Amy Winehouse non ha mai avuto modo di esprimere il suo talento e la sua creativitá. Troppo impegnata a difendersi dalla stampa e da sé stessa.
Amy Winehouse ed io eravamo praticamente vicini di casa. Cinque minuti di bici, non di piú, per arrivare alla quieta e frondosa Camden Square dove in un angolino si trova la sua casa gialla. Non ero mai andato prima a vedere casa sua, non ne vedevo il motivo, e ora ho voluto aspettare un po’ che passasse tutto quell’entusiasmo di massa che ha invaso la piccola Camden Square di irrispettosi curiosi, fiori candele e bottiglie di vino.
Al mio arrivo la scena é abbastanza triste: una strana signora seduta di fronte alla casa, come di guardia, per terra alcuni fiori e candele e un cartello che dice che, in accordo con la famiglia Winehouse, il comune ha rimosso quasi tutti i fiori e riciclato le bottiglie. Dico, che senso ha lasciare bottiglie di alcolici? Quando é morto Kurt Cobain gli hanno lasciato fuori casa fucili e cartucce?Se devo essere onesto mi spiace piú per la sua vita che per la sua morte. Prima i giornali parlavano solo delle sue nottate, con vergognose gare a pubblicare le foto piú impietose. Ora invece ne parlano come fosse un angelo tirando fuori interviste che la ritraggono come una ragazza semplice dolcissima con un talento musicale incredibile e inespresso. Un po’ troppo tardi per tutto ció, magari la prossima volta impareremo a non fare scempio di persone cosí in pubblico?
Mi allontano da Camden Square nel momento in cui una scolaresca di spagnoli si mette in posa per una foto di gruppo davanti alla casa di Amy. No, forse non impareremo mai e certi personaggi saranno sempre vittime del pubblico stesso che li ha creati.