Un successo! Non c’è altro modo di definire ciò che abbiamo rilevato ovvero la disponibilità a compilare il questionario, conoscendone la fonte ovvero noi Giovani Comunisti di Asti, di due studenti su tre (su un totale di circa 80/100 questionari). Ma bando alle autocelebrazioni: arriviamo al succo, cioè all’analisi delle risposte.
Da premettere c’è che la “ricerca”, l’inchiesta, è stata condotta su un campione di studenti variegati per quanto riguarda l’età e anche per quanto riguarda l’estrazione sociale, culturale, politica.
Alcuni punti ci sembrano i più interessanti da analizzare al momento:
1) le motivazioni che gli studenti hanno dato per aver partecipato o meno alla manifestazione dell’Alfieri del 9 ottobre sull’argomento inagibilità ed edilizia scolastica. 2) Le competenze e le responsabilità che gli studenti attribuiscono alle Istituzioni locali ed extra-locali. 3) L’importanza che gli studenti attribuiscono allo strumento della manifestazione studentesca. 4) L’opinione che gli studenti hanno dell’operato e della prontezza di reazione di fronte ad un problema dei Rappresentanti di Istituto (nonchè proposte che gli studenti avanzano per migliorare comunicazione e relazioni all’interno dell’istituto). 5) Che fanno gli studenti per cambiare ciò che non va?
Scendiamo nel dettaglio:
1) Manifestazione del 9 Ottobre: C’è chi, pochi, dice di non aver partecipato per le chiare connotazioni politiche della manifestazione (?!) sollecitando in chi legge una domanda: “ma se non ha partecipato come faceva a saperlo?”. C’è chi, pochi, dice di aver partecipato “per saltare un giorno di scuola”. Triste e sconfortante ma direi fisiologico. C’è chi non ha partecipato per altri impegni. Chi ha partecipato invece generalmente lo ha fatto per capirne di più del problema dell’edilizia e dell’inagibilità dell’Alfieri, per sensibilizzare le amministrazioni locali, per preoccupazione riguardo la propria incolumità. Purtroppo, ed è da sottolineare, c’è anche chi dice di non aver partecipato perchè non lo aveva saputo! Quasi tutti comunque conoscono il motivo per cui fu organizzata.
2) Competenze e Responsabilità: C’è poca fiducia nelle attuali amministrazioni locali, identificate dalla quasi generalità degli studenti sottoposti al questionario come immobili e incomprensibilmente impotenti di fronte a problemi gravi come l’edilizia scolastica. Molta poca fiducia quindi nell’utilità di un’eventuale lettera a Galvagno o alla Armosino. Talmente poca fiducia nella Gelmini da non essere neanche classificabile! La figura della preside, Tina Casamento, ne esce al contrario decisamente bene: emerge dalle alte valutazioni di molti studenti alla domanda “chi si occupa della tua scuola da 1 a 10″ tutto il rispetto e la stima che la preside ha saputo meritarsi. Così come il Consiglio di Istituto: c’è però da dire che la figura del Preside ed il Consiglio non hanno tutto questo potere che gli studenti erroneamente vi attribuiscono. I mezzi che gli studenti considerano più efficaci per cercare di risolvere qualcosa che all’interno della scuola non funziona sono la manifestazione studentesca, l’occupazione e la lettera ai giornali locali. Ad un livello generalmente abbastanza basso si attestano strumenti come il rivolgersi ad un partito politico.
3) Opinione sulle manifestazioni studentesche: Quì le risposte si spaccano, dividendosi praticamente in due categorie di pari dimensioni, alla domanda “ritieni le manifestazioni: a) utili, perchè… b) inutili, perchè…”. Senza dilungarsi troppo chi sostiene l’utilità della manifestazione è convinto che questa rappresenti uno dei pochi strumenti ancora a piena disposizione dello studente per farsi sentire e vedere, e non intende rinunciarvi. Chi invece ne sostiene l’inutilità afferma che tanto, in fondo, le manifestazioni passano inosservate (forse perchè poco partecipate? ndr), quindi sono inutili e non vale la pena scomodarsi oppure dice che queste sono spesso strumentalizzate politicamente e quindi non meritevoli di partecipazione (benchè, a mio modesto avviso, le manifestazioni studentesche astigiane degli ultimi anni siano forse le più tiepide da molto tempo a questa parte).
4) rapporti interpersonali/ Rappresentanti di Istituto: Valutazioni sull’operato dei Rappr. di Istituto e sulla loro prontezza di fronte ad un problema generalmente basse, spesso molto basse, troppo basse. Una media che si aggira intorno al 4, forse 5 attestandosi comunque su una marcata insufficienza. Purtroppo. Dai questionari emerge con chiarezza l’idea che alcuni studenti non conoscano neppure i loro rappresentanti; dalle constatazioni (liberamente consultabili a richiesta) di molti studenti emerge il desiderio di voler essere informati di più, in modo più efficace e continuativo: viene infatti sottolineata in molte risposte la presenza di chiari deficit comunicativi tra Rappresentanti di Istituto e studenti, oltre che tra gli studenti stessi, e tra i rappresentanti delle varie classi. Vengono avanzate anche chiare esplicite richieste e proposte: per esempio sfruttare maggiormente le Assemblee generali degli studenti e i Comitati Studenteschi (ovvero una assemblea “ristretta” tra Rappr. Istituto e Rappr. delle classi), strumenti purtroppo in disuso oggi presso molte scuole, non solo al Classico. Per esempio passare di più nelle classi nei giorni precedenti una manifestazione o un presidio, o comunicarlo ai rappresentanti di classe in modo che trasmettano in modo più rapido. E’ spiacevole infatti leggere che alcuni studenti di alcune classe affermino di non aver partecipato alla manifestazione del 9 ottobre perchè non ne avevano saputo nulla…
5) cambiare ciò che non va: le risposte variano molto alla domanda “cosa non ti piace della tua scuola?”; focalizziamoci sulle negative, sullo stile “molto!” “tutto”, comunque parecchie. Dunque chiediamo subito dopo “cosa fai per cambiare ciò che non ti piace?”. Le risposte per la quasi totalità sono “nulla” e si aggirano su un concetto molto semplice che è: “che posso fare io? Nulla! Quindi non faccio nulla! “. Tutto ciò denota la distanza che gli studenti percepiscono tra se stessi e i luoghi all’interno dei quali si incide sulla scuola. Figurarsi nei confronti della politica! C’è anche da dire che è diffusa una disaffezione sconfortante riguardo il vivere attivamente la socialità che ci circonda, e che questa è figlia della cultura che han voluto far passare in questi anni, e che ha messo radici profonde. Difficili da sradicare. C’è da lavorare molto!
PRESA VISIONE DEI QUESTIONARI I GC ASTI SI IMPEGNANO A:
- Contattare le testate giornalistiche locali, diffondendo la voce degli studenti.
- Inviare a Comune e Provincia una dettagliata lettera, descrivendogli il malessere che gli studenti provano a studiare in scuole fatiscenti. Descrivendogli come essi pensino che la scuola sia arrivata a questo punto di degredo, raccontandogli la loro rabbia. Sollecitandoli finalmente ad attivarsi!
- Continuare la nostra azione politica e culturale a contatto con gli studenti, con le scuole, con le università. Sensibilizzando questi soggetti a principi di buona politica, dal basso, attiva e propositiva, capace ancora di appassionare!
- Prendere, ancora, e ancora, contatto con i Rappresentanti di Istituto proponendogli di collaborare e fornendogli strumenti e idee che possano formare al meglio la conoscenza del rappresentante e dello studente che voglia incidere nella sua scuola. Collaborare per organizzare meglio la protesta degli studenti. Collaborare per essere più incisivi. Per questo gli riprononiamo, pubblicamente, di continuare con noi l’esperienza del Coordinamento Scuola, luogo di confronto ed elaborazione che purtroppo i rappresentanti (come altre forze politiche e sociali giovanili) hanno, per la quasi totalità, abbandonato nel giro di 2/3 incontri. Le nostre porte sono apertissime alla vostra voglia di attivarvi ed impegnarvi per gli studenti! Approfittatene!
Grazie a Pier Luca Cuccuru, Giulia Trinchero, Cecilia Noviello, Claudia Rozzo, Claudia Ghiraldini per aver distribuito i questionari nelle classi!
Coordinamento Provinciale Giovani Comunisti Asti