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Amnesty Internazional denuncia apertamente le responsabilità dei Paesi implicati nel commercio delle armi

Creato il 01 novembre 2011 da Marianna06

Amnesty International denuncia , senza mezzi termini, il comportamento elusivo di Usa,Russia e altri Paesi europei ,i quali hanno fornito  armi a governi repressivi del Medio Oriente e dell'Africa del Nord prima delle rivolte di quest'anno, pur avendo le prove  del rischio che quelle forniture avrebbero potuto essere usate per compiere gravi atti di violazioni dei diritti umani.

E non è escluso che il traffico clandestino continui tuttora.

Il Rapporto di Amnesty Internazional, dal titolo"Trasferimenti di armi in Medio Oriente e Africa del Nord : le lezioni per un efficace  TRATTATO SUL COMMERCIO DELLE ARMI", esamina le esportazioni verso il Bahrein, Libia, Egitto, Siria e Yemen a partire dal 2005.

Nel Rapporto si legge che i principali fornitori di armi di questi Paesi sono : Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Repubblica Ceca Russia, Stati Uniti di America.

Da quel che si evince leggendo il Rapporto, è chiarissimo sopratutto il profondo fallimento dei controlli sulle esportazioni di armi, con tutte le scappatoie esistenti, a dimostrazione invece di quanto occorra , in tempi rapidissimi,la necessità di stilare un Trattato sul commercio delle armi che tenga conto della piena necessità della difesa dei diritti umani.

Infatti-a detta di Helen Hughes, la principale ricercatrice del Rapporto di Amnesty - i governi che ora affermano di stare dalla parte della gente in Medio Oriente e Africa del Nord sono gli stessi che fino a poco tempo fa hanno fornito armi, proiettili ed equipaggiamento militare e di polizia, usati per uccidere, ferire, imprigionare arbitrariamente migliaia di manifestanti pacifici in Paesi come la Tunisia e l'Egitto e tuttora utilizzati dalle forze di sicurezza in Siria e Yemen.

Tra gli acquirenti di armi ,Amnesty cita anche la Libia di Gheddafi: il rapporto ha, infatti, identificato dieci Stati che hanno autorizzato la vendita di armi e munizioni al regime del colonnello dal 2005 in poi.

Il mondo, sarebbe piuttosto auspicabile, ha bisogno che si valuti rigorosamente ,caso per caso, ogni proposta di trasferimento di armi in modo tale che, se c'è il rischio sostanziale che queste potranno essere usate per compiere o facilitare gravi violazioni dei diritti umani, il governo dovrà mostrare "semaforo rosso".

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 

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