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Amoressia (di Matteo Zola)

Da Villa Telesio

don chisciotte

Don Chisciotte sta morendo, eppure ciò non impedisce alla nipote di mangiare, alla governante di bere e a Sancio di essere di buon umore.
Caterina allora disse: “Sei innamorato di me?”

“Sì”, rispose lui senza guardarla. La scena era semplice, scarsa mobilia e l’appartamento semivuoto. Il trasloco da finire e un solo divano a righe in mezzo alla stanza. Le pareti bianche e la luce di maggio, calda, dalle imposte semichiuse sul tetto della città antonelliana. “Sì”, ripeté con teatralità, questa volta guardandola con occhio misurato e caparbio.

Lei rispose al teatro con tono assuefatto alla finzione e chiese: “Perché?” “Perché sei magnificante malata” lui disse in tono piano “e ogni tua parola all’incendio del cuore non si salva”.

“E secondo te, io ti amo?” disse lei, turbata. Ché niente è più vero della finzione della scena. Lui guardò altrove, indifferente: “Non mi importa, ma credo di sì. L’immensità ti imprime una fame di stelle. Non m’importa, ché io in quell’immensità mi perdo quando voglio”. La scena allora si chiuse, e un sipario di lacrime calò sul viso di Caterina malata. Nessuno sa e nessuno capisce l’amore quando si compie.

Una luce spalancò la finestra e il vento turbinò con la porta del corridoio facendola sbattere violentemente. Il vetro s’infranse e il divano divenne preghiera delle costole, amplesso della solitudine che si unisce ad altra solitudine. Ancora non sapevano Marco e Caterina che la somma di due solitudini è la somma di due metà che non fanno un intero.

L’amore fu sottile, tanto da confondersi con le righe del divano. L’orgasmo fu una sacrestia di candele accese. Tutto di lei era sottile, per passare negli interstizi della vita, scivolare via senza dolore. Sottile abbastanza da non morire. E nelle scapole, nelle cosce deboli, Caterina dava alloggio alla morte. Marco non lo comprese subito. E fu felice.

Caterina anche, e mise la maschera -quella col sorriso disegnato. Caterina aveva mille maschere, ma questa è un’altra storia. Nella stanza disadorna bevvero vino in bicchieri di carta, mangiarono formaggio del discount.


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