Con un po' di ritardo segnalo che sul numero della scorsa settimana del Venerdì di Repubblica è apparsa un'intervista a due registi italiani molto bravi e nemmeno troppo giovani (hanno 33 anni), per quanto siano arrivati solo ora al loro primo lungo di finzione. Sono Gianluca e Massimiliano De Serio, sono bravi, proprio bravi, e ne parlo perché sono miei amici - in barba ai favori che la stampa italiana suole fare ad amici degli amici, senza mai specificarlo - e perché il loro Sette opere di misericordia l'8 agosto prossimo sarà presentato in concorso a Locarno. L'articolo di Favetto parla del film naturalmente (che non ho ancora visto, per cui non mi esprimo), ma pure dei lavori da videoartisti dei De Serio e dei loro documentari, tra cui l'ultimo, l'ottimo Bakroman, che ha lo scorso novembre ha vinto il Torino Film Festival (e vai di conflitto d'interesse in conflitto d'interesse) e qualche mese ha avuto pure una sporadica distribuzione. Questo per dire che per i De Serio, dopo tanti anni di lavoro appassionato e nascosto, è arrivato il momento dell'ingresso nel giro che conta - per quanto quel giro lì sia fatto di tanti livelli, e loro siano solo al primo: spero per cui che ci restino il più lungo possibile, continuando a girare film precisi, morali e appassionati come Bakroman. E magari avendo il riconoscimento che si meritano con Sette opere di misericordia, a partire da Locarno e quando poi il film uscirà nelle sale a novembre.
Magazine Cultura
Con un po' di ritardo segnalo che sul numero della scorsa settimana del Venerdì di Repubblica è apparsa un'intervista a due registi italiani molto bravi e nemmeno troppo giovani (hanno 33 anni), per quanto siano arrivati solo ora al loro primo lungo di finzione. Sono Gianluca e Massimiliano De Serio, sono bravi, proprio bravi, e ne parlo perché sono miei amici - in barba ai favori che la stampa italiana suole fare ad amici degli amici, senza mai specificarlo - e perché il loro Sette opere di misericordia l'8 agosto prossimo sarà presentato in concorso a Locarno. L'articolo di Favetto parla del film naturalmente (che non ho ancora visto, per cui non mi esprimo), ma pure dei lavori da videoartisti dei De Serio e dei loro documentari, tra cui l'ultimo, l'ottimo Bakroman, che ha lo scorso novembre ha vinto il Torino Film Festival (e vai di conflitto d'interesse in conflitto d'interesse) e qualche mese ha avuto pure una sporadica distribuzione. Questo per dire che per i De Serio, dopo tanti anni di lavoro appassionato e nascosto, è arrivato il momento dell'ingresso nel giro che conta - per quanto quel giro lì sia fatto di tanti livelli, e loro siano solo al primo: spero per cui che ci restino il più lungo possibile, continuando a girare film precisi, morali e appassionati come Bakroman. E magari avendo il riconoscimento che si meritano con Sette opere di misericordia, a partire da Locarno e quando poi il film uscirà nelle sale a novembre.
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