Magazine Diario personale

Amour

Da Mr
MR ci ha riprovato, e questa volta ci è riuscita.
Insieme ad A si è recata al cinema, ed è arrivata in orario. Non solo; oltre ad essere stata puntualissima ha scelto anche un filmone. Un porno d'autore, Amour di M. Haneke, Palma d'Oro a Cannes 2012 e cinque nomination agli Oscar 2013. Assolutamente sconsigliato ai maggiori di cinquant'anni, e tutto incentrato sull'oscenità del traboccante e ineluttabile dolore della malattia (porno in questo senso, che avevate capito?) che irrompe arrogante e aguzzina quando una vita è già ad un passo dal suo atto finale, MR ed A si sono avventurati in un'esperienza che pensavano potesse far bene al loro animo; che potesse essere propedeutica alla convivenza con una possibile dentiera, e fornire loro preliminari su come affrontare serenamente i futuri e marcati cali della vista. Insomma, istruttiva, contrariamente a quanto espresso da un passante poco prima che iniziasse lo spettacolo:
"Questo cinema è già brutto di suo, se poi vai anche a vedere un film del genere, da tirarsi martellate sulle palle ogni due secondi, ti butti dalla finestra!"
Il cinema in questione è una piccola sala non di ultima generazione dove generalmente proiettano film d'essai, che a MR piace molto; il passante in questione, con ogni evidenza, è un uomo dalla profondità interiore di una pozzanghera (MR ha rivisto e corretto questo giudizio alla fine dello spettacolo... anche prima... facciamo alla fine del primo tempo). Dunque, inizialmente MR ed A pensavano, ottimisti, fattivi, e propositivi, che la visione del film avrebbe prodotto benefici alla loro futura cresc... ehm, al loro cammino in direzione del tramonto, e al conseguente stile di vita. Hanno, invece, sospettato - già in coda alla biglietteria, dove, l'età media dell'utenza, nonostante l'aria di chi si sente ancora in partita nella spinosa faccenda dell'amore, era settant'anni, con qualche picco di sopravvissuti alla fame, ai combattimenti ed ai bombardamenti dell'ultima guerra - che forse non sarebbe stato esattamente così. Infatti, sbattuti "cinicamente" da Haneke nella dura, crudele, e spietata realtà della devastazione che si accanisce sulla vita dell'uomo quando non ha più niente in cui credere, quando la speranza è ormai un trascorso e non più una prospettiva, quando dentro un corpo, solcato da grinze e increspature, la gioventù urla inascoltata e l'anima è fatta a fette dal malessere, MR ed A si sono sentiti investire da sentimenti lugubri e deprimenti.
Alla fine di un film dalla leggerezza di un titano, decisamente contro la prevenzione del suicidio, a favore dell'eutanasia, si sono scambiati suggerimenti sugli ormai risoluti e determinati propositi suicidari futuri, hanno anche convenuto entrambi su una eventuale stesura del testamento biologico, ed hanno osservato un imbarazzato pubblico in età avanzata che usciva ed uno sognante che entrava per lo spettacolo successivo.

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