Tradurre in musica l’idea di Armageddon è un obiettivo al quale anelano migliaia di strimpellatori adepti del metallo. In tantissimi ci provano, in pochi ci riescono. Tra questi ci sono gli Anaal Nathrakh, poliedrico duo inglese formato dal polistrumentista Mike Kenney, in arte Irrumator, e l’uomo che vuole male alle proprie corde vocali Dave Hunt, già attivo con i Benediction (che fine hanno fatto poi?). Scoprii gli Anaal Nathrakh diversi anni fa, in occasione dell’uscita di Eschaton, e rimasi fulminato dalla loro commistione di black metal, death metal, grindcore, industrial e chi più ne ha più ne metta. In particolare ho sempre amato la loro capacità di assemblare canzoni che, pur essendo degli assalti di una pesantezza sonora rara perfino per i canoni del metal estremo, presentano sovente una vena in qualche modo epica, che emerge soprattutto nei fraseggi in clean vocals dell’ottimo Hunt.
Di dischi veramente brutti ‘sti ragazzi a mio parere non ne hanno mai fatti, cali di stile ogni tanto ne abbiamo visti (Passion) ma, a parte qualche piccola défaillance, non hanno sbagliato un colpo in 16 anni di carriera (e scusate se è poco). Tutto questo per introdurvi ciò che si può dire dell’ultimo Desideratum, ovvero tutto ciò che si può dire degli altri lavori del duo di Birmingham: estremo nel senso più ampio del termine. L’amalgama sonoro creato dagli Anaal Nathrakh è, ad oggi, una delle cose più vicine al concetto di apocalisse sonora al quale accennavo sopra. Riff tiratissimi, un drumming che pur essendo frutto di un computer rende alla perfezione e le urla lancinanti di Hunt a coronare il tutto. Tempi morti pari a zero, rallentamenti e mid-tempo qua e là a stemperare un mosaico sonoro che risulterà di difficile digeribilità a molti. Gli Anaal Nathrakh confermano una classe inarrivabile, e ‘sti cazzi dell’ultimo disco dei Mysticum spacciato per innovazione. Da 16 anni l’apocalisse porta bandiera inglese.