di Iannozzi Giuseppe e RomanticaVany
AMORUCCIO PER TUTTO
Amoruccio, per te tutto
Divento uno spostato e un capellone
o anche uno che si fila la destra
Amoruccio, per te tutto
Cado in ginocchio davanti a te
e così resterò fino alla fine
dell’infinita eternità
E non dovesse bastare
mi faccio templare per il Sacro Graal
Amoruccio per Tutto
Prendi di me la testa o il cuore
per concimare il tuo vaso di gerani,
ma da solo non mi lasciare
TRUST ME
Abbiate fede in me,
ma io non ne ho per nessuno,
non per chi m’attende all’incrocio
confidando d’ottenere il mio favore
Abbiate fede in me,
Gerusalemme è in fondo al mare
e il mio nome è Spavento
Abbiate fede,
capita a tutti di baciare la terra
che l’ha partorito per un Niente
da condividere coi tanti mortali
in chiese d’ossessione a chiedersi perché
DILUVIO
di RomanticaVany e Iannozzi Giuseppe
Se fra il grigio fumo delle nubi
lo sguardo ben in alto punto
uno spiraglio di luce
sul cuore mi bacia parlandomi di te.
Ma senza Luna né stelle
pian pianino nel Nulla affondo,
nel buio piovigginoso
che il cielo tutto riempie.
So che sei un cuore che batte,
so che di tanto in tanto sei anche
un’anima inquieta;
ma sotto una pioggia
che non ha mai fine
fragili steli d’erba
da gocciole d’acqua baciati
il nudo mio passo carezzano.
Pura sensazione,
distanza e non-distanza
fra te e l’Infinito.
Fluttuando nella sera…
l’animo mio si libra
dove giocano felici le mani
sulle note di flauti e chitarre,
mentre fantastici Dèi danzano
chiamando a sé leggenda e mito
perché siano domani imperitura Poesia.
Fra regali fontane e guizzanti ombre
anche noi danziamo,
o solo increduli fingiamo.
Là dove tutto è bizzarro e strano
lontano dal reale ma alla fantasia vicino,
tra otri e flauti il nostro amore lo viviamo
roseo e fiabesco da non sembrar quasi vero.
Tu Deucalione e Pirra il mare incanteremo
cangiando il tempo nostro in ore e ore
di lieta fantasia…
SOTTO UN CESPUGLIO DI ROSE
di RomanticaVany e Iannozzi Giuseppe
Tu te ne sei andato
nell’improvviso mio smarrimento;
non so come abbia frenato
i mille interrogativi, le mille parole
che avrei voluto gridare;
eppure cadevano
taglienti le tue.
Fioche luci
danno vita a frane sù frane,
io non nutrivo alcun rimorso,
mentre tu, bastardo,
mi attribuivi mille aggettivi.
Il gelo m’era calato
dentro nell’anima
dopo quel tuo “Ciao, a mai più!”;
ed io ti avevo dato
del mio cuore il meglio
con piena serenità;
mi son detta
ch’eri un pagliaccio,
che con il caldo il tuo cervello
si era decotto.
Calici di quarzo
arenati sulle sponde del mio cuore;
io resto al mio posto
al riparo in un cantuccio
sotto un cespuglio di rose
tra il soffice prato verde
e i sassi silenziosi.
E’ forse difficile capirmi,
ma è così che a me piace
quando dai sfogo alla tua crudezza,
quando vuoi oltrepassare il valico.
Vento di zucchero…
non ha più spinta
la tua follia,
non hanno più carburante
le tue parole sì tanto impudenti,
e quel tuo cuore
è ora di marzapane.