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Amo insegnare perchè amo essere libero

Creato il 14 luglio 2010 da Dallomoantonella

Che cos’è dopotutto l’insegnamento?  E’  insegnare ad essere liberi, a gestire la propria libertà, fatta di  continue scelte, di continue prove, di continue sfide, di continue rinunce, di continui confronti…

Ho insegnato molti anni scorsi, nel 1977 e poi il 78 e poi il 79…quando la scuola  era un’edificio  borbonico  nonostante il ’68  e nonostante i decreti delegati e nonostante  non ci fosse ancora  aria di crisi  economica  e  di collassi  culturali.

 

Per una  stupida miopia che si impossessa  di chi  non se la sente  di  lanciarsi,  di chi non vede   nel proprio lavoro  un’occasione di crescita, di chi si sente figlio di un dio minore, di chi pensa  che potrà fare nel futuro quello che il presente non gli riserva,  mi sono messa a fare  la donna  che lavora per il marito, prima, e poi la  donna  che lavora  per  arrotondare il  bilancio, dopo.

Insomma,  mi sono accontentata di un lavoro senza importanza, senza autonomia, senza passione, senza rischio, senza creatività…e come se non bastasse, ho trovato gente  degna  di tale lavoro, persone  amorfe, senza  stima di sè, senza dignità, senza formazione, per lo più  vittime loro stesse dei loro ingranaggi  psicologici  o  vittime blasfeme  e meritevoli  di un sistema, quello burocratico e gerarchico,  che  ti opprime,  che non ti lascia speranza,  che ti riduce a numero,  ignorando  che si è delle incredibili risorse umane  che  attendono solo  di  capire  d’esserlo…

Senza  rendermene conto  ho perso gli anni migliori,  quelli in cui ti sentiresti per natura   padrone  del mondo.

Poi un giorno  è  arrivata una nuova rivoluzione, un nuovo ’68,  è arrivata  cioè la rete nel mondo della scuola,  così com’è entrata, prima timidamente e poi  prorompentemente   nel mondo  del lavoro  e nel sistema  comunicativo  in senso lato.  E dal  quel giorno  la scuola  sta cambiando,   sta cambiando sul serio,  sta veramente  aprendosi  al mondo reale, al mondo molteplice, al mondo interculturale,  e tutto questo grazie  alla forza  del web,  grazie  alla semplicità  di connessione  e di scambio  informativo  e formativo  che la connessione  on line  permette di realizzare a tutte le sue migliaia di  unità  operatrici…

Unità che si uniscono, che vanno a formare gruppi,  che vanno  a mobilitarsi  congiuntamente  all’interno di un  progetto   comune.

Già,  le migliaia  di piccole grandi  testoline  che si mettono davanti  alle loro   tastiere  per  trasmettere messaggi, contenuti, progetti, idee, sentimenti, pulsioni, dubbi, problemi…

E così  è tornata  la speranza   che anche la scuola può essere diversa,  che anche  l’insegnamento può ritrovare-trovare se stesso,  non perchè  prima siano mancati i bravi maestri, non perchè ora siano scomparsi  i cattivi insegnanti,   ma perchè  sta crescendo  dentro la formazione  il concetto  di apprendimento  reale, di  scambio  formativo  continuo, di abbattimento delle distanze  non solo  fisiche e logistiche ma soprattutto mentali, psicologiche  e spirituali.

Tutto questo non l’ho compreso solo grazie alla comparsa della rete; prima di arrivare alla rete ho cominciato a credere in me stessa,  mi sono voluta laureare, e poi è venuto il master, e poi i corsi di formazione continua…e così che l’appetito  vien mangiando  ed ora non c’è pasto  per quanto succulento  che io potrei ritenere  esaustivo, conclusivo, bastante,  se non quello che manca all’appello,  quello che ha da venire…

Sì, scuola del futuro, scuola in mutamento,  scuola   che si interroga, scuola  che si dissocia,   che non si spaventa  delle  sfide, che prende   coscienza  di sè,  che  si fa carico del proprio  ruolo sociale…

Siamo tutti alunni che imparano, siamo tutti formatori che  insegnano,  nella stessa  aula  studenti  e docenti  si   relazionano  dentro un’etica,  dentro una propria  idea  di vivere e sentire l’insegnamento come apprendimento e l’apprendimento come  insegnamento.

E’ in questo nuovo avvento  che è nato il Manifesto degli insegnanti,  un manifesto  che  sta  volando sulla rete di pagina in pagina, di mano in mano, di condivisione in condivisione,  e per il quale    rinnovo a   tutti quanti l’invito  a sottoscriverlo, basta cliccare sul suo sito  ed aprire la pagina firma anche tu

L’invito è aperto  non solo agli insegnanti,  ma anche ai genitori che hanno i loro figli nel mondo scolastico e che sono stati loro stessi  studenti più o meno infelici;  è rivolto  ai ragazzi  che stanno vivendo  direttamente  il loro periodo  di crescita e di maturazione…anzi, soprattutto a loro  ai quali il manifesto è dedicato, per i quali è stato  pensato,  sui quali  si fa conto  per un  effettivo  mutamento culturale   che sappia  valorizzare  le indiscutibili  risorse  tecnologiche  accanto alle  innumerevoli  e nascoste risorse   di pensiero.

Del resto è in atto un qualcosa di molto  spontaneo  e di molto  concreto nello stesso tempo; la  rete è già operante  ad un livello informatico e gestionale, è già strumento  principe del sistema operativo  ministeriale,  quello che ancora  non è stato  portato  a sviluppo  è l’uso didattico, pedagogico e  formativo  che   tale  strumento permette  a tutte le  varie migliaia  tra le  sue   molteplici  utenze.

Foto: flickr

Amo insegnare perchè amo essere libero

 


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