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Amianto cancerogeno, discarica a Treviglio: la Regione procede come una multinazionale privata. Smaltire amianto, ma contro le proposte dei cittadini, contro il bisogno di sicurezza e di un ambiente migliore

Creato il 07 agosto 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Si propone lo stesso schema, alla ex cava Vailata di Treviglio come già a Cappella Cantone l’anno scorso. La Regione non cambia metodo né stile. Ritorna il problema del franco virtuale di falda, della vicinanza della falda acquifera, dell’anno di monitoraggio da parte dell’Arpa. Come se nulla fosse successo a Cappella Cantone. Bisogna smaltire l’amianto, e questo è necessario, ma dopo parecchi anni di dibattito, dopo una serie spaventosa di morti per tumore causato dall’amianto anche in provincia di Cremona, la Regione prosegue con i propri obiettivi di carattere aziendale. Smaltire una certa quantità della pericolosa sostanza, malgrado lo schieramento dei cittadini e dei comitati che non ne vogliono sapere della discarica di una sostanza cancerogena vicino a casa.

Sembra che si riproporranno le stesse proposte. E che del timore dei cittadini, della “sostenibilità sociale” dell’impianto (principio utilizzato dal Tar di Brescia nell’ordinanza con cui ha risposto ai ricordi di Lameri e dei Comuni del Soresinese, a proposito della discarica di Cappella Cantone) non si debba assolutamente tener conto. La Regione procede come una multinazionale privata.

In allegato il testo della Via del 30 luglio (cliccare qui), con cui la Regione ha concesso qppunto la Valutazione d’impatto ambientale al progetto. Dopo la Via, segue solitamente l’Aia (Autorizzazione ambientale integrata), pur con le dovute prescrizioni: sembra inevitabile. Ancora una volta i cittadini e i comitati chiedono ben altre garanzie per lo smaltimento dell’amianto.

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