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Anche i telegiornali, ieri, tra Italicum e sciopero dei p...

Da Pukos
Anche i telegiornali, ieri, tra Italicum e sciopero dei p...

Anche i telegiornali, ieri, tra Italicum e sciopero dei professori hanno trovato lo spazio per un servizio su quanto accaduto sui mercati finanziari, ed i media nazionali hanno focalizzando la loro attenzione sui cali dei listini azionari.

In effetti è la cosa più “popolare”, gli indici di Borsa sono più o meno noti a tutti, così i Tg hanno parlato del calo delle Borse mettendole in relazione alle nuove difficoltà sorte nell’erogazione dell’ultima tranche di aiuti alla Grecia.

E questo è naturalmente vero, ma non è stato detto che sui mercati ieri non si sono vendute solo le azioni, ma anche le obbligazioni ed in particolare i titoli di Stato e gli italiani dovrebbero preoccuparsi molto più per questo fatto che per il calo del Ftse Mib che, dopotutto, dall’inizio dell’anno aveva avuto un’impennata sconsiderata.

Personalmente ritengo che a Wall Street più della Grecia abbia fatto paura vedere il nostro spread perdere in questa giornata oltre 20 punti percentuali, il nocciolo della questione è sempre quello: riusciranno gli europei a convincere i mercati che “fuori la Grecia dalla moneta unica, per gli altri Stati della zona euro non cambia nulla, anzi le cose migliorano?”

Se riusciranno a convincere i mercati … bene … altrimenti potrebbe scatenarsi il finimondo ed, insomma, questi 20 punti percentuali non sembrano un buon viatico, al contrario il mercato può andare in cerca del Paese in cui aumenta maggiormente lo spread per capire qual è “la preda da cacciare”.

La possiamo girare come vogliamo, ma il problema è chiaramente insolubile, non si può tenere insieme qualcosa che insieme non ci sta, io lo ribadisco sempre e continuo a porre la domanda alla quale i fautori dell’euro non riescono a dare risposta:

Come è possibile che uno stato come la Germania, economicamente un colosso, che può vantare alcune fra le più importanti multinazionali del mondo in diversi campi, come ad esempio la Bayer in campo farmaceutico, Volkswagen, Mercedes, Bmw ed Audi in quello automobilistico, Thyssenkrupp in quello siderurgico, Allianz nell’assicurativo, Duetsche Bank in quello bancario, Deutsche Telekom nella comunicazioni ecc. ecc. ecc. perché l’elenco sarebbe infinito …

… come è possibile, dicevo, che abbia la stessa moneta di uno Stato come la Grecia che ha un po’ di pastorizia, ed una produzione artigianale di feta e yogurth?

Come è possibile?

E se mi si risponde che è possibile perché hanno la stessa moneta la California, il Massachusetts, New York e la Florida, ma anche l’Idaho e lo Utah … ebbene questa risposta dice tutto, perché questi Stati fanno parte di un unico Paese, federale, gli Stati Uniti d’America.

Ed allora che si dica chiaramente che l’obiettivo di chi ha voluto l’euro è quello di fare gli Stati Uniti d’Europa, i popoli europei li vogliono?

Ho i miei dubbi, ho tanti dubbi.

Perché quelli di Francoforte, così come quelli Rotterdham non penso saranno felici nel sapere che dovranno comunque sostenere non solo Atene, ma anche Vibo Valentia e Crotone e Malaga e Siviglia e …

… ed allora quello che abbiamo visto ieri sui mercati non può essere altro che l’inizio, l’inizio di una disgregazione.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro


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