Magazine Cultura
THE TOURIST, 2010
Regia di Florian Henckel von Donnersmarck. , con Johnny Depp (Frank Tupelo), Angelina Jolie (Elise Ward), Timothy Dalton (Jones), Paul Bettany (Acheson).
La spia Elise, in fuga dagli intrighi di un ex amante che ha pestato i piedi alla persona sbagliata, abborda sul treno uno sconosciuto, il professore di matematica Frank, usandolo (a sua insaputa) come copertura per la propria fuga.
I due sono diretti a Venezia, dove ne succedono di tutti i colori, e dove Frank scoprirà che non tutto è come sembra…
Premessa iniziale: a me i tanto vituperati cinepanettoni piacciono.
Non tutti, ovvio, anche qui ce ne sono di migliori e di peggiori, come in ogni genere, ma non è questo il punto. Mi piacciono perché, pur essendo un genere certamente banale e con molte pecche, almeno è sincero: se vai a vedere un cinepanettone, sai già esattamente cosa aspettarti. Mentre invece quante ciofeche, soprattutto americanate, vengono pubblicizzate come “grandi film”, “commedie intelligenti” ecc.?Poi uno va a vederle, spendendo magari otto euro, e si trova davanti ad un film inguardabile…
Per chi è riuscito a leggere la premessa senza abbandonare il post alla frase “i cinepanettoni mi piacciono”, entriamo nel merito dell’argomento: THE TOURIST è l’esempio calzante di quanto detto sopra: ovvero, il film pubblicizzato come semi capolavoro, thriller intelligente , ad alto tasso erotico o chi più ne ha più ne metta…e che poi, quando uno va a vederlo, si chiede: ma in fondo la differenza tra questo e il cinepanettone qual è in sostanza?
Perché non è che sia tutto ‘sto grande film, anzi: è un film freddo, manierato, fatto di fretta (la sceneggiatura pecca in molti punti), elegante ma distante dal pubblico, cui non comunica quasi nulla di quello che forse aveva intenzione di fare.
Angelina e Johnny sono bravi come sempre, ma come coppia non funzionano; non solo non comunicano nulla di erotico (cosa su cui il battage pubblicitario aveva molto puntato), ma proprio non sembrano nemmeno una coppia: infatti, li ho visti come singoli, personaggi a sé stanti, per tutto il film…
Certo sono bellissimi, nulla da dire: lui un po’ ingrassato che non perde nulla del suo fascino e sex appeal (ma si sa: uomo di panza, uomo di sostanza! ), lei splendida, elegantissima (che guardaroba, ovviamente firmatissimo e che comprende l’italiano Ferragamo!) e affascinante…una vera diva! Ma ripeto: funzionano presi da soli. E anche qui non sempre: lui appare spesso troppo spaesato, molto più di quello che richieda il suo personaggio- della serie “ma che ci faccio qui? Dove sono? Chi sono?”- e a tratti pure ansioso di finire al più presto( forse pentito?); lei, che sulla carta dovrebbe innamorarsi dello sconosciuto che coinvolge nei propri guai, non dà segnali manifesti di questo sentimento: con la sua espressione, il suo sguardo, il suo modo di fare rimane per lo più fredda, distante, altera; a tratti sembra persino accorgersi poco o nulla del compagno: sicuramente funziona di più come spia e avventuriera.
Gli altri attori: dimenticati appena usciti dal cinema!
Se proprio vogliamo gli attori italiani fanno molta più figura, soprattutto Christian de Sica in un ruolo insolitamente serio; poi abbiamo Alessio Boni nel ruolo di un agente dell’Interpol (anche lui mooooolto affascinante! ), Nino Frassica nel solito ruolo di Carabiniere e Raul Bova nel solito ruolo del playboy italiano (praticamente come lo vedono gli americani, visto che qui in Italia invece lo si vede esclusivamente nei ruoli di eroe o di bravo ragazzo…).
Una nota positiva la possiamo trovare perlomeno nella fotografia che incornicia molto bene Venezia, catturandone il fascino senza tempo; ma non basta.
Un certo ritmo che coinvolge lo spettatore c’è, ma al colpo di scena finale ti viene da dire( e qualcuno in sala l’ha detto!): “ma va a dà vià i ciapett!” (scusate la "licenza poetica"...)
Consiglio: se lo volete vedere, aspettate il noleggio: non vale gli otto euro del biglietto.
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