«Guardate il cielo!» disse Alice.
Alzai gli occhi.
Sapevo che non avrei mai viaggiato nello spazio o pilotato un aereo, ma seduto lì con la ragazza che amavo – e non c’era il minimo dubbio che la amassi – e due dei miei più vecchi amici, con tutto l’universo che mi girava intorno, pensai a quanto era grande il mondo e a quanto eravamo piccoli noi. Di lì a cent’anni nessuno si sarebbe ricordato di noi, ma per noi quel momento sarebbe durato per sempre.
“Amore e altri effetti collaterali” è arrivato nelle mie mani grazie alla gentilissima redazione di DeAgostini YA. Inizia così la nostra collaborazione, che seppur sono certa sarà proficua, si imbatte subito in un primo intoppo. Purtroppo nonostante il libro di Julia Murphy abbia vinto diversi premi, pure mi ha lasciata indifferente e quasi incredula, non mi sarei mai immaginata di trovarmi di fronte ad un personaggio tanto odioso, una storia inutilmente riempita di melassa e il tema del cancro trattato con tanta superficialità.
A sedici anni Alice pensa di avere tutta la vita davanti a sé. Tutta la vita per dimenticare Luke, il suo ex ragazzo, e farla pagare a Celeste, la sua nemica giurata. Ma all’improvviso scopre di avere una forma gravissima e rarissima di leucemia. Dopo un anno di chemioterapia senza alcun risultato, si convince di essere ormai al capolinea e decide di sfruttare il poco tempo che le rimane togliendosi qualche sassolino dalle scarpe. Compila così una lista di “Cose Da Fare Prima Di Morire” e con la complicità del suo migliore amico Harvey, da sempre innamorato di lei, organizza un piano crudele e ingegnoso per vendicarsi di Luke e Celeste prima che sia troppo tardi. Ma, proprio quando Alice ha portato a termine una vendetta a dir poco plateale e ha guadagnato il disprezzo di tutto il liceo, le cose prendono una piega inaspettata: la malattia entra in remissione. E così, dopo essersi tanto preparata a morire, Alice si trova ad affrontare le conseguenze delle proprie orribili azioni. Ma c’è di peggio. Ora anche Harvey ce l’ha con lei. Alice però si è finalmente resa conto di provare qualcosa per lui ed è disposta a tutto pur di non perderlo. Perché la vita le sta offrendo una seconda occasione, e un’occasione come quella non può certo essere sprecata.
La storia inizia con Alice che scopre un terribile segreto, segreto che la segnerà profondamente mentre si trova in compagnia del suo ragazzo Luke. Sono lei ed Harvey, il suo migliore amico da sempre innamorato di lei, a raccontare la storia in prima persona, facendo vivere al lettore le loro emozioni in prima persona. Ma la Murphy fa di più, alterna il passato e il presente, in maniera affrettata e sconclusionata, con delle scelte un po’ avventate. E se da un lato veniamo a scoprire che il cancro di Alice è in remissione, dall’altra scopriamo come la ragazza ha vissuto la malattia. Con un Harvey attento e compassionevole sempre al suo fianco.
Alice è un personaggio odioso, egoista e manipolatrice, pensa che la malattia le fornisca la scusa per fare quello che vuole. Si prende gioco di chiunque la circondi, non le interessano minimamente i sentimenti di chi si prende cura di lei e coltiva solo la vendetta in maniera ossessiva e dispotica, ignorando completamente chiunque le stia attorno. Ok sei malata, ma in nessun modo la giustifica. Anche quando dovrebbe adoperarsi per redimersi, il processo è ridotto, incompleto e non definitivo. È difficile riprendersi da una notizia del genere. Quando ti sei abituato alla morte, a vivere come se fosse l’ultima volta, si innescano dei meccanismi crudeli che lasciano incapaci di riprendere in mano la propria vita. Morire è facile, vivere è complicato, ha infinite conseguenze.
Anche Harvey non brilla particolarmente, è un personaggio secondario, nonostante sia uno dei protagonisti. Vive in funzione di Alice, la respira, nutre il suo ego, le si sottomette e le regala non solo i suoi sentimenti, anche il suo tempo. Per tutto il tempo lo si vorrebbe scrollare, anche se quando ami qualcuno sei disposto a qualunque cosa pur di stargli accanto. L’amore è dedizione e anche sacrificio, ma arriva un momento in cui bisogna dire no, in cui niente è più lecito, bisogna avere il coraggio di imporsi. E Harvey anche quando si allontana non lo fa ma del tutto. Senza padre, che non è mai stato sulla scena, con una madre insegnante di danza classica, che lo ha indirizzato nello studio del pianoforte, è uno di quei ragazzi improbabili che restano nell’ombra di persone più forti di lui. Motorizzato è il perfetto galoppino di Alice, e anche quando lo si vorrebbe compatire, alla fin fine se ne resta delusi.
Sono i personaggi secondari che danno colore ad una storia semplicemente troppo assurda. I gemelli Dennis, il migliore amico di Harvey, e Debora e i nemici di Alice, Celeste, Mindi e Luke. Tutti forniscono pretesti per finire il libro. Il tema, quello del cancro e della remissione, è trattato con estrema superficialità, nel tentativo di realismo, si perde lo scopo dell’intrattenimento, probabilmente Alice è più reale di quello che ci potremmo mai immaginare. La vendetta è un piatto che va servito freddo e Alice è una maestra di crudeltà.
L’ambientazione è imprecisata, una città qualunque, con i suoi pregiudizi e i piccoli segreti da sobborgo di periferia che resta a sedimentarsi sulle disgrazie altrui.
Il particolare da non dimenticare? Un berretto rosso.
Un libro ingrato, di quelli che leggi con la speranza di trovarti davanti un bel libro e resti deluso. Dei personaggi odiosi, una trama inconcludente, una redenzione che non arriva e un finale a cui ho detto no.