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Amsterdamnation – Foto di gruppo

Creato il 07 giugno 2010 da Okamis

ATTENZIONE!!!

1. Se non capite un’acca del senso di questo articolo, conviene che leggiate QUI.
2. Il testo che segue NON è un estratto dal romanzo Amsterdamnation attualmente in fase di editing.

L’altra sera mi chiama Arthur sul cellulare.

Non ho idea di come abbia avuto il mio numero, ma tant’è. Mi chiede sbrigativamente come va, dopo di che propone d’incontrarci al Ragna Rock.

«Neky ha deciso di rilevare l’attività e stasera si terrà l’inaugurazione» mi fa. «Ci saranno tutti.»

Tutti.

Non so perché, ma dopo quanto successo ad Amsterdam quella parola mi fa un po’ di paura. Dopotutto, l’ultima volta non è che ci siamo salutati proprio a tarallucci e vino. E poi giusto la mattina mi è arrivato l’ultimo numero di Berserk (il 238) e non ho ancora trovato il tempo per leggerlo. Chi cazzo me lo fa fare di uscire?

«Ascolta, non che l’idea di rivedere la vecchia banda mi dispiaccia, sia chiaro… È solo che per stasera avevo altri progetti. Porgi comunque i miei migliori auguri a Neky e…»

Non faccio in tempo a finire la frase che da sotto la camicia arriva la voce di Adam. «Ehi, qualcuno ha nominato Neky? Per i peli del culo di Loki, Claus, passami quel telefono!»

Addio seratina a base di fumetti e patatine.

Slaccio la camicia, alzo il braccio destro e con il sinistro avvicino il telefono all’unico orecchio rimasto a mio fratello, la cui faccia spunta da sotto la mia ascella. Sembro un babbuino intento a spulciarsi. E fortuna che gli sceneggiatori avevano detto che a riprese finite saremmo tornati normali. Sì, col cazzo. Ma perché non ho firmato la liberatoria per le scene di nudo anziché quella sulle mutazioni pan-dimensionali?

«Arthur! Vecchio bastardo, come va? Ancora problemi con il raffreddore? Senti un po’, ma cos’è questa storia? Sì… Ah-ah… Ma davvero?… Fantastico!… Ok, perfetto, ci saremo. A dopo, allora. Ciao. Spegni pure, Claus.»

«Suppongo sarai soddisfatto.»

«Non dovrei? Gnocca e birra stasera! Cosa si può desiderare di più? Anzi, a tal proposito, vedi di farti una doccia e di metterti un po’ di deodorante, che qua sotto si muore.»

˜

Arriviamo al Ragna Rock che è già stato fatto il taglio del nastro. Chissà perché la cosa non mi dispiace affatto.

All’entrata un paio di gorilla in jeans e maglietta giallo limone ci blocca.

«Siete sulla lista?»

«Credo.»

«Nome?»

«Claus Linhker e fratello.»

Il gorilla con il foglio degli invitati fa un paio di scarabocchi e si blocca. «Linhker? Voi siete i fratelli Linhker?»

«In carne e ascella» risponde mio fratello. Dall’umore sembrerebbe gradire molto la nuova camicia con taglio laterale.

«Davvero? Per gli dei, so che probabilmente ve lo sentirete dire tutti i giorni, ma io sono il vostro più grande fan! Avrò visto Amsterdamnation almeno sette volte! Sentite, non è che posso chiedervi un autografo? Sapete, per la mia bambina…»

Fantastico, pure il rompiballe esaltato ci mancava. «Basta che facciamo in fretta. Dove lo vuoi?»

Il gorilla mi passa la penna e tira fuori la maglietta dai pantaloni.

«Per la tua bambina, eh?»

Traccio qualche riga a caso e poi infilo la penna in bocca ad Adam. Quasi quasi la sua calligrafia è migliore della mia.

«Ehi, amiho, lo huoi un hehalo?» mugugna mio fratello con ancora la biro tra i denti.

Il gorilla annuisce con aria confusa.

Al che Adam lascia cadere la penna e sputa sulla maglietta.

«Mi raccomando: non lavarla; e domani mettila su E-Bay.»

˜

All’interno il Ragna Rock è rimasto esattamente come lo ricordavo: una vera merda. Neky non sembra aver voluto investire molto sul look. Spero solo che la qualità della carne sia migliorata.

Mi guardo attorno. Il locale è pieno. A quanto pare Arthur non mentiva: ci sono davvero tutti, da Kassél a Lucius, passando per il Padre, Rebecca, l’Uomo con la Valigetta, i soldati-rospo, Valeslav… In un angolo vedo persino quel pervertito di Frederik intento a farsi fare un servizietto da Clothilde, la vecchia “fiamma” di Luhy.

«Eccovi qua finalmente!»

Dal lato opposto del locale fa capolino Arthur. Anche lui non è cambiato di una virgola: stesso completo Zegna da impiegato perfettino di sempre. Almeno però questa volta non è sporco di sangue e interiora umane.

«Vi stavamo aspettando da più di un’ora! Ma dove eravate finiti?»

«Sai com’è, i fan.»

Arthur mi cinge le spalle e mi accompagna verso il bancone. «Guarda, non me ne parlare. Ormai tra spot di fazzoletti per il raffreddore e serate in discoteca la mia vita è diventata un inferno. Fortuna però che ci sono i vecchi amici, dico bene?»

«Eh, come no…»

«E a proposito di amici… Tadaaan!»

Appollaiato in equilibrio precario su di un minuscolo sgabello, vedo la sagoma pelosa di Luhy comparirmi di fronte. L’uomo-orso (o orso-uomo, non ho mai ben capito a chi assomigli di più) si gira e ci saluta alzando una mano, mentre tra le zanne gli spunta una piccola gamba. No, decisamente la qualità della carne non è migliorata.

«Noto con piacere che l’infante con patatine continua a essere il tuo piatto preferito.»

«Aushesji» mugugna Luhy in risposta, sputacchiando in giro pezzetti di carne umana. Credo di poterlo interpretare come una sorta di sì. O forse un vaffanculo; che poi per Luhy è lo stesso.

«E non solo il suo» fa una voce sorda proveniente dal basso.

Faccio scendere lo sguardo e trovo un grosso lupo dal pelo fulvo intento a sgranocchiare un osso. Il canide si passa un paio di leccate sulle zampe, quindi prende a mutare forma, fino ad assumere sembianze quasi umane.

«Ammetto che all’inizio ero un po’ scettica al riguardo, ma con il tempo ho cominciato ad apprezzare sempre più questa… leccornia

«Ksenja, da quanto tempo!» grida Adam, euforico, probabilmente per via del corpo nudo della donna, fatta eccezione per i tatuaggi che le ricoprono il torso. «Come sta la mia licantropa preferita?»

«Non sono una licantropa. Quante volte te lo devo ripetere? Sono una Upyrica-Vurdalachka, una strega non-morta dedita al licantropismo e al vampirismo.»

«Ah, giusto. Però ti voglio bene lo stesso. Dopotutto come non si può voler bene a una donna che racchiude in sé tutti i peggiori cliché horror?»

«E come si può non voler accoppare una testa di cazzo dalla lingua troppo lunga, ma non abbastanza per pulire l’ascella sotto cui vive.»

«Touché. E a proposito di vampiri, non vedo Kristanna.»

«Ah, lei non è potuta venire» risponde Arthur. «Aveva degli impegni di lavoro, o così almeno mi ha detto.»

«Capisco… Piuttosto, poi con quella storia del “tu-sai-cosa” com’è finita? Sai, Claus ed io non comparivamo in quelle scene, quindi ce ne siamo andati un po’ prima dal set…»

«Intendi con Jormi? Tutto risolto. Siamo giunti a un accordo sull’affidamento condiviso. Lui si tiene le pandimensioni dal lunedì al venerdì e io nel fine settimana.»

«E cosa pensi di farne?»

«Oh, beh, pensavo di costruirci qualche bel pianetucolo dove andare a pescare ogni tanto. Una robetta semplice…»

«Insomma, ci porti le fan per mostrare loro la tua “canna”.»

«Ehm… sì. Ma non ditelo a Neky, vi prego!»

«E perché non dovremmo dirlo a Neky?»

«Giusto, cos’è che non dovreste dirmi?»

Da dietro le nostre spalle vediamo spuntare la nostra cara vecchia Neky. Tra le mani regge un vassoio con cinque pinte di birra.

«Eh? Cosa?» Arthur finge di cadere dalle nuvole, cosa che non gli riesce benissimo. «Ah, nulla tesoro, nulla. Stavo giusto parlando ai ragazzi del regalo che ho comprato per il nostro primo anniversario.»

«Capisco…» fa Neky non molto convinta, mentre appoggia il vassoio sul bancone e passa una pinta a ciascuno. «Spero almeno sia meglio di quello che mi hai fatto per l’ultimo mesiversario.»

«Perché? Non mi dirai che non ti è piaciuto?»

«Era un posacenere ricavato da muco indurito!»

«Beh, dici sempre che i regali devono venire da dentro di noi…»

«Non in quel senso!»

«Ma quindi voi due…» provo a intromettermi, giusto per evitare che la “festa” si trasformi in una lite tra semidei e bambole voodoo viventi.

«Eh già» conferma Arthur. «Sai com’è: da cosa nasce cosa… e alla fine abbiamo capito che eravamo fatti l’uno per l’altra, come lo starnuto e il fazzoletto.»

«Ma che bella metafora…» fa Neky alzando gli occhi verso il soffitto. «Piuttosto, perché non approfittare di quest’occasione per farci una bella foto tutti insieme?»

«Giusto! Che così la vado poi ad aggiungere al mio profilo su Facebook

Tutti ci giriamo verso Ksenja.

«Beh, che avete da guardare? Ora una strega non-morta mezza licantropo e mezza vampiro non può avere un account su Facebook?»

Segue sfilza di “ma va”, “figurati”, “posso mandarti un invito per Farmville?”, intervallati qua è là da qualche rutto di Luhy.

Nel frattempo Neky scompare dietro il bancone, per riemergere quasi subito con in mano una macchina fotografica. Così, con mia grande gioia, rieccomi in mezzo a questo “compagnia del macello”, stretto tra mostri dei tempi antichi e mutanti di quelli nuovi. Resta solo un problema.

«Scusate, ma chi la fa la foto?» chiede Ksenja.

«Me ne occupo io, se la cosa non vi crea problemi.»

Ecco, mi sembrava mancasse ancora qualcuno all’appello: la Principessa di Coppe. La vedo farsi largo tra i clienti del Ragna Rock, senza che abbia mai bisogno di toccare qualcuno. Sono gli altri ad allontanarsi, come mossi da una forza invisibile; o più probabilmente dal tanfo di topo morto che giunge da sotto i suoi stracci.

«E tu ti lamenti della mia igiene personale?» bisbiglio ad Adam. «Pensa se finivi fuso a quella lì.»

«Brrr, non dirlo neanche per scherzo.»

La zingara si posiziona esattamente nel centro e con una mano richiama a se un tavolino, su cui ordina alcuni tarocchi.

«A Luhy non piace quella roba» grugnisce l’uomo-orso. «L’ultima volta non è stato piacevole.»

«Tranquillo, Yogi. Servono solo a far scena. Sai, ho pur sempre una reputazione da mantenere.»

La zingara si fa passare la macchina fotografica e con il terzo braccio che le spunta dal petto la posiziona a qualche metro da noi.

«Secondo voi sto meglio di profilo, con un gioco di chiaro-scuri, oppure con un’espressione da “ehi, bimba, vuoi vedere il mio Chtulhu”?» chiede Adam.

«Tanto verresti da schifo in qualsiasi caso» risponde la Principessa di Coppe. «Ma tranquillo, vedrai che saprò renderti al meglio.»

«Ah sì? E in che modo?»

«Diciamo che ho sfruttato a dovere il tempo trascorso da dopo le riprese di Amsterdamnation per affinare le mie arti occulte.»

Adam non sembra convinto. «Potresti essere più chiara?»

La zingara lancia un sospiro. «Ho fatto un corso di Photoshop. E ora sta zitto e sorridi. Cheeeeese!»

Amsterdamnation – Foto di gruppo


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