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Anche in Svizzera è finita la festa del mercato immobiliare

Da Maurizio Picinali @blogagenzie

L’indice UBS Swiss Real Estate (“real estate” significa “immobiliare”) indica che in Svizzera si sta entrando nella zona definita come “rischio” in una scala che comprende cinque voci che vanno da “ristagno” fino a “bolla”. La zona “rischio” precede l’indicatore che indica come ci sia una “bolla”. A livello svizzero le zone toccate sono quella di Saanen-Obersimmental, Unteres Baselbiet e Limmattal.Anche in Svizzera è finita la festa del mercato immobiliare
Tra le cause di questa ascesa si possono considerare una forte crescita dell’indebitamente ipotecario e soprattutto una fuga negli immobili come alternativa agli investimenti.
E la tendenza sembra non volersi fermare. In Ticino, secondo l’indicatore UBS, non ci sono ancora situazioni critiche. Per saperne di più abbiamo chiesto a Gianluigi Piazzini, presidente della Camera Ticinese dell’Economia Fondiaria, che raggruppa i proprietari di stabili, di fare un’analisi della situazione nel nostro cantone.
“Il mercato del pregiato subirà un ridimensionamento della domanda – dice Piazzini - Siamo in un mercato particolare che ha qualche analogia con il mercato dell’arte. È un mercato chiuso. Gli acquirenti sono a pelo rizzato e temono di esporsi. Il mercato normale incomincia a dare i primi segnali di fine corsa. I tempi di vendita si stanno allungando ed talune operazioni stanno rivelandosi pesanti. Ciò non significa ancora crisi anche perché il costo denaro rimarrà ancora basso per alcuni anni. Però ci si incomincia a porsi qualche interrogativo? Spontaneo od indotto….”In Ticino non sembra però esserci ancora il rischio bolla paventato: “Il rilevamento UBS non dà zone surriscaldate il Ticino. Oggi a parte qualche perdita di slancio già palese abbiamo due rischi: la disastrosa e sottostimata, non dalla CATEF, iniziativa sulle seconde residenze. Le valli sono KO ed in parte le zone a lago. Il secondo è un rischio-opportunità e sarà la discesa del pensionato confederato grazie all’Alptransit. Il disponibile sullo stomaco lo risucchierà lui!”
Per Piazzini comunque la situazione è sotto controllo: “Il mercato è monitorato con diverse antenne e sebbene non siamo nella situazione degli anni novanta dove si conviveva con tassi che superavano l’8% ce l’abbiamo fatta. Ma dobbiamo sperare che il pistone-paese regga”.
Il presidente della CATEF mette in guardia contro allarmismi ingiustificati: “Segnali incauti sono pericolosi perché l’economia non è solo il calcolo degli interessi ma anche la somma dei comportamenti e della aspettative personali. A furia di azionare sirene si corre il rischio di correre troppo nei rifugi cannando poi il vero segnale”.
Da qualche tempo sembra che dalla vicina Italia alcuni cittadini abbiano deciso di stabilirsi in Ticino. Cosa ne pensa Piazzini di questa situazione? “L’impressione è che quanto prima la festa termini per mancanza di corrente ( il paese), ma un tonfo dei valori non è prospettabile come pure la pressione dello straniero “farcito” che metta in sballo il mercato”.
Il problema comunque è per le residenze secondarie. Per queste ci sarà “un’autentica mazzata con crollo dei valori per le regioni di montagna” avverte Piazzini.
E per finire: “In Ticino qualche nervosismo si intravvede nel prodotto sobrio per gli indigeni. Abbiamo quasi raggiunto la soglia. Fra l’altro metà paese preferisce restare inquilino che offre pure i suoi vantaggi”.tratto da ticininews.ch 5 maggio 2012


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