni. Tre storie completamente scollegate tra loro, fatto salvo per gli attori che passano da buoni a cattivi con estrema facilità. La prima ambientata in una casa stregata, la seconda in un manicomio e questa terza stagione in un collegio per streghe. AHS continua ad analizzare gli elementi dell’horror a stelle e strisce con grande classe e disinvoltura.
Protagonista di questa stagione è Taissa Farmiga, che aveva partecipato anche alla prima come co-protagonista e aveva saltato la seconda stagione. L’inizio con lei che si fa “smazzingare” da uno a caso mi ha riportato con la mente a Bling Ring, ma subito dopo mi sono chiesto…ma ‘ste scene di sesso così esplicito con questa che è una ragazzina? Poi ho scoperto che Taissa che pare avere circa 16 anni, in realtà ne ha 19…il che non è che cambia tanto, però vabbè. La giovane Taissa scopre durante l’atto di avere uno strano “dono”: ammazza gli uomini con il sesso…ho sempre pensato fosse il modo migliore per andarsene, ma eviterei il sangue che esce da naso e occhi, please. La madre le spiega che sua nonna era una strega e la cosa solitamente salta una generazione, così viene spedita a New Orleans dove c’è un collegio per “ragazze dotate”, come direbbe il Professor X. Lì incontra altre tre ragazze con i loro rispettivi poteri e la direttrice. C’è anche, ovviamente, Jessica Lange nella parte della Suprema, una strega che concentra in se più poteri e appare una volta per generazione.
Elettrizzante la presenza nel cast di Kathy Bates, icona dell’horror, nella parte di una ricca donna dell’800 che usava incatenare alcuni schiavi neri per particolari “esperimenti” e per produrre il suo siero della giovinezza. Ovviamente sempre presente anche Peter Evans, co-protagonista della passata stagione. La prima puntata risponde anche al quesito che molti di noi si chiedevano: Lily Rabe sarà rimasta così incredibilmente bella? Ebbene sì, poco da fare.La prima puntata è veramente bella, benché non ci dica assolutamente nulla della storia in cui ci stiamo per immergere ma funge da presentazione per i vari personaggi, come sempre ben caratterizzati. Aspettiamo l’arrivo di Zachary Quinto, anche se non compare nel cast durante la sigla d’apertura, ma sopratutto di Alexandra Breckenridge versione sexy maid nella prima stagione della serie e che quest’anno dovrebbe tornare in scena.
A metà serie.