In realtà le persone che amano troppo sono incapaci di amore. Si, sopratutto verso se stesse e sono incapaci di proteggersi perché nessuno ha insegnato loro a scegliere davvero di far avvicinare così tanto solo chi possa sintonizzarsi affettivamente con loro.
Eppure, come una droga, e da qui il termine dipendenze affettive, si ricerca quell'ebrezza, quel "tormento antico" di trovarsi davanti a qualcuno incapace di amare. Nel momento in cui si ama troppo in realtà non si sta amando, perché spesso si è dominati da altre emozioni sottostanti, per esempio la paura. La paura di essere abbandonati/e, la paura di restare da sole/i, la paura di accettare di amare realmente troppo e prendere in mano la propria vita e portarla in salvo. Amare con paura significa attaccarsi a qualcuno che riteniamo indispensabile per la nostra esistenza. E questo ha un effetto bloccante sulla nostra esistenza e ci fa ammalare.
Amare troppo è calpestare, annullare se stesse/i per dedicarsi completamente a cambiare una donna o un uomo "sbagliati/e" per noi, che ci ossessiona, naturalmente senza riuscirci
Le storie di "troppo amore" sono le storie tristi, di persone che mettono in scena il disamore di sé. Non credono nel proprio valore, pensano di non avere capacità. Questo insieme di sentimenti porta la persona che "ama troppo" a pensarsi come poco amabile e ad accettare qualsiasi cosa che l'uomo, o la donna che ha scelto può dargli/le. Tutto in cambio di rassicurazione e frustrazione.
Non sono infrequenti poi discussioni, scatti d'ira, pianti, perché ogni persona sana ha il bisogno di essere amata/o.
Affinché questo gioco psicologico sia possibile è necessario avere alla base degli elementi, ovvero il profondo senso di inadeguatezza di chi ama troppo, e oltretutto la convinzione che tutti i fallimenti relazionali che ci sono stati siano causati dopotutto per le loro mancanze e carenze.
L'altro non può amarci se non siamo noi i primi ad amarci. Così le donne e gli uomini che amano troppo hanno conosciuto infanzie dove sono stati/e totalmente servili e "buoni bambini/e". In cambio, niente per loro, forse qualche giocattolo, ma mai affetto.
La difficoltà sta proprio nel recepire correttamente il messaggio di chi non ama. Le persone che amano troppo effettuano una distorsione di questo messaggio e lo trasformano in un "sono inadeguato/a". Questo garantisce di mantenere la relazione e tutti i suoi problemi.
Allora si soffre sempre di più, sino al momento in cui l'ossessione è ciò che prevale. Anche in questo caso soffrire per l'ossessione viene scambiato per amore.
Quando essere innamorate significa soffrire, stiamo amando troppo. Quando nella maggior parte delle nostre conversazioni con le amiche intime parliamo di lui, dei suoi problemi, di quello che pensa, dei suoi sentimenti, stiamo amando troppo. Quando giustifichiamo i suoi malumori, il suo cattivo carattere, la sua indifferenza, o li consideriamo conseguenze di un'infanzia infelice e cerchiamo di diventare la sua terapista, stiamo amando troppo. Quando leggiamo un saggio di psicologia e sottolineiamo tutti i passaggi che potrebbero aiutare lui, stiamo amando troppo. Quando non ci piacciono il suo carattere, il suo modo di pensare e il suo comportamento, ma ci adattiamo pensando che se noi saremo abbastanza attraenti e affettuose lui vorrà cambiare per amor nostro, stiamo amando troppo. Quando la relazione con lui/lei mette a repentaglio il nostro benessere emotivo, e forse anche la nostra salute e la nostra sicurezza, stiamo decisamente amando troppo (Norwood, 1985)
Si può amare in modo sano accettando di amare prima di tutto se stessi. Nessuno può amarci se non siamo prima noi ad amarci. Se tendi a svalutarti, cercherai partner che ti svalutano e non ti amano.
Si può pensare di uscire da questo gioco al massacro?