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Anche l’americano mo’ lo sa: a Napoli l’acqua è ‘na bontà

Creato il 28 novembre 2013 da Makinsud
Anche l’americano mo’ lo sa: a Napoli l’acqua è ‘na bontà

EspressoUn vespaio di polemiche che, probabilmente, non finirà presto perché qui c’è in ballo la credibilità e la reputazione di una città intera. “Bevi Napoli e poi muori”, scritto a caratteri cubitali su uno sfondo nero, è il titolo della copertina del settimanale “L’Espresso” che ha fatto letteralmente infuriare molti cittadini ed esponenti politici di spicco come il sindaco De Magistris, ma ha anche posto una questione essenziale: l’acqua di Napoli è veramente sicura?

L’inchiesta del settimanale riporta i risultati inediti dello studio realizzato dal comando Us Navy di Napoli (costato circa 30 milioni di dollari) per esaminare i rischi che i militari americani in missione in Campania si potrebbero trovare ad affrontare. I dati che più impressionano sono quelli relativi all’acqua in cui, secondo queste analisi, si troverebbero traccie di solventi industriali e di uranio, ma i pericoli sono “nascosti” anche nell’aria, dove gli scienziati hanno riscontrato la presenza di un’insetticida, il cui uso è stato bandito dall’Unione europea da vent’anni e che sarebbe causa di cancro e tumori.

La prima reazione è stata quella del consigliere regionale, Corrado Gabriele, che ha chiesto l’immediato intervento della magistratura: “Le copie dell’Espresso devono essere subito ritirate dalle edicole: si tratta di procurato allarme”.
Molti edicolanti, in realtà, hanno seguito l’appello e centinaia di copie del settimanale sono state rispedite al mittente: “Non vogliamo alcuna pubblicità - hanno commentato - abbiamo solamente seguito ciò che ci diceva la coscienza“.
Durissimo anche il commento del primo cittadino partenopeo: “Una copertina dal titolo diffamatorio che deturpa l’immagine della città. Èpeggio di un proiettile. Chiederemo un miliardo di euro di risarcimento”.

Ma la direzione del giornale d’inchiesta non è tornata sui suoi passi e,anzi, con una nota pubblicata sul sito ufficiale, ha rilanciato l’importanza della ricerca americana che “da mesi è stata trasmessa alle autorità italiane, ma non è mai stata resa pubblica. Pensiamo che far finta di niente, prendersela con chi fa informazione invece che con chi dovrebbe impedire il traffico di rifiuti tossici gestito dalla criminalità organizzata può solo peggiorare la vita di chi vive in quelle zone e da anni sopporta le terribili conseguenze dell’inquinamento“.

Ma non è finita qui. Nel nuovo numero de “L’Espresso” è contenuta una lettera aperta di Roberto Saviano che chiede al sindaco di “collaborare con la stampa per garantire che l’acqua bevuta dai napoletani sia pura e non avvelenata”.
La risposta di De Magistris è arrivata grazie al confronto televisivo, avvenuto a SkyTg24, col direttore del settimanale, Bruno Manfellotto: “A Saviano dò dei dati ufficiali: l’Abc, l’azienda partenopea dell’acqua pubblica, effettua più di 100mila controlli l’anno e i risultati vengono incrociati con le analisi delle Asl. La legge dice che si devono controllare 51 elementi, noi ne controlliamo 132, più del doppio, e lo facciamo ogni tre mesi. L’acqua di Napoli è potabile per le leggi italiane, europee e americane. Non ho assolutamente intenzione” ha continuato il sindaco “di querelare l’Us Navy: le loro analisi sono state effettuate con parametri militari e hanno riguardato pochissime abitazioni. Chiedo, quindi, al direttore Manfellotto di dedicare una nuova copertina all’acqua (buona) di Napoli”.

Gli americani, in tutta questa vicenda, sono stati i protagonisti indiretti, ma hanno voluto mettere le cose in chiaro con il Comune. Proprio ieri, infatti, c’è stato l’incontro fra il primo cittadino e Scott Gray,comandante dell’Us Navy di Gricignano d’Aversa, in cui si è registrato il “totale accordo in merito alla certezza della potabilità dell’acqua di Napoli, a difesa della quale l’amministrazione comunale si è subito schierata”.
Frasi che speriamo mettano fine a una vicenda incresciosa che ha messo nuovamente in cattiva luce la città di Napoli.


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