Poeta greco nato a Teo, in Asia Minore, probabilmente nel 572 a. C. Visse in Abdera, poi a lungo a Samo, alla corte di Policrate che allietava coi suoi canti dedicati all’esaltazione dell’eros e della convivialità. Passò poi in Atene alla corte dei Pisistratidi, infine in Tessaglia presso gli Alevadi. Secondo la tradizione morì a 85 anni soffocato da un acino d’uva (come si racconta anche di Sofocle).
INSIDIE
Vado a deriva su scogli latenti.
BELLICISTA
E amò le armi che grondano pianto.
IL MOMENTO
E chi vuol combattere,
già che può, combatta.
TROPPO ZELO
Eccedi nell’eccesso.
OTTUSITÀ
Mi s’è insodita l’anima.
Le sue poesie furono dagli antichi distribuite in 5 libri: tre di poesie propriamente liriche, uno di elegie, uno di giambi; a noi restano soltanto frammenti in dialetto ionico con qualche traccia di eolismo. In essi, specie in quelli elegiaci, Anacreonte mostra grazia delicata e raffinata unita a tristezza sincera, seppure meno profonda che in Mimnermo, mentre mostra vigore e crudezza nell’invettiva e nella satira dei giambi. Ma Anacreonte cantò soprattutto il vino e l’amore nei carmi melici, dove si riallaccia alla tradizione eolica di Alceo e di Saffo.
COLORI
oscilla nel fogliame
tra i bruni allori e il verde dell’ulivo.
CONSIGLIO
Io son vecchio, ascoltami, ragazza.
(Sei bella,
con quei capelli lunghi e quella veste d’oro.)
La melica monodica era un tipo di poesia che veniva intonata sulla cetra da un solista, il poeta-musico. Era riservata all’effusione sentimantale e richiedeva particolare maestria di composizione e grande raffinatezza inventiva. Anacreonte, poeta letteratissimo in cui la tematica erotica e simposiaca è dominate, chiama Eros, piccolo dio che muove a suo piacere gli umani, al centro di ogni occasione di gioco, schermaglia, corteggiamento. E’ il demone sempre invocato e a cui di continuo si vorrebbe sfuggire.
CONVIVIALE
L’acqua, il vino, ragazzo,
e ghirlande di fiori!
Porta tutto: con Eros
io voglio fare a pugni.
SPOGLIARELLO
Dorica nudità, senza camicia.
IL MITE
Voglio fare all’amore
con te.
Hai così vaga l’anima.
ANACREONTE, in Enciclopedia Italiana (1929) Treccani.it
ANACREONTE, in “I LIRICI GRECI”, traduzione di Filippo Maria Pontani, edizione a cura di Davico Bonino, Giulio Editore 1969