Ho rivisto Gangs of New York, dopo 12 anni e con un senso critico più maturo, rispetto all’epoca. Almeno sull’analisi dei personaggi e le scelte di Scorsese. E credo che andrebbe analizzato soprattutto il conflitto tra i due protagonisti, perché potrebbe generare un conflitto anche nello spettatore.
Di primo acchito, dovremmo parteggiare per Amsterdam, il ragazzo a cui hanno ammazzato il padre e che cerca vendetta. Questo poteva avvenire anche per l’impatto nel vederlo interpretato da Di Caprio, reduce da ruoli positivi come il tizio di Titanic, ruolo che si trovava ancora incollato addosso e che ci ha messo una vita (grazie anche a Scorsese) a togliersi di torno.
Troviamo Amsterdam contrapposto al Macellaio (Daniel Day-Lewis immenso), un personaggio odioso, violento e pieno di quegli ideali razzisti e conservatori che rappresentano ancora oggi la parte politica più conservatrice e populista di ogni paese. Ed è stato lui ad accoppargli il padre.
Ma Amsterdam è reo di una colpa forse più grave: intromettersi e volersi vendicare di nascosto di un uomo che ha rispettato suo padre e tuttora ne celebra la memoria. Un uomo che ha un altare in casa con la foto del nemico sconfitto e per cui accende sempre un cero. In questo, il Macellaio è superiore e dovrebbe meritarsi il rispetto dello spettatore e pure quello di Amsterdam.
Scorsese lascia questa scelta al pubblico, se “tifare” per l’uno, per l’altro, o per nessuno dei due, e lasciare che gli eventi si sviluppino da soli.
E io questa originale situazione l’ammiro. Magari esisteranno altri casi simili, in cui entrambi i protagonisti sono fallaci e per nulla positivi. Entrambi hanno le loro ragioni. Nessun bianco, nessun nero. Si può odiare il Macellaio per le sue idee ristrette e razziste, ma amarlo per il rispetto che prova per un nemico, possiamo odiare Amsterdam per la sua vigliaccheria.
Il film è ammirevole soprattutto per questa scelta, e per la scena finale di cui vi riporto la frase. Recuperate il finale, se volete.
“My father told me we was all born of blood and tribulation, and so then too was our great city. But for those of us what lived and died in them furious days, it was like everything we knew was mildly swept away. And no matter what they did to build this city up again… for the rest of time… it would be like no one even knew we was ever here.”
“Mio padre mi diceva che eravamo tutti nati nel sangue e nella tribolazione, lo stesso poté dirsi della nostra grande città. Ma per quelli di noi, che vissero e morirono nei giorni della Furia, fu come se tutto quanto avevamo conosciuto fosse stato spazzato via e qualsiasi cosa sia stata fatta per costruire la città, per il tempo a venire, sarebbe stato come se nessuno di noi fosse mai esistito.”