Amore, mi manchi.
Sì, mi manchi, Amore.Mi manca guidare ridendo. E cantare sotto la doccia.
Mi manca la faccia accartocciata di quando non riesco a non sorridere.
Mi manca andare al lavoro e far fatica a concentrarmi, ma farlo lo stesso e farlo per bene.
Mi manca la sensazione di averti trovato, riconosciuto. Di averti scoperto, di nuovo, dopo tutte le volte in cui ho detto, urlato e scritto che non ti credevo più, che non ti avrei mai più creduto.
Mi manca il calore che sai dare. E il terrore che provoca la paura di perderti. Mi manca la letteratura, la poesia, la chimica, la fisica, i sonni tranquilli, le notti bollenti. Mi manca il desiderio che solo tu sai creare e allargare come inchiostro sulla carta assorbente. Mi manca la voglia di averti, sentirti, toccarti, far sapere che ci sei, che ci siamo. Che io sono tua, che tu sei mio. Che come te, nessuno mai.
Mi manca la paura di pronunciare il tuo nome. Mi manca il fuoco nel sentirlo.
Mi manca il soffio di eternità, quelle due-tre cucchiaiate di impossibile e miracoloso e assurdo che ti porti dietro.
Già.
Mi manchi, Amore.
Non mi mancano però le attese. Le notti insonni. Le albe a girarmi nel letto e a dirmi che non c'eri, che non ci sei mai stato, che ancora una volta, uffa, mi ero inventata tutto. Te compreso, fino al più piccolo dei dettagli.
Non mi manca l'istinto alla fuga, il pensiero di essere presa per il culo, la certezza di aver preso neon da supermercato per sciami di lucciole delle fate raccontate da Scuotilancia sotto LSD.
Non mi mancano le lacrime, inutili, di quelle che mi sbavano il trucco anche quando non c'è.
Né il latte versato.
Che poi comunque tocca sempre a me raccoglierlo.
Né le gastriti. Le coliti, i battiti alti, il morale a terra.
O le camminate su e giù per la stanza, al buio, dicendomi maipiùmaipiù maipiù.
Non mi manca il risveglio, quello no, Amore.
Mi manca il sonno e i sogni che riesci a metterci dentro. Ma non il risveglio.
Mi manca il su e giù vorticoso di quando ci sei, ma non il piattume di quando capisco che non era vero niente, che la realtà, caro, carissimo Amore, è che non esisti, se non nei desideri, se non nella letteratura e nella poesia e in quei rari, brevissimi momenti, in cui la storia sfiora il pensiero e scopa con la chimica e il libro tocca la pelle e si fonde con la fisica.
Mi manchi, Amore,
perché io lo so che non ci sei. Non per me.
Ecco perché mi manchi.
Se ci fossi, lo sa anche La Palice, non mi mancheresti.
Ma anche se ci fossi, io non ti vorrei, o non saprei come fare per tenerti e finirei per cacciarti via, o andarmene. Perché è così, che faccio io, che facciamo tutti, prima o poi.
Me ne vado sempre. Ce ne andiamo sempre.Lo sai tu, che non esisti. Lo so io.
Lo sappiamo entrambi.