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Anche il cinema se ne va. Polemiche e proposte

Creato il 16 settembre 2010 da Laperonza

Cinema.jpgE così, a quanto pare, perderemo anche il cinema. Diciamo che in via ufficiosa già si sapeva e ne abbiamo già parlato su L’Ape, ma ora la notizia sta prendendo ufficialità e la stampa odierna ne dà conferma. Credo sia l’ennesima dimostrazione di come questa nostra città diventi ogni giorno più incapace di vivere come una comunità, di usufruire e dare linfa ai propri spazi e ai propri beni, di diventare qualcosa di più della tanto vituperata “città fabbrica”.

   Ho sentito tanti amici e conoscenti affermare la loro preferenza per il cinema dei vari multisala perché “la qualità del suono” o “dell’immagine è migliore” o perché semplicemente andare al cinema a Montegranaro “è da sfigati”. Beh, ora quei pochi sfigati che andavano al cinema a Montegranaro a quanto pure dovranno andare altrove. E un’altra piccola grande ricchezza di questa sgangherata città sparisce.

   I nostri ragazzi, che almeno in inverno avevano un posto dove passare un pomeriggio anche minimamente costruttivo potranno ora passare la domenica al bar davanti a qualche macchinetta o a ipnotizzarsi con la playstation. Poveri sfigati.

   Sento parlare di proiezioni all’Officina delle Arti e mi domando: ma se non si riusciva a riempire La Perla, come possiamo pensare di riempirne due? O stiamo pensando di fare il cinema all’Officina e togliere un altro pezzetto di vita al centro storico? Non mi meraviglierebbe. Ma mi domando già da tempo e qui continuo a farlo: non era questa la città delle eccellenze? E ditemi voi adesso: quali sarebbero queste eccellenze?

   Ora una proposta, così non passo da polemico sterile: facciamo il cinema di seconda, terza e quarta visione. Facciamo pagare il biglietto di meno e portiamo le famiglie “sfigate o no” al cinema, a vedere film già passati nei grandi circuiti. Cerchiamo un target diverso da quello delle prime visioni, tanto quelli le prime visione le vanno a vedere al multisala. Facciamo dei cicli di film per ragazzi, Giffoni o cose simili. Facciamo un servizio alla città in cui il gestore guadagni il giusto, il cittadino abbia un luogo di cultura a portata di mano e il Comune non debba per forza guadagnarci. Pensiamoci prima di perdere un altro pezzo di città e diventare ancora di più città fabbrica o dormitorio.

 

 

 

Luca Craia


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