Amori in Viaggio – Annamaria: Trovare (e Finire) l’Amore a Zanzibar

Creato il 04 novembre 2014 da Sunday @EliSundayAnne

Il mio amore per l’Africa ha radici lontane: era nei miei sogni di bambina.

Io per l’Africa ho sempre avuto uno strana fascinazione, mi son nutrita fin dall’infanzia di letture che parlavano di Africa, di questa terra misteriosa culla dell’umanità.
Quando, grazie a un colpo di fortuna, son partita per la prima volta destinazione Kenia, ho toccato il cielo con un dito: erano i miei sogni che si materializzavano.

Come disse Karen Blixen, l’autrice di “La mia Africa”: “Quando gli dei vogliono punirci esaudiscono i nostri desideri”.

Dopo il Kenia e varie peripezie sono approdata a Zanzibar, splendida isola al largo delle coste tanzane, lambita dall’Oceano Indiano e baciata dal sole quasi tutto l’anno.
La cornice ideale per un grande amore.

E qui a Zanzibar mi sono proprio innamorata, e l’amore per quest’uomo è stata una delle ragioni che mi hanno trattenuta su quest’isola meravigliosa.

A Zanzibar sono approdata all’incirca dieci anni fa e ci vivo stabilmente da otto anni. Dapprima ho lavorato come capo ricevimento per un importante tour operator italiano, poi come manager in un piccolo resort italiano. Attualmente mi occupo della gestione di una villa nella costa est di Zanzibar, una delle più belle di tutta l’isola.

Quello per Zanzibar, come capita a molti che arrivano qui, è stato amore a prima vista, come pure quello provato per il ragazzo con il quale mi sono sposata.

La prima volta che ho visto il mio ex marito, dietro la reception, ho da subito provato qualcosa di molto forte, inspiegabile razionalmente.

Ma del resto ha l’amore una spiegazione razionale? Click To TweetPowered By CoSchedule

O non segue piuttosto vie sue, alle volte tortuose, vie del cuore appunto che poco o nulla hanno a che vedere con la ragione?

E quando l’amore arriva, non resta che aprirgli la porta.

Io poi sono un’inguaribile romantica e il contesto in cui nacque questa storia ha senza dubbio alimentato questa mia particolarità. Da subito ho avuto quella sensazione di farfalle allo stomaco, ho capito che era qualcosa di grande e importante.

Io credo al colpo di fulmine: è la materializzazione di qualcosa che già ci portiamo dentro, un riconoscere che lui/lei è proprio quello che cercavamo.

Che cosa mi ha colpito fin dal principio? La pelle ambrata, gli occhi a mandorla, il fisico asciutto, la bocca carnosa e sensuale, le mani eleganti, beh, anche un bel sedere!
Ma soprattutto, al di là dell’aspetto fisico, sono stati i suoi modi gentili e galanti a conquistarmi.

Venivo da esperienze con uomini rudi – che ora rifuggo come la peste -, e questa gentilezza nei modi era ciò di cui avevo bisogno. Lui aveva, nei miei confronti, quei gesti di cavalleria da uomo d’altri tempi: aprire la portiera della macchina, versarmi da bere, spostarmi la sedia, omaggiarmi con dei fiori.
Può suonare anacronistico, ma sono atteggiamenti che fanno piacere, che ti fanno sentire bene. Anche se siamo donne emancipate ed evolute. Sono gesti che ti fanno sentire desiderata, unica. Speciale.

Abbiamo vissuto un anno meraviglioso, io ero al settimo cielo, felice come non mai.
Ma la felicità non è eterna e prima o poi si devono fare i conti con la realtà, che alle volte può essere molto dolorosa.

Ci siamo sposati qui a Zanzibar e dopo alcuni mesi mio marito è dovuto partire per i paesi del Golfo, dove aveva trovato lavoro in un grande albergo. Quella è stata la prima grande prova per me: vederlo partire e non sapere quando l’avrei rivisto.

La seconda – e ben più dura – è stata quando ho scoperto che lui aveva un’altra moglie e pure un figlio, di cui non sospettavo l’esistenza.
Per la cultura musulmana – generalmente parlando – è normale avere più di una moglie, o comunque delle amanti.
Ma noi, ingenuamente, pensiamo sempre di essere uniche e insostituibili.
Beh, non è così, ma forse questo vale ovunque e per qualunque cultura o religione.

Ciò che mi ha ferita di più è stato l’averlo saputo da altri e il non aver potuto scegliere.
Magari se mi fosse stato chiesto avrei anche potuto dire di no al matrimonio o comunque, se ci stavo, diventava una mia scelta e non una cosa subita. E’ stata una grande batosta, ma ho cercato di tirar su la testa e andare avanti.

Per tanto tempo non ci siamo più parlati, poi, si sa, le cose passano, il tempo guarisce le ferite. Basta saper aspettare.
Son riuscita a perdonarlo, che non vuol dire dimenticare, ma lasciar andare la rabbia e la persona:

Il perdono e il lasciare andare aiutano a tornare a vivere.Click To TweetPowered By CoSchedule

Un paio di anni fa abbiamo divorziato: non è stato facile, ma sono riuscita a superare anche questo momento di sofferenza.
Adesso mi sento serena nei suoi confronti.
Ho capito che ci sono cose che fan parte della cultura musulmana che io non capirò mai, e che comunque non posso condividere, perchè si parte da principi molto diversi: diversa è l’idea del rapporto uomo-donna, dell’essere coppia e dell’essere genitori.
Questa consapevolezza fa si che ora mi tenga lontana dagli uomini di qui: so già che tra me e loro non può funzionare.
Questo vale per me, ma non è detto valga per tutti!

Mi restano comunque dei bei ricordi: lui è stato davvero una persona importante nella mia vita e, nonostante ciò che è successo, gli vorrò sempre bene: un bene diverso. Siamo rimasti buoni amici, perché la stima e l’affetto reciproci non sono venuti meno. Dentro di me l’ho lasciato andare, perchè so che è l’unico modo affinchè la mia vita possa andare avanti.

Adesso sono felicemente single e mi dedico alle mie grandi passioni: scrivere, fotografare e viaggiare.

Buona giornata a tutti voi, in giro per il mondo!

Annamaria è una donna coraggiosa: ha seguito l’amore, il cuore, la voglia di buttarsi tra le braccia di chi la faceva stare bene. Poi è finita, e ne è uscita dolorante, ma forte. E’ difficile – a volte impossibile – resistere all’amore straniero. Ti prende, ti fa pulsare; la diversità ti attrae perché, all’inizio, appare dolce come il miele. E tu sei sola in un paese che non è il tuo, e hai voglia di scoprire, di capire, di sentirti amata.

E’ così che nasce l’amore in viaggio. Le diversità, all’inizio, sembrano annullarsi. La razionalità va a farsi friggere. Tutto, però, deve essere raddoppiato: il dialogo, l’ascolto, l’affetto, la stima, il fregarsene di ciò che dicono gli altri. Ma lo devono fare entrambi. A volte non basta, come nel caso di Annamaria. Ma quando basta, può nascere qualcosa di bello, e durare nel tempo.

L'amore, per chi viaggia, non ha frontiere. Mai.  @EliSundayAnneClick To TweetPowered By CoSchedule

Io non smetterò mai di arrendermi all’amore, di qualunque colore, razza, sesso, cultura esso sia. E poi vada come vada.

E voi?


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