18 giugno 2014 Lascia un commento
Si e’ fatto da solo, famiglia onesta e portato per gli affari, qualunque tipo di affari, percio’ alterna attivita’ illegali col commercio di arte falsa e prestiti che non potra’ onorare. Tutto bene ma andra’ ancora meglio quando nella sua vita entra Amy Adams, bella, intelligente e il bisogno feroce di arrivare.
Il poliziotto Bradley Cooper li incastera’ ma invece di sbatterli dentro, li usera’ per piazzare il gran colpo contro il politico di grido, Jeremy Renner, figura complessa e piena d’ombre ma realmente interessato alla comunita’, percio’ il tentativo di corruzione si trasformera’ in un’onda che arrivera’ a coinvolgere la mala di Las Vegas e qui il gioco diventa veramente complicato.
Ecco, film grandiosi come "America hustle" danno l’esatta misura di quanto potrebbe essere grande Hollywood se si sbarazzasse del lerciume che la domina e uscisse dall’immensa cloaca nella quale l’hanno tuffata.
David O. Russell, che confesso conoscere soltanto per il pessimo "Three Kings", tira fuori una regia formidabile che rimanda al miglior Joe Carnahan, quello di "Smokin’ Aces", alla velocita’ di Ben Affleck e a furia di citarlo, l’irraggiungibile Scorsese. Con lui la fine degli anni ’70 e’ li’ dietro l’angolo, colori saturi, pettinature improponibili, rayon e poliestere come se piovesse ma soprattutto mise femminile da capogiro.
Soggetto strepitoso, un incrocio di doppi e tripli giochi, intenzioni che s’incrociano e s’elidono dentro e tra i personaggi, stratificazioni dalle cui combinazioni emerge lo spessore della trama.
Tutto questo pero’ sarebbe poco o niente senza un cast nientemeno che perfetto.
Christian Bale e’ un gigante e voglio ripeterlo, un gigante. Ogni volta regala una grande interpretazione e qui aggiunge un nuovo ruolo per cui ricordarlo. Trasformista fisico al limite dell’umano concepibile, entra nel personaggio col corpo e con la mente. Egli e’ colui che rappresenta, non lo interpreta. E’ ora di farsene una ragione. In verita’ pero’ chi gli sta attorno non e’ da meno, con Amy Adams che brilla come una supernova, per me una sorpresa e un incanto. Di Cooper ebbi modo di esaltarne le virtu’ nel favoloso "Limtless", doti confermate, anzi rafforzate. A cio’ due grandi soprese: Jennifer Lawrence inaspettatamente brava e Jeremy Renner assolutamente sul pezzo, persino irriconoscibile forse perche’ abituati a vederlo in ruoli molto piu’ fisici. Ah, c’e’ anche De Niro peraltro uncredited, ma nel collettivo e’ uno straordinario elemento alla pari degli altri.
Ovviamente film troppo ben realizzato per vincere qualcosa dall’Academy e cio’ gli rende onore.
Un vero spettacolo, film da ricordare e rivedere.