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Ammucchiata da carcere

Creato il 14 luglio 2011 da Radicalelibero

66.929 detenuti (64.081 uomini e 2.848 donne) a fronte di una disponibilità reale di posti detentivi pari a 43.879. Tradotto in cifre differenziali, 23.050 carcerati in più rispetto a quanti il sistema italiano ne può contenere in condizioni dignitose. Questo è quanto fotografato, oggi, dall’indagine della Uilpa Penitenziaria. E la Polaroid è tutt’altro che rassicurante. Perché nel primo semestre 2011 (in realtà alcuni dati si riferiscono al 13 luglio, altri al 30 giugno), son stati quantificati dal sindacato 34 suicidi, 532 tentati suicidi (dei quali un paio di centanaia sventati proprio all’ultimo momento dagli organi di polizia carceraria), 2583 autolesioni e 3392 proteste (fra individuali: scioperi della fame, rifiuto del vitto, rifiuto della terapia e collettive: battiture sui muri e contro le sbarre, sciopero del carrello).
PUGLIA - E se il Trentino Alto Adige brilla per efficienza, ancora una volta la Puglia è la capofila del sovraffollamento. Le Case circondariali pugliesi, infatti, fanno registrare una percentuale di affollamento superiore al 79%, con maglia nera per Lecce. Nelle celle del capoluogo salentino sono rinchiuse 1369 persone, a fronte di una capienza stimata a 659 unità. Il che significa che l’indice di sovraffollamento è pari al 107.4%. In positivo, invece, le prigioni di Maglie. nel centro del leccese, sono 13 i detenuti e 21 i posti a disposizioni all’interno delle celle.
FOGGIA E CAPITANATA - Due tentati suicidi, 30 atti di autolesione, 3 aggressioni a danni di agenti della penitenziaria, una manifestazione collettiva e 29 individuali di protesta. Questi i numeri della Casa circondariale del capoluogo dauno. Numeri che non inducono a pensare in bene circa la condizione delle carceri. Foggia, dopo Lecce e Taranto, è non a caso la sede carceraria regionale con il maggior indice di sovraffollamento. 716 sono i detenuti per 371 posti, 345 esuberi ed un sovraffollamento che arriva a toccare il 93%.
Va meglio, ma nemmeno più di tanto, a Lucera. Nelle prigioni del centro preappenninico, le cui porte in passato si aprirono per accogliere dissidenti antifascisti, fra cui Giuseppe Di Vittorio, il tasso di sovraffollamento è al 73.3%. Nella fattispecie, i detenuti sono 234 (i posti detentivi soli 135, per un esubero di 99 unità). Come nel caso del capoluogo, nessun morto in detenzione, ma in un caso c’è stato un carcerato che ha tentato di togliersi la vita. Dietro le sbarre lucerine, inoltre, sono avvenuti due atti di autolesione, un’aggressione ai danni di personale PolPen e tre dimostrazioni individuali di protesta.
Un tentativo di suicidio (non andato a buon fine) e un caso di sollevazione individuale anche a San Severo, dove i numeri dell’assembramento da pigiama a righe sono nettamente minori. La città dei campanili “ospita” 86 carcerati contro i 64 possibili per un’indice di ressa pari al 34.4%.
EUGENIO SARNO - Un grido di aiuto proviene dalla voce del segretario generale della Uil PA penitenziari, Eugenio Sarno. Sarno, in una lunga nota diffusa in tutte le regioni, sottolinea la criticità del sistema carcerario. E, soprattutto, evidenzia come vi siamo lacune in quanto a personale. “L’organico complessivo regionale – scrive – è fissato in 2530 ma ne risultano assegnate 2648 unità (di cui 63 in strutture non penitenziarie, come il Provveditorato e gli Uffici per l’Esecuzione penale esterna (Uepe). Non va certo meglio – continua Sarno – per il personale amministrativo tra cui è opportuno segnalare la carenza di 18 educatori e 4 assistenti sociali’”.
LONIGRO - E le cose non vaglio meglio a livello igienico sanitario. Il consigliere regionale di Sinistra ecologia e Libertà, Pino Lonigro, lunedì ha visitato le carceri foggiane. Il suo responso è la descrizione paesaggistica di un terzo mondo dei diritti umani. “Ho trovato una situazione decisamente peggiorata”, denuncia Lonigro. Nelle prigioni del Capoluogo, infatti, c’è “una situazione igienico-sanitaria al limite della umana sopportazione per la carenza di personale medico e paramedico e per l’assenza di strumentazione sanitaria idonea”. Colpa di un budget ormai ridotto all’osso, che si estingue quando l’anno solare è soltanto a metà, obbligando i direttori a far venir meno servizi e quel poco di confort possibile. “Mi risulta – annuncia Lonigro – che tale budget già all’inizio del mese di luglio è esaurito”.



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