«La cannabis per l’Uruguay selezionata a Rovigo. Marijuana medica, l’Italia all’avanguardia nella ricerca Castaldo»: così titolava ieri il Corriere della Sera una breve inchiesta (con video-intervista) dove si legge fra l’altro:
La cannabis legale cresce anche in Italia, ma solo nell’area industriale di Rovigo. Al quarto piano di un palazzotto tra la statale e l’autostrada, il Consiglio per la Sperimentazione in Agricoltura ha allestito una piccola serra con dodici varietà diverse di marjuana. «È dal 1994 che qui portiamo avanti sperimentazioni sulla canapa sativa e sulle sue varie applicazioni», spiega Gianpaolo Grassi, ricercatore del Cra, struttura equiparabile al Cnr in agricoltura. Grassi, in particolare, da anni si dedica allo studio della canapa.
L’altro giorno invece La Stampa annunciava che il Consiglio comunale di Torino avevano approvato «due ordini del giorno a favore dell’uso della marijuana sia a fini terapeutici che ricreativi». Più in dettaglio:
…la città chiede alla Regione di seguire l’esempio di altre regioni, Toscana, Liguria e soprattutto Veneto, dove la Regione a trazione leghista (come il Piemonte) oltre ad aver autorizzato i farmaci cannabinoidi per la terapia del dolore ha approvato all’unanimità una legge per sperimentare la distribuzione gratuita negli ospedali e nelle farmacie di preparati a base di cannabis, ma anche la produzione diretta di marijuana. E chiede anche l’abolizione della legge Fini-Giovanardi e il via libera alla produzione e al consumo della cannabis a scopo ricreativo.
E anche i più distratti saranno incappati, nelle scorse settimane, in report di vario tipo sull’introduzione, il primo gennaio, della cannabis legale in Colorado (e presto anche nello Stato di Washington), Usa. Senza dimenticare i rilanci, a inizio dicembre, sull’approvazione parlamentare di analoghe norme in Uruguay, primo Paese al mondo a regolamentare formalmente produzione e vendita di marijuana. Dulcis in fundo, qua e là non mancano i riferimenti ai disastri della Giovanardi-Fini e più che timidi appoggi alla sua cancellazione — ormai urgente, se non imminente. Non a caso è prevista a Roma per sabato 8 febbraio una manifestazione popolare per la cancellazione di questa legge, con l’annesso appello online pronto per essere firmato, di fianco ad ampie ondate di attivismo sul web.
Dobbiamo prendere seriamente quest’inusitata attenzione delle testate mainstream nostrani? Mah, chissà. Di certo l’attualità mondiale le ha messe alle strette, come anche i politici storicamente arretrati, e ormai né gli uni né gli altri possono ignorare queste tendenze diffuse e concrete, e meno che mai il gran movimento che attraversa la penisola, non più in maniera underground bensì alle fiere e nei negozi, nelle case e nelle strade di metropoli e cittadine. Tutto ciò ovviamente in aggiunta a continuo sviluppo dell’ambito terapeutico, tra gli evidenti benefici per vari pazienti e l’interesse dei medici, pur a fronte di minime aperture legali.
Un quadro in cui va ricordato che già dal 1970 l’allora neonata Stampa Alternativa sfoggiava come logo un braccio con la bella foglia di marihuana e il primo opuscolo, allora ciclostilato in poche copie, è stato quel Manuale per la coltivazione della marihuana, stampato poi in decine di tirature per centinaia di migliaia di copie negli anni. Interventi seguiti da svariati volumi di contro-informazione, zeppi di documentazioni sui danni del proibizionismo, di pratiche per come evitarne gli abusi, di indagini sulla storia della pianta e quant’altro (usi culinari inclusi).
Ebbene, oggi è consolate vedere che, pur se con oltre 40 anni di ritardo, un po’ tutti corrono a recuperare il terreno perduto per informarsi (e informare) su come stanno davvero le cose. Era ora! Da parte nostra, proseguiamo il nostro umile impegno per cambiare il mondo, una persona alla volta e un libro (e un computer) alla volta. Ecco quindi che sta arrivare in libreria l’ultima produzione di Stampa Alternativa in tema di “droghe”: Cannabis Non Solo Fumo. Storia, cultura e usi di una pianta millenaria. Il punto sull’antiproibizionismo in Italia. E nell’attesa, sono attive le relative pagine su Facebook e su Google+.
Please partecipiamo, condividiamo e diamoci da fare: chissà che non sia la volta buona verso la legalizzazione anche in Italia….