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Anche a Roma metodo Boldrini-Grasso

Creato il 17 marzo 2013 da Cristiana

Ha ragione Riccardo quando dice: il metodo Grasso-Boldrini sarebbe ora vitale per Roma. Per toglierla dal caos attuale, per non riconsegnarla alla destra. Non so bene dire chi proporre, ma, nel centrosinistra:  ” …direi che più che le primarie possiamo archiviare i nomi fatti fin’ora.”

I nomi sono come la fila di atleti ai blocchi di partenza dei 100 metri. Solo che invece delle nazioni ci sono tutte le correnti in cui si è micro polverizzato il partito romano. A Roma serve un passo indietro collettivo, un atto di generosità cosmico, una notte come quella che hanno passato in Parlamento l’altro ieri. Serve un segretario come Bersani che alla fine ascolta la voce giusta e, con lieve in ritardo rispetto ai tempi del Paese, la cosa giusta la fa. Gli effetti si sono visti ieri: Grillo all’angolo e livoroso che vuole la testa dei senatori cinque stelle invece di intestarsi l’elezione di una brava persona e non di Schifani.

Insomma serve non uno che spari il colpo di pistola a delle primarie suicida, ma uno che riporti tutti negli spogliatoi, come ha fatto Bersani, e sprema l’intelligenza collettiva per trovare la persona giusta (e qui mi piace cosa ha scritto Civati stamane). Non sto dicendo di abolire le primarie, ci mancherebbe. E figuriamoci se non le voglio libere ed aperte a tutti. Ma trovo bislacco che il PD romano abbia più candidati delle dita di una mano.

Non è un buon sintomo. E lo dico, serenamente.

Faccio parte, da sempre, di quel “partito” che osa uscire dallo schema, lo stesso di quei senatori M5S che ieri hanno votato Grasso. Se il candidato sindaco del M5S mi piacerà di più del sindaco uscito da queste primarie schizofreniche, lo voterò.

Lo farò, se mai dovesse accadere (magari i grillini presentano uno impresentabile) per Roma e basta. Così come alle primarie dei presidenti di municipio inviterò a votare il candidato per me migliore, non necessariamente del PD.


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