Anche per i più piccoli, lo sci inizia d’estate

Creato il 10 dicembre 2013 da Sportduepuntozero

E’ tempo di montagna e di ritorno agli sport sulla neve. L’inverno arriva sempre troppo tardi per gli amanti dello sci, che in Italia sono quasi 4 milioni, di cui soltanto 15 mila agonisti (dati A.M.S.I., Associazione Maestri di sci italiani).

Un esercito di impazienti, che, al primo fiocco di neve, corre in montagna con tutta la famiglia, per sfruttare il più possibile la stagione, con la sola preoccupazione che il tempo “regga”. Ci si dimentica, molto spesso, che a dover “reggere” è soprattutto il fisico. Questa regola vale per tutti, anche per i più piccoli.
La presciistica o ginnastica presciistica, intesa come preparazione atletica allo sci, non è un vezzo per gli atleti, ma deve essere svolta anche da coloro che praticano questo sport a livello ludico o amatoriale, bambini compresi.

Gianni Porchet, Direttore della Scuola Nazionale Sci e Snowboard Sestriere, nata più di 80 anni fa, ha confermato : “Ci auguriamo che chi si avvicina allo sci, di qualunque età sia, lo faccia attraverso la presciistica. Soltanto così, seppur involontariamente, si arriva più preparati e coordinati a recepire le prime nozioni. Lo Sci Club organizza per esempio attività motorie complementari rivolte agli allievi, che per l’80% sono bambini o adolescenti, come mountain bike, escursioni a piedi, fino alla preparazione atletica per agonisti e pre-agonisti.”

“Lo sci è uno sport tecnico e prevalentemente anaerobico, – ci ha spiegato Roberto Saracco, allenatore e responsabile dell’Equipe Limone, Sci Club piemontese che, in pochi anni, è entrato nella top ten su un totale di oltre mille Sci Club iscritti a livello nazionale – pertanto può essere praticato anche da soggetti fisicamente impreparati, ma con una tecnica discreta o buona. E’ lo sport che i dottori consigliano dai tre anni in su, ma è sempre meglio affiancare una preparazione, anche generale, purchè protettiva e propriocettiva. E’ il miglior modo per evitare gli infortuni tipici dell’attività sciistica (tibia, crociato anteriore, spalle) o, più banalmente, una stanchezza eccessiva, mai adatta a un bambino, nonostante la scarsa percezione della fatica tipica dell’età.”

Lo sciatore è prima di tutto uno sportivo e lo è per la maggior parte dell’anno, non solo per qualche mese. Quando si parla di attività presciistica, soprattutto per i bambini, ha proseguito Roberto Saracco “non serve una preparazione particolare, diventa necessaria solo in caso di bambini sovrappeso o sottopeso. In generale, dai 7 ai 10 anni è sconsigliata un’attività troppo specialistica. Basta muoversi e, soprattutto, divertirsi! Se manca la componente ludica si rischia il cd. “drop out”, l’abbandono precoce, fenomeno aumentato notevolmente negli ultimi 10 anni per un eccessivo spirito agonistico.”
Quali, quindi, gli sport ideali da far praticare i nostri figli?
“Tra le attività più affini allo sci, ci sono tutti gli sport di scivolamento. Rollerblade, monociclo, skateboard e pattinaggio, perfetti per i parchi in estate. Per chi ha la possibilità di andare al mare o al lago le alternative sono il surf, windsurf o sci nautico.”

Non va dimenticato che all’attività presciistica va sempre associata un’alimentazione sana, come confermato da Antonio Paoli, docente presso il Dipartimento di Anatomia e Fisiologia Umana dell’Università degli Studi di Padova : “Se lo sci viene praticato con un’adeguata preparazione, accompagnato da un regime alimentare corretto e con una certa costanza può anche diventare un buon supporto nel controllo del peso corporeo. Una giornata di sci comporta una spesa calorica totale importante. Lo sci da discesa, in particolare, provoca un dispendio energetico elevato, in media 350/400 Kcal/ora. L’aumento del metabolismo che ne deriva comporta anche un aumento del senso di fame, da non assecondare eccessivamente”. Occorre pertanto che i nostri figli abbiano l’energia sufficiente per sopportare lo sforzo e le condizioni ambientali sfavorevoli. Basta gestire bene la prima colazione, con alimenti nutrienti, ma non troppo pesanti.

di Tatiana Zarik


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