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American Hustle - L'apparenza inganna

Creato il 13 febbraio 2014 da Mattia Allegrucci @Mattia_Alle
American Hustle - L'apparenza ingannaIl sottotitolo italiano è emblematico e rappresenta al meglio ciò che sono le mie impressioni su questo film, tuttavia non si può incolpare David O. Russell se la gente ha cominciato ad andare in giro ad acclamare questo prodotto come il miglior film dell'anno, quando l'anno è appena cominciato e abbiamo di fronte a noi una stagione piena di McQueen, Cronenberg, Gilliam e chi più ne ha più ne metta. Insomma, come può un film così terribilmente derivativo essere catalogato miglior film dell'anno (Oscar a parte, perché sappiamo benissimo come ragiona l'Academy, ormai)? Certo, la costruzione è esemplare, la cura nei dettagli che Russell mette è notevole e meritevole di ogni tipo di lode e, soprattutto, le interpretazioni degli attori rendono giustizia alla fama di questo autore, annoverato tra i più geniali direttori d'attori in attivo.
C'è un Christian Bale che porta sullo schermo la sua ennesima mutazione fisica, sempre convincente e degna di plausi. C'è l'immobile Amy Adams che affida alla sua sensualità la forza del personaggio, muovendo quasi solamente le labbra e offrendo una intensità recitativa degna di nota. C'è Bradley Cooper, rivelazione di quest'ultimo periodo cinematografico, coi suoi ricci perfetti e la sua esuberanza fastidiosa. E poi c'è lei, Jennifer Lawrence, che compare di meno rispetto al trio presentato poche righe fa, ma che fa sentire la sua assenza ogni volta che non è in scena. Istintivamente nata per questo lavoro, la Lawrence cattura l'attenzione dello spettatore (merito anche del suo personaggio stravagante) e risolleva la storia da quella linearità così didascalica. Sì, perché American Hustle è in realtà un continuo monologo fuori campo atto a raccontare sensazioni e riflessioni dei propri protagonisti, ovvero la coppia di truffatori interpretati da Bale e dalla Adams, che narrano allo spettatore le loro mosse cercando di renderlo partecipe ma trasformando le performance attoriali in qualcosa di più distaccato e meno coinvolgente. Ogni momento narrato in voce fuori campo smorza i toni e rallenta la narrazione, distogliendo lo spettatore dal racconto e lasciandolo lì ad aspettare che Jennifer Lawrence e i suoi capelli tornino in scena. I capelli sono poi uno degli elementi più importanti e curiosi di questo film: sempre lì ad essere sistemati (Bale che cura con minuziosità il suo riporto, la Adams e Cooper con i bigodini, la Lawrence che si fa la messa in piega per la festa con il sindaco), i capelli sono forse la chiave di lettura più particolare di questa pellicola. Tramite essi notiamo infatti l'intenzione dei personaggi di mascherarsi, di apparire diversi da ciò che sono (non a caso Amy Adams si confesserà a Cooper con i bigodini in testa, e non in un momento in cui la sua perfetta maschera è al top), sempre pronti a nascondersi dietro ad un altra verità che non appartiene alla loro vera natura (Bale), allestendosi in testa una esuberante chioma riccioluta laddove in realtà i capelli sono lisci (Cooper). E forse, sotto sotto, si aspetta con ansia il ritorno di Jennifer Lawrence in scena perché, con i suoi smalti che odorano di fiori e spazzatura, con i suoi capelli quasi sempre un po' sfatti e con i suoi atteggiamenti da adolescente, è probabilmente l'unico personaggio vero e onesto di questo quartetto.
American Hustle - L'apparenza inganna

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