Magazine Cultura

Anche i Killer Hanno un Cuore… di Marmo!

Creato il 11 luglio 2011 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Anche i Killer Hanno un Cuore… di Marmo!Bocca piccola, carnosa e vermiglia; occhi celesti, profondi come il mare: incastonati in un viso dolce sopra un corpo filiforme ed aggraziato. Voce dolce e calda con quell’irresistibile accento francese a conferirle quel tocco di fascino che sa di ciliegina sulla torta. È così che immagino l’ingenua intellettuale che ha “rimbambito”, usando l’espressione del protagonista, il killer sentimentale di cui Luis Sepúlveda racconta l’ultima settimana di lavoro in “Diario di un killer sentimentale” (1996). Una storia assai diversa dal suo più famoso: “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” (1996). Non si può dire che sia una lettura spiacevole, al contrario: scorre veloce con le sue immagini vivide e reali che fanno scappare il lettore da Madrid a Parigi, da Istanbul a Città del Messico. Così, tra una chiacchierata con la razza dei tassisti che sembrano avere tutti la stessa parlantina inopportuna e incontri con stupende ragazze ben pagate, la storia segue un andamento sostenuto che catapulta il protagonista verso l’inaspettata scoperta della verità. L’autore ci mostra un personaggio davvero strano: il nostro killer, di cui non sapremo mai il nome, parla con la sua immagine riflessa, riportando fisicamente la dicotomia tra sentimenti e “etica” professionale. In qualche modo il riflesso si fa portavoce del suo istinto di sicario: lo guiderà e lo rimprovererà di tutti quegli stupidi sbagli fatti d’impulso, delle sue debolezze, della sua quasi incapacità di attenersi a quei protocolli che fanno di un semplice assassino un killer professionista. Certo il tutto non inizia bene, ma in un certo qual modo era stato lui a cercarsela quando si è lasciato imbambolare da quella ragazzina che lui trasformerà nella sua personale “gran figa francese”.

Anche i Killer Hanno un Cuore… di Marmo!

Quella fanciulla che non aveva la più pallida idea di cosa l’aspettava e che credeva la sua vita stupenda e normalissima, senza domandare nulla, “accontentandosi” dei gioielli, dei vestiti firmati, dei ristoranti e dell’amore che le veniva offerto. Tutto questo procurato grazie al lavoro di cui lei non sapeva niente e che implicava la morte di altri uomini, per lo più sconosciuti. E anche il “contratto” che questa volta gli hanno offerto prevede il medesimo meccanismo, solo che in questo caso il pagamento è a sei zeri: si tratta di un giovane pezzo grosso, un intoccabile filantropo che vuole vendetta e che la otterrà mettendosi un bel po’ di persone contro. Compreso il capo del nostro protagonista che viene catapultato in questa rocambolesca pesca grossa, lasciando dietro di sé una scia di sbagli che gli farà rischiare la vita più del necessario. Alla fine riceverà la sua doppia paga? Sarà esonerato dalla classica fine dei killer che, come lui, commettono troppi errori; o il suo ultimo atto profondamente professionale gli permetterà di uscire dal giro sano e ricco da far paura? E, ammesso che per lui tutto fili tutto liscio, ne sarà davvero valsa la pena? Forse è il giusto finale per un assassino che commette l’errore di essere un sentimentale, la giusta punizione per un peccato d’umanità che deve essere ripagato con il suo opposto: un gesto efferato e crudele. Quella che ci mostra l’autore è una logica rovesciata per cui non viene punita la crudeltà, ma il sentimento umano, in un mondo dove vince il più forte ed il male è inestinguibile. Esattamente agli antipodi del messaggio che ci ha trasmesso con “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, libro fatto di speranza e amore: ora sta a voi scegliere la visione che preferite!


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :