Magazine

Amore di plastico

Creato il 13 febbraio 2010 da Lilloarzillo
Nel mio cuore c'è un uccello azzurroche vuole uscirema con lui sono inflessibile,gli dico: rimani lì dentro, non voglioche nessunoti veda.
Nel mio cuore c'è un uccello azzurro chevuole uscirema io gli verso addosso whisky e aspiroil fumo delle sigarettee le puttane e i baristie i commessi del droghierenon sanno chelì dentroc'è lui.
Nel mio cuore c'è un uccello azzurro chevuole uscirema io con lui sono inflessibile,gli dico:rimani giù, mi vuoi fare andar fuoridi testa?Vuoi mandare all'aria tutto il miolavoro?Vuoi far saltare le vendite dei miei libri inEuropa?
Nel mio cuore c'è un uccello azzurro chevuole uscirema io sono troppo furbo, lo lascio usciresolo di notte qualche voltaquando dormono tutti.Gli dico: io lo so che ci sei,non esseretriste.
Poi lo rimetto a posto,ma lui lì dentro un pochinocanta, mica l'ho fatto davveromorire,dormiamo insiemecosìcol nostropatto segretoed è così grazioso dafar piangereun uomo, ma io nonpiango, evoi?                                                                                            Hank
Oggi ho avuto l'occasione di scatenare i cannoni di Navarone. Probabilmente qualche tempo fa mi sarei fregato le mani davanti a un'opportunità del genere, ma ormai la situazione è cambiata. Sono ancora molto affezionato a Nemico, questo è ovvio. Lo immagino a passare il suo tempo confuciamente seduto in riva al fiume, aspettando di veder passare i cadaveri dei suoi antagonisti. Periodicamente lustra il suo fucile di precisione sorridendo sadicamente, perchè a volte la fortuna bisogna anche andarsela a cercare.Tra me e lui però la distanza è ormai abissale. Siamo tanto lontani che addirittura mi pesa vedermi costretto da input esterni a parlare ancora di una storia che, se non fosse per le modalità in cui si è sviluppata, sarebbe addirittura banale. Così banale da poter sembrare un libro della Tamaro, o una fiction del biscione. E allora non capisco come essa possa essere fonte di ispirazione, come possa risultare d'interesse. A meno che non ci si focalizzi appunto sulle modalità, come da tempo fa il più strisciante dei giornalisti con il parricidio divenuto suo malgrado il più famoso degli ultimi cinquant'anni. E allora via, a scrutare il plastico della villetta e a contare le macchie di sangue sul pigiama, cercando di aggiungere elementi a una storia di cui già si è detto tutto. Se invece l'obiettivo è portare all'attenzione il punto di vista del protagonista che meno ha saputo esprimere le sue ragioni, il risultato è lo stesso: preferisco comunque, davanti a spettacoli del genere, cambiare canale.
Amore di plastico

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog