Anatomia della fame
Autore: Stefano Pini
Editore: La vita felice
Pagine: 88
Prezzo: € 9,00
Pubblicazione: gennaio 2012
ISBN: 978-88-7799-402-8
Valutazione Libriconsigliati: consigliato.
Inquietudine, paura, precarietà e smarrimento emergono con forza nell’opera prima del giovane poeta Stefano Pini, che a tutto ciò affianca la consapevolezza di sensazioni ed esperienze già viste e vissute. Più di 50 poesie suddivise in quattro sezioni – Stanze, Istruzioni primarie, Gli occhi del padre, Terra emersa – che vanno a scavare nella vita quotidiana, offrendo un’istantanea del corpo, dentro (il nostro) e fuori (lo spazio in cui viviamo). È una vera anatomia – quella del titolo – di ciò che è in noi e attorno a noi, è una fame di vita, di esperienze, di sensazioni.
Il corpo fisico e lo spazio a lui prossimo sono i protagonisti della prima sezione, in quelle Stanze che vivono assieme al corpo. Un corpo fragile, a volte dolorante e doloroso, in alcuni casi talmente distante da non essere sentito e riconosciuto. Non si può che guardarlo, proprio come si guardano i muri e gli oggetti della casa. “Io non so niente delle scarpe all’ingresso / delle pareti scritte negli anni. / Le lenzuola lasciano i corpi, / soli, i resti del sonno […]” e ancora “Questo pavimento non porta date, ricorrenze / non è la solitudine eppure ho le braccia tese / ad afferrare fotografie […]“.
Poi c’è una svolta, frasi dette a qualcuno o a se stessi, parole che danno il via ad ogni poesia di Istruzioni primarie e che sono lì a dare insegnamento, certezza: “Ridi”, “Scopriti i fianchi”, “Non valgo che le labbra”. Vere e proprie istruzioni che cercano spiegazione nelle parole a seguire, le quali finiscono per scolpire un sentimento, una visione, un ritorno verso quelle espressioni che le hanno fatte nascere e che in modo rapido concludono.
Di nuovo il corpo: ne Gli occhi del padre emerge con forza un dialogo tra padre e figlio, un dialogo che è assenza e dolore, un corpo che torna nella sua assenza e che in questa vive: “Seduti a un tavolo, a un altare, / abbiamo scoperto le lacrime passate / il nostro inizio finito”.
Ed è con Terra emersa che si conclude, poesie dove il corpo cambia aspetto, facendosi metropoli: è una Milano fatta di strade, cemento, tram, tombini, è una città vista da istantanee notturne, fatte di luce quasi assente e di umidità, polvere, caldo. “La metropoli crede ai servi, sovverte / invoca le parole dei padri. Aderisce al pianto, si racconta la sera, / ci restituisce la colpa degli estinti / di fronte alle lapidi del Monumentale. / Un’arteria noi, sul fianco di carne imprecisa. Luce.”
Una poesia del non detto, di un accennato, sussurrato, capace di penetrare sotto pelle, di una fragilità che a volte riesce a essere forza. Parole capaci di muovere lo spirito. Da leggere.
Licia Lanza per Libri Consigliati
L’AUTORE
Stefano Pini è nato a Treviglio (BG) nel febbraio del 1983. Si è laureato in Lettere a Milano, dove lavora come pubblicista e scrive di cinema, televisione, nuove tecnologie. Suoi testi sono stati pubblicati nell’antologia diSubway Letteratura (ed. 2010) e qua e là sul web. E’ stato ideatore del progetto di poesia e fotografia Occhi di vetro, esposto a Milano nel 2007 e di La notte infine/Before the night owl, progetto multimediale per parole e immagini presentato a Londra nel 2008. E’ tra gli organizzatori di TreviglioPoesia, festival di poesia e videopoesia.