Ho rimandato anche troppo questo recap, ne sono consapevole, perché checché se ne dica sono una blogger imperfetta, di quelle che dicono dicono poi in sostanza sono scombinate, disordinate, mancano di organizzazione e finiscono per accumulare ritardi su ritardi *shame on me*. Il fatto è che sono stata impegnata e poi giovedì, come ho scritto in pagina, sono andata ad incontrare Soraidh. Galeotto per noi fu Trentatré di Mirya, e infatti l’ho conosciuta durante il Trentatré Read Along che aveva organizzato per la nostra Prof. È stata una bella giornata, ma doveva essere solo un caffè e alla fine sono stata lì per pranzo e tutto il pomeriggio. Ieri mancavano delle risposte all’appello e perciò eccoci qui…
Adoro leggere i vostri commenti sul libro, anche se capisco che l’estate e le vacanze ci hanno unn po’ allontanato. Credo che questo non sia il periodo migliore per mettere in piedi un read along, magari non con un libro del genere. Non posso negare che “Il Racconto dell’Ancella” sia abbastanza angosciante, ma leggerlo in compagnia è sempre meglio che affrontarlo da soli, con la consapevolezza di vedere rappresentato un mondo totalmente plausibile, con tanti di quei argomenti trattati e su cui riflettere che mi sono dovuta fermare spesso durante la lettura.
Posso dire, quindi, che questo libro è estremamente inquietante? Ma proprio tanto eh. Mentre leggevo avevo i brividi e non oso immaginare che cosa mi riserva l’ultima parte. È un mondo davvero molto catastrofico quello descritto dalla Atwood e pensare che lo ha scritto trenta anni fa, ma è talmente verosimile da risultare di un realismo sconvolgente. La crisi tecnologica, l’aumento della sterilità, il ritorno ad un mondo più semplice, con un culto religioso forte, che giustifica, in qualche modo assurdo, le scelte operate dal governo centrale, i ricchi che dispiegano una forza insospettabile nei confronti di chi non può ottemperare alla richiesta più forte di questa società distopica, quella della procreazione. In un crescendo spaventoso la fertilità è diventata un miraggio e le donne sono sfruttate proprio per concepire. Come? In maniera ignobile. Ma o sforni bambini o non vali niente e in uno scambio che lascia raccapricciati, si da per ricevere un minimo di tranquillità e sicurezza, ma per lo più queste donne capaci di portare in grembo la vita sono considerate alla stregua di schiave, viste con sospetto dalle mogli facoltose ma incapaci di concepire.
Mentre scopro che esiste un adattamento cinematografico di questo libro, la penultima settimana del RA è sempre dedicata alle nostre foto con la cover. Inizialmente con la mitica Lorena avevamo pensato ad una cosa coreografata, in una specie di travestimento che ricordasse le ancelle, ma insomma, io non ho cose rosse e ho dovuto rinunciare… ma lei:
E invece ringrazio tantissimo @chiarar88 e @FTripiedi che hanno accettato la sfida… perciò eccoci qui:
Ora vi lascio al recap settimanale, come sempre vi ricordo che non posso garantirvi lo SPOILER FREE quindi approcciatevi alla lettura con prudenza.
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Dalla sesta alla decima parte: Un piccolo riassunto
Della protagonista non conosciamo il nome, solo sprazzi del suo passato, la sua identità è stata completamente cancellata in favore della sua funzione di Ancella. Più ci addentriamo nel racconto più si vengono a scoprire le sue funzioni, i suoi compiti, e le sue restrizioni…
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Dalla sesta alla decima parte: I nostri commenti su Twitter
Come per gli ultimi RA, dopo averne testato l’affidabilità vi rimando alla Tag Board in cui sono riuniti tutti i tweet segnati dall’hashtag #LEAncRA. Vi ricordo che se avete un account protetto su Twitter i vostri commenti non compariranno.
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Dalla sesta alla decima parte: La discussione
- Che cosa pensate della Cerimonia?
@anncleire: La Cerimonia è una delle parti più inquietanti e spaventose di questo libro, perché viene giustificata dal culto, viene accettata come necessaria e perché la protagonista, che la vive, non riceve alcun tipo di conforto o di sostegno, neanche dalla moglie del comandante. Il che mi ha portato a riflettere sul fatto che la cosa peggiore, spesso, nella nostra vita è il menefreghismo, il chiudere gli occhi di fronte a fatti spaventosi che ci accadono accanto e il nostro non fare niente.
@SpeziaC: La cerimonia è inquietante. Basta questo.
@Mirya_76: La Cerimonia è orrenda, tuttavia mi ha fatto pensare che in molte epoche e regioni succeda spesso lo stesso, anche senza distopie in atto.
@Rebe_91_ : La cerimonia mi ha lasciato un senso di disagio addosso anche una volta spento il reader.
- La protagonista del libro crede in un messaggio che le arriverà, spera, per andare avanti. Voi in cosa credete?
@anncleire: Credo in me stessa prima di tutto, nella mia forza, nel fatto che possa rialzarmi, anche quando lo credo impossibile. Credo nella determinazione, nel fatto che se mi impegno e ci credo posso fare tutto. Credo nell’amore e nella speranza. Credo che non bisogna arrendersi, che non bisogna annullarsi in nome di un sentimento che non esiste. Credo nella libertà, di espressione e di vita, quella libertà personale che non occlude quella degli altri. Credo che bisogna condividere, aiutarsi reciprocamente, aprirsi al diverso, alla possibilità di imparare qualcosa ogni giorno. Credo nella vita, e nella possibilità di scelta, credo che ognuno sia l’artefice del proprio destino.
@SpeziaC: Io credo nell'amore. Sopra ogni cosa. E nelle tradizioni. Ma soprattutto credo nel Dio dei Tortelli di Zucca.
@Mirya_76: Io credo in mio marito, in mio figlio, nel potere dell'arte. Credo che perdonare sia impossibile e inutile e che pentirsi sia una pratica esistenziale per non commettere più gli stessi errori. Credo nel rispetto del prossimo, ma non nella sopportazione dell'idiozia, credo nell'apprendimento ma non nei consigli, credo nella riservatezza e nell'accoglienza. Credo nel rispetto per gli animali, che secondo me significa lasciare il più possibile all'animale i suoi istinti, ma credo che un essere umano sia sempre più importante di un animale, per via del potere dell'arte. Credo nella imprevedibilità della sorte, che gira a prescindere dalle nostre migliori intenzioni, ma credo anche nei piani per proteggersi dalla sorte avversa, entro certi limiti. Credo che le peggiori nemiche delle donne siano le donne stesse, credo nel fregarsene poco o nulla di quel che fanno gli altri e credo nel fregarsene ancor meno di quanto agli altri frega di noi. Credo che l'invidia sia una fonte continua di infelicità ma solo per chi la prova, credo che nessuno possa farti davvero del male, moralmente parlando, se a te quella persona non interessa; credo che ci siano più persone interessate a far del male di quante siano interessate a far del bene e credo che questo sia uno dei grandi mali dell'umanità. Credo nell'ironia e nella risata, come istinto di sopravvivenza umana. E credo nella Ceres, perché c'è.
@Rebe_91_ : Io credo in tante cose, eppure a volte in nessuna. Di certo nella libertà di parola e di scelta. Ma non nella libertà da, no in quella no.