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Amori in Viaggio – “Posso Raccontarti di Quella Volta a Lourdes?”

Creato il 25 ottobre 2014 da Sunday @EliSundayAnne

amori in viaggio

Il bello dell’avere un blog è che – a parte qualche zozzone e un paio di pazzi – si conosce tanta gente simpatica. Inaugurando la rubrica Amori in viaggio mai avrei pensato che la seconda persona a contattarmi per raccontarmi le sue avventure fosse un ragazzo. Più restii a raccontarsi delle donne, gli uomini le avventure le vivono, a volte le ricordano, i più le dimenticano. O fanno finta di farlo.

Ieri sera ho avuto il piacere di conoscere virtualmente Luca, che ha scelto Skype per raccontarmi la sua avventura. “Un’avventura breve, eh? Niente di che!”. Figurati un po’ se mi lascio sfuggire il racconto di un amore in viaggio. Di un ragazzo, poi!

- E dov’è capitata, questa avventura?
– A Lourdes.
Prendo dei fogli e una penna: tra dieci minuti sono su Skype.

Ecco il suo racconto: da leggere con l’accento romano che più romano non si può.

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Dovevo accompagnare mio padre a Lourdes. Da Roma Ostiense abbiamo preso il treno dei pellegrini, un treno bianco che con un viaggio che non finisce più ti porta al centro per eccellenza del pellegrinaggio cristiano. Mio padre all’epoca era un aspirante diacono; i diaconi a un certo punto del loro cammino devono fare un servizio di aiuto agli altri in luoghi religiosi come appunto Lourdes.

Si arriva a Lourdes, e il secondo giorno si fa una foto tutti insieme, i pellegrini e le guide, quelli che erano arrivati in treno e quelli che erano arrivati in aereo. Durante lo scatto della foto generale mi si è avvicinata una ragazza, Monica, di Roma sud. Mi si è letteralmente attaccata addosso e io le ho detto “Qua è come l’horror vacui!”, perché avevo la sensazione che, così appiccicati, fosse come se avessimo tutti paura del vuoto.

E sull’horror vacui siamo diventati amici.

Le giornate a Lourdes trascorrevano tranquille, e tra una grotta di Maria oggi e una birra domani, ci è scappato un bacio. Proprio nel comprensorio religioso. Essendo una zona sacra, si è subito avvicinata una guardia che, in francese, ci ha detto “Ma vi state baciando con la lingua, voi due?” e io ho risposto “Ma il bacio non è uno scambio di pace? E allora viva la pace!”.

Da quel bacio è scattata una scintilla.

Il giorno seguente c’era da fare una scampagnata in una zona sacra sopra Lourdes, ma io sinceramente proprio non avevo voglia di andare. Al che ho detto a mio padre di andare da solo, e a lei, che a me di andare sul cucuzzolo della montagna non andava di andare. Lei mi ha risposto che anche se fosse mancata per una mattina – era una guida, lei – non se ne sarebbe accorto nessuno.

E così, uscito mio padre per andare (ignaro) alla gita, dopo svariati sms per farle capire dov’era l’albergo, è arrivata lei. Ciao, come va, eccetera eccetera, ho fatto un po’ il piacione e il carino e le ho detto “Guarda, sinceramente di fare l’amore qua a Lourdes non è che me la sento tanto, non mi parrebbe tanto il caso”. Ci siamo un po’ toccati nei Paesi Bassi, ma poi io avevo anche paura che da un momento all’altro arrivasse mio padre dalla scampagnata sul cucuzzolo della montagna, e alla fine non abbiamo fatto niente. Mi sentivo un po’ strano e mi chiedevo “Ma cosa ci sto facendo, io, qui?”.

Ma perché non siete andati nella stanza di lei?

Perchè nella sua stanza c’era già la sua amica Jessica che lo stava facendo con un altro.

Comunque, parlando è venuto fuori che lei stava con un marinaio. Cioè, io ci sono rimasto un po’ stranito, perchè non avevo tanta voglia di stare con una ragazza che stava con un marinaio. Con un marinaio che ci fai, quando torna? Solo quello, e poi riparte. E allora, che ci stai a fare? Comunque, alla fine ci siamo separati, con la promessa di rivederci a Roma.

Il pullman che doveva portare me e mio padre alla stazione dei treni sarebbe partito di lì a poco. In quel momento ricevo un sms di Monica: “Vieni da me in albergo che ci salutiamo per bene”. Al che ho lasciato lì mio padre con le valigie e sono corso al suo albergo per un’ultimo bacio. L’ho trovata già sul letto, vestita. Il tempo era poco, e così ci siamo promessi di nuovo di incontrarci a Roma.

E così sono partito, pensando sul treno che forse avrei potuto farci qualcosa, ma è più forte di me: io le cose in fretta non le faccio. O le faccio bene, o niente.

E poi alla fine a Roma vi siete visti?

No. Ci siamo sentiti qualche volta al telefono, scambiati qualche sms, ma poi non ci siamo mai incontrati. In fondo, se un amore sboccia in viaggio, ha un senso se le cose accadono in quel contesto lì. Altrimenti, senza l’atmosfera e tutto, che senso avrebbe?

Ma ora hai la ragazza?

No: mi sono lasciato da poco con una ragazza con cui avevo convissuto qualche mese ma che era un po’ strana. Ci siamo lasciati dopo che sua madre mi aveva chiamato chiedendomi se Sara stava prendendo le pastiglie per il cervello. Io le ho detto “Come, le pastiglie per il cervello?” e lei mi aveva risposto “Deve prendere delle pastiglie perchè sei mesi fa aveva dato di testa e si era innamorata di Gesù Cristo”.

Azz, ho pensato: sarà stata mica la punizione per aver pomiciato a Lourdes?

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E a voi, è mai capitato di vivere delle situazioni in viaggio e chiedervi “Cosa ci sto facendo, io, qui?”. Pensate anche voi che, rivedendo qualcuno conosciuto in viaggio una volta tornati a casa, la magia sparisce ed è meglio rimanere col bel ricordo?

Ricordo che anni fa finii a casa di un senegalese conosciuto su un autobus, che era venuto ad aprirmi la porta con una tunica lunga fino a ai piedi tipo santone, col quale avevo pranzato per terra mangiando da una pentola appoggiata sul pavimento su dei fogli di giornale. Mi ero proprio chiesta come caspita ci ero finita, io, a casa di quell’uomo dall’aria austera, a mangiare per terra da una pentola.
E no, non credo proprio avesse senso rivederlo una volta tornata a Torino

:)

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