Pubblicato da giovanniag su marzo 8, 2012
Introduzione di Giovanni Agnoloni, testo narrativo di Marino Magliani
Una storia ardita e lumpen, archeologica e bolañiana, degna di una penna raffinata, che, dopo aver prodotto opere del calibro di Quella notte a Dolcedo, La tana degli Alberibelli (entrambe edite da Longanesi) e La spiaggia dei cani romantici (Instar), con questo libro torna a uscire dal suo universo d’elezione, la Liguria della sua infanzia rivisitata da lontano, per immedesimarsi in quel mondo, l’Olanda, che la vita lo ha portato a scegliere, così diverso, con la sua orizzontalità, dalle terrazze delle colline liguri.
Accompagnano queste righe delle foto di vari scorci di Amsterdam scattate da Bart Bokslag, fotografo olandese.
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Amsterdam, che luce c’era?
di Marino Magliani
“Che luce è? Guarda la bambina, con la zampa di pollo nella mano… che in olandese è Klauw, zampa, e l’archibugio è Klove, infatti una delle vie della torre Doelen, la torre per cui era stata commissionata la tela a Rembrandt, è Kloveniersburgwal. Che luce è dunque quella che illumina il volto degli altri archibugieri, e i suonatori di tamburo, e gli sparatori e gli urlatori, lasciando il loro corpo nell’oscurità? la luna o il sole? O sono torce? Questo non lo sapremo mai…”
“È la luce della Farfalla ” dissi.
Annuì, serio, fissandomi. E ammise che era così. “È la luce della Farfalla, dovevo immaginarlo.”
Poi uscimmo, saltammo sulle bici e lasciammo il Rijksmuseum e la Stadhouderskade. Avevo appuntato ogni cosa, in una grafia che posso decifrare solo io. Ogni segno, ogni pietra che avevamo visto, ogni lettura, ogni passo de La caduta di Camus che racconta questa città, ogni osservazione di De Amicis. E prima del Rembrandttoren avevo scritto che da quelle parti aveva casa Geert Meijsing, il grande narratore olandese che soggiornava in Italia da anni e vergognosamente nessuno aveva mai tradotto. Meijsing, il nome che inseguiva quest’archittetura.
Non l’avrebbero mai riconosciuta, attraverso il mio libro. Solo l’archeologia, com’erano archeologia i miei libri appena uscivano.
Un racconto minerale, non stavo scrivendo altro. Un sotterfugio.
Le pietre dei cortili di Amsterdam che anticamente in certi posti dovevano essere gialle, mentre quelle delle vie pubbliche erano di colore rosso, così nessuno poteva rubarsi le pietre rosse per utilizzarle nelle case private.