Io amo la terra, questa grande madre, questa gran patria comune; io l’amo tutta senza distinzione di suoli e di climi; l’amo come una parte di me, io che non sono che una porzione minima di lei stessa.
Io ho sentito spesso le sue attrazioni, l’appello che ella fa a’ suoi atomi, le sue creature; agli uomini, le sue particelle animate. A primavera, quando il sole la dardeggia de’ suoi raggi; in quel periodo di febbre, di ardenze, di fecondità, quando dal suo seno pieno di amore erompono le famiglie degli insetti e delle erbe, quando ella sorride di un sorriso pieno d’incanti e di fiori, io ho sentito spesso con una specie di furore il desiderio di rientrare nel suo seno; io mi sono prosteso per abbracciarla; ho sentito che essa mi chiamava, e ho gridato: «Tu mi vuoi, tu mi chiami, - io vengo, io vengo». Sí, io amo la terra, questa bella terra; io son certo che essa sarà lieve sulla mia fossa, quando stringerà dolcemente il mio petto colle sue braccia di selci e di radici; ma vi è in essa un punto che io odio, ed è quell’angolo freddo e uggioso dove son nato.
È di là che ho cominciato a gettare uno sguardo sul mondo, e a vederlo triste ed ingrato, è là che non ho potuto aver mai né una nobile gioia, né un nobile dolore; è là che conobbi gli uomini che mi hanno insegnato ad odiare gli uomini; è là finalmente, che non ho potuto amare.
IGINO UGO TRACHETTI
Magazine Diario personale
Io amo la terra, questa grande madre, questa gran patria comune; io l’amo tutta senza distinzione di suoli e di climi; l’amo come una parte di me, io che non sono che una porzione minima di lei stessa.
Io ho sentito spesso le sue attrazioni, l’appello che ella fa a’ suoi atomi, le sue creature; agli uomini, le sue particelle animate. A primavera, quando il sole la dardeggia de’ suoi raggi; in quel periodo di febbre, di ardenze, di fecondità, quando dal suo seno pieno di amore erompono le famiglie degli insetti e delle erbe, quando ella sorride di un sorriso pieno d’incanti e di fiori, io ho sentito spesso con una specie di furore il desiderio di rientrare nel suo seno; io mi sono prosteso per abbracciarla; ho sentito che essa mi chiamava, e ho gridato: «Tu mi vuoi, tu mi chiami, - io vengo, io vengo». Sí, io amo la terra, questa bella terra; io son certo che essa sarà lieve sulla mia fossa, quando stringerà dolcemente il mio petto colle sue braccia di selci e di radici; ma vi è in essa un punto che io odio, ed è quell’angolo freddo e uggioso dove son nato.
È di là che ho cominciato a gettare uno sguardo sul mondo, e a vederlo triste ed ingrato, è là che non ho potuto aver mai né una nobile gioia, né un nobile dolore; è là che conobbi gli uomini che mi hanno insegnato ad odiare gli uomini; è là finalmente, che non ho potuto amare.
IGINO UGO TRACHETTI
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