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American Hustle

Creato il 18 gennaio 2014 da Valeria Polverino @missvalesbooks
American Hustle
Buongiorno Booklovers!Dopo qualche mese di pausa torna l'appuntamento con Un libro un film. Oggi ho scelto il romanzo Il re della truffa di Robert W. Greene edito da Sperling & Kupfler. Da questo libro é stato tratto il film American Hustle, con un cast stellare magistralmente diretto da David O. Russel: Bradley Cooper (come attore l'apprezzo sempre di più, davvero molto bravo), Amy Danes (chi non la ricorda protagonista nel film Disney Come per incanto?), Jennifer Lawrence (strabiliante, per questa interpretazione merita di nuovo l'Oscar) e Christian Bale (un solo aggettivo, fenomenale).


American Hustle

Solo un truffatore può incastrare altri truffatori. Questo deve aver pensato l’FBI quando, nel 1977, dopo aver catturato Mel Weinberg, un imbroglione così abile che era riuscito a lasciarsi alle spalle l’infanzia povera a Brooklyn ed ad entrare nel gotha della finanza internazionale, lo ha “convinto” a passare dall’altra parte. Spettò a lui il compito di organizzare uno dei più complicati e delicati raggi- ri di tutti i tempi, l’operazione Abscam, che doveva smascherare la corruzione negli alti ranghi della politica. Nel mirino degli investigatori erano senatori e deputati sensibili al fascino delle mazzette e ai favori della mafia. Tra colpi di scena, fughe di notizie e scuse improbabili, lentezze burocratiche e ingenuità dell’FBI, Weinberg lavora con scrupolo da maestro alla realizzazione del suo piano. Il reporter investigativo Robert W. Greene, due volte premio Pulitzer, racconta con brio lo scandalo che ha messo nel sacco il fiore della politica americana. Al centro della sua ricostruzione la figura irresistibile di Mel Weinberg, amante del gioco e delle donne, gran conoscitore delle debolezze umane, infaticabile bugiardo, che ha saputo fare della sua unica arte, la truffa, un onesto capolavoro.American Hustle
Nel film il protagonista si chiama Irving Rosenfeld (Bale), un truffatore che per anni aveva guadagnato promettendo a persone disperate cifre grosse in cambio di cifre piccole senza mai corrispondere nulla, incastrato assieme alla sua socia e compagna Sydney Prosser (Danes) e costretto dall'agente Richie DiMaso (Cooper) ad aiutare l'FBI nell'organizzazione di una truffa ai danni di politici e mafiosi. Quello che nessuno aveva calcolato era però la devastante presenza della vera moglie di Irving (Lawrence) un ingestibile tornado di problemi.La storia che David O. Russel rifiuta subito qualsiasi realismo storico in stile Argo e si getta a capofitto nel tunnel del grottesco, prediligendo l'atmosfera sfarzosa ed esagerata di costumi d'epoca e parrucche per conferire ai suoi personaggi quell'aura di amabile vulnerabilità con cui è solito condirli per avvicinarli al pubblico. Dunque è senza proibirsi nessuna delle sue consuete ruffianerie che Russell ha realizzato forse il suo film più convincente.Su tutta la vicenda narrata aleggia l'ombra di un conflitto molto diffuso al cinema, ovvero il rapporto tra finzione e realtà. Nel dipanarsi e intrecciarsi dei rapporti tra i quattro protagonisti è infatti evidente che sono i piccoli momenti autentici in un mare di bugie quel che David O. Russell ama filmare e quindi i più sinceri da guardare. Già The Fighter e Il lato positivo mettevano dei personaggi animati dalle migliori intenzioni di fronte agli ostacoli che le proprie debolezze e quelle delle persone che gli sono più vicine pongono per il raggiungimento di una vittoria reale, metafora di una più profonda e spirituale. Sia un incontro di boxe, una gara di ballo o come in questo caso una serie di arresti di proporzioni sempre più esagerate, il raggiungimento dello scopo finale nei film di Russell è dimostrazione di qualcosa di più grande e sembra essere sempre subordinato al confronto con la fragilità dei rapporti umani. Dividendo in quattro personaggi (variamente tarpati nelle loro ambizioni, condannati a fregarsi ma anche in grado di salvarsi vicendevolmente) le istanze solitamente portate da una coppia, il regista trova finalmente la chiave migliore concentrandosi sulla componente determinante del suo cinema: la recitazione.Tutti e quattro gli attori protagonisti, con cui Russell ha già lavorato nei suoi film precedenti, forniscono una prestazione fuori dalle loro rispettive medie. Nonostante espedienti grossolani e dalla mano pesante come la serie di ellissi temporali che saltano eventi importanti della storia per poi recuperarli con brevi flashback, ogni scena di American Hustle è sostenuta con una credibilità e una sincerità sentimentale talmente potenti da iniettare il dramma necessario nei momenti più divertenti e l'ironia più commovente nei momenti drammatici.Fin dal ruolo più piccolo ma fondamentale di Jennifer Lawrence a quello del vero protagonista, ovvero l'Irving di Christian Bale, collettore di ogni frustrazione e portatore dei conflitti più amari senza ricorrere ai soliti eccessi dell'attore ma attraverso una misura commovente, ogni sguardo sembra poter materializzare il sogno del cinema di mettere una lente di ingrandimento su quelle sensazioni umane per le quali non esistono parole.Oltre all'interpretazione dei protagonisti (sicuramente uno dei quattro trionferá ai prossimi Oscar, proprio in questi giorni il film è stato candidato ufficialmente in ben 10 categorie), ho apprezzato molto la colonna sonora: pazzesca! 
Voi avete visto American Hustle? Cosa vi è piaciuto di piú? 
Alla prossima!

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