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E' quasi impossibile prendersela con un film realizzato con un budget di 10 mila dollari a meno che non si chiami Paranormal Activity o che comunque dimostri di essere sufficientemente "onesto" come questa pellicola del , per me, carneade Derek Cole, sceneggiato dall'attore protagonista, un altro carneade che risponde al nome di Stephen Twardokus e con una crew talmente limitata, a leggere i titoli di coda da far quasi tenerezza.
Girato in digitale e quasi del tutto in interni sfruttando gli ambienti della casa infestata, An american ghost story- Revenant ( a proposito il titolo originale era Revenant poi, forse per il successo del filone delle case infestate in quest'estate cinematografica , è stato aggiunto il resto del titolo) non ha nulla di originale da dire o da mostrare.
Avendo un budget limitato, ed è un eufemismo, prova a giocare tutto sull'atmosfera e su trucchi visibilmente a costo zero per cercare di far breccia nella psiche di uno spettatore alla ricerca di emozioni forti.
Che però latitano: il ritmo è troppo compassato, i sobbalzi sono rari e telefonati e Derek Cole non riesce a creare quell'atmosfera di tensione che gioverebbe e parecchio a un film come questo.
Anzi, il film procede placido e tranquillo fino a un finale, circa cinque minuti, in cui succede paraticamente di tutto e a velocità supersonica, come se il regista avesse risparmiato le cartucce per i primi 80 minuti e sparare tutto in un finale al calor bianco.
Per fortuna non c'è l'aggravante della tecnica del found footage o l'espediente del mockumentary per giustificare la telecamera posta in mano a un operatore in stato di delirium tremens : il tutto viene girato con una tecnica abbastanza " tradizionale".
Un punto di forza del film, si fa per dire, è la recitazione degli attori: di solito in pellicole con un budget esiguo come queste ci si imbatte sempre in un livello recitativo non adeguato, per non dire mediocre.
Qui invece si punta su pochissimi attori che però si rivelano discretamente capaci e non i soliti guitti raccattati sul marciapiede al primo angolo di strada.
An american ghost story - Revenant si immette nel mare magnum del sottogenere horror delle case infestate, stile Sinister, The Conjuring tanto per citare due esempi molto recenti e lo coniuga col digitale di produzioni come Paranormal Activity, sembrando però un prodotto più onesto, più scritto e recitato rispetto alla saga iniziata da Oren Peli.
Tutto questo non basta però a sollevarlo dalla mediocrità: è un qualcosa che si dimentica appena sono iniziati i titoli di coda.
Una curiosità(SPOILER-SPOILER-SPOILER): una nota di merito al fantasma che appare con tanto di lenazuolo a farne intuire le forme: un modo decisamente vintage, ma direi anche simpatico, di raffigurarlo....
( VOTO : 5 / 10 )
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