Da qualche mese avevo voglia di leggere una bella storia d’amore, magari senza dover ricorrere per l’ennesima volta a uno dei libri della Austen, mitica e insuperabile. Non sapendo dove sbattere la testa ho chiesto consiglio a una carissima amica, Valentina, che tra le mille cose di cui si occupa è anche personal bookshopper con tanto di trasmissione radio.
La mia richiesta precisa era “un libro romantico, scritto bene, originale e ironico”. In fondo so di essere una lettrice di scarse pretese. Lei non si è scomposta e subito mi ha sparato tre titoli, uno dei quali è proprio Amore è una parola di Claire Calman.
Come sempre ci ha azzeccato. Libro inglese, ambientato fuori Londra verso la fine degli anni novanta, parla di Laura Kreuzer, un’art director trentenne che ha sofferto molto per amore e sta riprendendo in mano la sua vita. Ovviamente si innamorerà di nuovo, ci saranno millemila ostacoli e, come prevede ogni classico romanzo romantico, ci sarà un lieto fine. Perché leggerlo allora?
E’ un libro che ho divorato in poche ore, rapita dai personaggi e supportata da uno stile brillante e non banale. Non si tratta di chick-lit alla Bridget Jones o alla Sophie Kinsella, non è un romanzo propriamente leggero. Il tono lo è ma i temi trattati sono seri e universali. La perdita di una persona cara, il rapporto spesso complesso tra madre e figlia, le difficoltà al lavoro, l’insicurezza e l’orgoglio, le difficoltà di comunicazione, le incongruenze tra pensiero e azione, tutti i dubbi di una donna che non è più ragazza ma non si sente ancora adulta. La magia di questo libro è che mette sul piatto tutta questa complessità emotiva tra una tazza di tè e una battuta sconcia, tra giardini all’inglese e ristoranti cinesi d’asporto, tra fine umorismo e pessime figuracce. Un equilibrio sottile che caratterizza tutto il racconto e ci fa passare dalle risate alle lacrime nel giro di poche righe. Mica male, vero?
Se avete voglia di sano e ironico romanticismo, sapete cosa fare.
Amore è una parola (Love is a four letter word) di Claire Calman, a. 2000, traduzione di Ivan Cotroneo, edizione Bompiani, 281 pagg.