Pseudo correnti imbandiscono tavole dal finale amaro e intanto qualcuno fa l'occhiolino alla primarie di coalizione
Il 2016 pare iniziare così come il 2015 si è concluso: con una gran confusione. Meno sei mesi alla tornata elettorale, alla fine dell’era Vallone, e lo scenario politico locale è prodigo di aspiranti eredi alla fascia tricolore.
I nomi si rincorrono, spesso restituendo l’immagine di piccoli criceti in una ruota, affannati a correre senza destinazione, ma costretti a correre per dare un senso alla loro esistenza. Dall’estrema destra all’estrema sinistra gli aspiranti sindaci non mancano, la gran parte coltivano ambizioni irrealizzabili e lo sanno bene, ma esserci, tra i tanti, significa potersi giocare una fisches al tavolo in cui le scelte verranno prese.
Fino ad oggi giochi, discussioni, conflitti, la fanno da padrone nell’area di centrosinistra: si costruisce e si demolisce, si tesse una tela, che in attesa del ritorno di Ulisse, la notte sistematicamente si disfa. Nessuna discussione, alcun conflitto nel centrodestra dove i nomi in campo sono quelli dell’ex assessore Marcello Praticò, Stano Zurlo, Gianfranco Turino e di Giovanni Capocasale, quest’ultimo allontanatosi definitivamente da Enzo Sculco e che alle regionali ha scelto di non votare Mario Oliverio.