È come la danza di una foglia che cade, cullata e sospinta
dal vento. Sembra che stia per posarsi, ma una folata dà nuova linfa al suo
volo, che prosegue con regolare difformità e sembra non voler mai finire. È come il confuso orizzonte, che mescola mare
e cielo. Il volo dei gabbiani tra batuffoli di nuvole e la scia di una vela che
sembra aprire una ferita sull’epidermico mare. È come correre e perdere il
fiato in un prato infinito, profumato dal rosso dei fragili petali di mille
papaveri. È come un amore che inizia e ti intreccia le budella e ti amplifica i
sensi e ti trapunta la pelle e ti secca la bocca e ti fa stupido e felice e ti
fa capace di volare e ti fa esultare come Peter Pan e ti fa, ti fa e ti fa
ancora. È come un amore che finisce, che parte, si allontana, lento, arranca
malinconico il treno della felicità passata. È come il mare d’inverno, in
bianco e nero. È una foto, di quelle che:«Dio mio come siamo cambiati!» e i
ricordi respirano, disegnando un compassionevole sorriso sul volto. È la
colonna sonora di un film che ti piacerà. È Irma
Vep degli Amp Rive. Cinque
ragazzi di Reggio Emilia, Luca Gabrielli
(chitarra), Gualtiero Venturelli
(chitarra), Alessandro Gazzotti
(basso), Adriano Pratissoli
(batteria) e Andrea Sologni (synth e
chitarra), che ci regalano sei tele di puro impressionismo. Non riesco a fare
un’analisi canzone per canzone, non riesco ad estrapolare ogni singolo brano
dal tutto che compongono ed individuarne le peculiarità. Sono anelli della
stessa catena, molecole della stessa elica del DNA. Sei pezzi che formano una
squadra, ognuno con le proprie caratteristiche, perfettamente compatibili con
quelle degli altri. Ingranaggi dello stesso meccanismo. Un album che ti avvolge
in un morbido e rassicurante abbraccio fin dal primo ascolto, che sembra
sussurrarti all’orecchio “tranquillo, va tutto bene” e si insinua senza malizia
nella tua mente, lasciando che sogni e malinconie prendano il sopravvento sul quotidiano.
Il disco parte e la tua mente anche, per un viaggio che collega senza
interruzione stomaco e cervello, fegato e cuore e ti abbandona in uno stato di
catatonica veglia, follia razionale dovuta a quella parte di cervello che ci fa
vivere una vita parallela, dove i sogni hanno forma e sostanza. La fredda
critica mi fa dire post-rock, chiaramente ispirato a gruppi come Mogwai o
Explosions in the Sky. L’uomo ha bisogno di definire per poter controllare. Ma
la musica non si definisce, né tantomeno si controlla e Irma Vep gonfia i suoi polmoni con ampi respiri e assapora il gusto
e il profumo della musica, soltanto musica. Già, perché non c’è voce. Non c’è
voce umana, soltanto la voce universale di onde sonore che riempiono l’aria.
Schiacci play e tutto comincia. E finisce. Proprio così. Senti il primo brano,
il secondo, il terzo, li senti tutti e quasi non te ne rendi conto. Allora lo
ascolti un’altra volta, perché pensi di averne perso un pezzo. Schiacci play e
tutto comincia. E finisce. Allora lo ascolti un’altra volta e un’altra e
un’altra ancora. La mente che viaggia. Quello
che senti diventa secondario e cosa
senti si prende la ribalta. L’album scorre fresco e gorgogliante come un
ruscello di montagna, grazie alle capacità corali dei musicisti e sulla
corrente navigano veloci Procession, Best
Kept Secret, A Sort Of Apology, Clouded Down, If e The Apocalypse In F, che ti fanno passare quasi quaranta minuti a
divagare tra le tue fantasie. Quasi quaranta minuti che potrebbero essere uno o
mille. La relatività del tempo raggiunge la sua sublimazione grazie
all’infinito musicale. BEEP BEEP! Il suono di un clacson lontano sgretola le
mie fantasie e mi riporta in questo mondo. L’album è finito, il sogno si è
interrotto. Resta in me la sensazione di aver costruito qualcosa di bello
grazie alle emozioni provate durante l’ascolto dell’album. Non qui, in
quell’altro mondo o in quegli altri mondi, che ognuno di noi crea dentro di se,
per trovare rifugio quando la realtà diventa difficile, pesante, opprimente.
Una sensazione di soddisfazione macera
nello stomaco e da lì si propaga in tutto il corpo, dandomi per un attimo
l’emozione della sensazionalità. Ma la cosa che mi riempie ancor di più di
meraviglia è la consapevolezza di poter rivivere questa emozione ogni volta che
voglio. Sarà sufficiente mettere su Irma
Vep degli Amp Rive. È sarà come
la danza di una foglia che cade. Come il confuso orizzonte, che mescola mare e
cielo. Come correre e perdere il fiato… come un amore che inizia… un amore che
finisce… il mare d’inv…. L’inizio di un sogno… senza una fine.http://www.amprive.it/
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