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Amianto, Giorgio Riboldi: “Restano alcune domande: che ruolo ha avuto Rossoni?”

Creato il 29 marzo 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

Uno sconvolgente Giorgio Riboldi di Su La Testa L’altraLombardia è intervenuto ieri a Telecolor come ospite del telegiornale, rilanciando una serie di domande rimaste aperte sul caso della discarica d’amianto di Cappella Cantone. Roberto Formigoni con un’altra dozzina è stato rinviato a giudizio. Ma l’auspicio di Riboldi è che la magistratura continui nel proprio dovere di ricercare la verità.

Cinque domande chiare, che risultano dalla conoscenza dell’inchiesta, seguita passo per passo da Giorgio Riboldi, oltre che da Mariella Megna (Cittadini contro l’amianto).

Le riporto dal dossier “Amianto e smaltimento – analisi e proposte” a cura della dottoressa Mariella Megna, di Cittadini contro l’Amianto. Giorgio Riboldi ha sintetizzato il testo durante l’intervento a Telecolor, mostrando grande passione.

Ancor prima della trasmissione, il Riboldi si scateneva in considerazioni anni Settanta ma quanto mai vibranti e attuali: viene prima la felicità, poi il lavoro. Non si vive per lavorare, ma per essere felici, tanto per dire che la qualità della vita va rispettata, alla faccia dell’ossessione lavorista del vecchio Pci e delle propensioni del Pd.

Ecco le cinque appassionate quanto lucide domande:

1) COME POTEVA Nicoli Cristiani, vice presidente del Consiglio regionale, che non faceva parte della giunta e quindi non titolato a prendere alcuna decisione, garantire con certezza che alcuni atti autorizzativi sarebbero stati comunque approvati negli uffici e ambiti competenti? Chi era il trait-d’union?

2) COME MAI Formigoni e la sua giunta hanno approvato a più risorse delibere tendenti a rendere possibile la realizzazione della discarica, rimuovendo alcuni ostacoli legali, come quello che prevedeva una distanza minima di cinque km tra una discarica e l’altra o i vincoli del piano cave? Ricordiamo che la normativa, in vigore precedentemente, avrebbe impedito che partissero addirittura i primi atti autorizzativi.

3) PERCHE’ MARCELLO RAIMONDI (assessore regionale all’ambiente) fu “contattato” da Luigi Brambilla, consulente aziendale della ditta Locatelli, affinché si attivasse al fine di accelerare l’iter della discarica di Cappella Cantone pur non essendo il suo assessorato direttamente competente per la materia? L’interessamento di Raimondi, che emerge dai verbali della Magistratura, avviene attraverso interventi su alcunni dirigenti e funzionari del suo assessorato e tramite una lettera inviata a Tadi, sindaco di Cappella Cantone e al vice-sindaco dello stesso paese che è il vero uomo forte e decisivo del consiglio comunale.

4) PERCHE’ IL SINDACO TADI, secondo un’intercettazione, dice a un dipendente della Locatelli in merito “all’operazione lettera?”: “…Fai il furbo e a me i furbi non piacciono…” che significato ha questa frase? Che ruolo gioca in questa vicenda il vicesindaco Chiozzi? Perché Tadi non ha ancora revocato la convenzione con Cavenord (ndr, il testo è del 2011), che prevedeva fra l’altro il versamento al Comune di Cappella Cantone di alcuni milioni di euro quale compensazione per la realizzazione della discarica?

5) PERCHE’ IL SIGNOR BRAMBILLA, consulente aziendale della Locatelli, dichiara testualmente: “…. io faccio il mio su Rossoni…” e aggiunge “… nell’operazione che montiamo su a Mantova è coinvolto anche lui, eh”. Rossoni deve dare spiegazioni sul perché viene citato da questi personaggi, o vuole continuare nel suo silenzio sospetto e ambiguo?

Così scrivevano Mariella Megna e Giorgio Riboldi il 6 dicembre 2011. E’ il testo che Giorgio Riboldi ha sintetizzato nel suo intervento di ieri sera.

Si può ricordare inoltre che i Cittadini contro l’amianto hanno ricordato nel loro dossier una misteriosa frase di Rossoni: “Se non viene realizzata la discarica bisognerà pagare delle penali”. Ma quali penali? Dove sono queste clausole? Perché Rossoni l’ha detto?

Il comunicato tratto dal dossier dei Cittadini contro l’amianto è stato qui riportato allo scopo di trovare risposte. Che emerga la verità se possibile nella sua pienezza. E’ necessario per un motivo ben chiaro: il sistema di potere legato alla Compagnia delle Opere e Comunione e Liberazione aveva un disegno evidente; aggredire e dominare le istituzioni per far soldi a danno dell’ambiente, dell’agricoltura, degli esseri viventi, della salute, a poca distanza dalla Lameri, in una zona agricola e bucata da altre cave e dalla discarica di Corte Madama.

Non si può accettare che Pierluca Locatelli, titolare della Cavenord, discutesse con Rotondaro dirigente dell’Arpa, come dimostrano le intercettazioni telefoniche. L’Arpa dovrebbe a questo punto diventare un ente indipendente, non sottomesso alla giunta regionale. Tutt’e due sono stati arrestati e se la vedranno col giudice.

 


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