Lo aspettavo con ansia e finalmente è arrivato, sì, è proprio lui, il santino di Mino Jotta! Plastificato, a colori, costosissimo, in due versioni, da taschino e da tascone, con sorriso da Monna Lisa in prima pagina, dove rifulge il maglione azzurro con camicia più chiara, e sul retro spicca il gessato blu delle grandi occasioni. La sorpresa è che pur provenendo dalla Dc non chiede non il voto cattolico. Sarà diventato abortista? Pro nozze gay? Si fa fatica a crederlo ma c’è qualcosa che stona. Questo santino superlaico crea più dubbi che aspettative, al di là del sorriso leonardesco.
Il santino poggia su un’assicurazione automobilistica. Visto che Jotta è stato anche vicepresidente Aci penso che non stoni
Innanzitutto ci si domanda come abbia fatto a vivere l’ingegner Jotta. Insegnante, presidente dell’Aler, coordinatore per anni di Forza Italia e poi del Pdl per anni, ora non più, contitolare di uno studio di ingegneria e padre di famiglia. Come ha fatto ha conciliare tutti questi impegni? Proclamo stupefazione. Anche perché scrive letteralmente nella pagina 3 del santino: “Il momento è difficile ma possiamo farcela. Il futuro delle nostre famiglie, dei nostri figli, della società in cui viviamo è nelle nostre mani”.
Francamente non vorrei che il futuro della società, e anche della mia famiglia e di mio figlio sia nelle mani degli indagati per associazione a delinquere o per corruzione o per tutte le ipotesi d’accusa che hanno colpito la giunta e i consiglieri e i vicepresidenti del consiglio regionale. Anche perché, al di là dei disastri della giunta Formigoni – uno per tutti è che in Lombardia ci sono grandi ricchezze ma anche troppa povertà, tanto che non pochi poveri non accedono alle cure specialistiche, dentistiche, non hanno soldi per pagare i ticket – Mino Jotta non spiega da anni come fa a conciliare tutti i suoi incarichi e non si differenzia minimamente da princìpi evidentemente discutibili come quelli della giunta Formigoni. Penalizzare le case di riposo per accreditare un’infinità di strutture private non pare una grande idea. Bisogna inventarsi qualcosa che non sia la vendita degli istituti per anziani. Ma questo è solo uno dei problemi.
Jotta ci informa anche che esiste una temibile sinistra sinistra di Vendola, nelle cui “mani” non possiamo metterci (perché?). Poi c’è anche la Cgil a spaventare Jotta. Vendola e Cgil propongono uno “statalismo fatto di tasse e burocrazia”, ecco il peccato
originale di questi terribili personaggi. Dunque c’è uno Stato! C’è ancora! E ci sono ancora le tasse, ma non tutti le pagano! Non capisco l’odio per la burocrazia. E’ diventato anarchico Jotta? Egli stesso ha tante scrivanie e ne vuole una in più in Regione. Presiede un ente con ben sette consiglieri d’amministrazioni, che una norma formigoniana ridurrà appena a cinque.
Ora concorre per un seggio in consiglio regionale, intendendo proseguire nel solco, dico nel Solco del Governatore Formigoni, che purtroppo è indagato per associazione a delinquere dopo una serie di scandali e inchieste da togliere il fiato. Giacomo Jotta detto Mino però va avanti lo stesso sulla linea di Formigoni. Merito, sussiderietà ecc. Insomma altri Trota e Minetti e tanta Compagnia delle Opere. Mah.
C’è anche il rimando al sito www.minojotta.it, tutto personalizzato, anche quello, in una campagna elettorale fatta di facce che sorridono. Forse di noi sotto la scritta “Berlusconi presidente” scritta sul simbolo del Pdl.
Il sistema economico ipercapitalista in cui viviamo ha bisogno di leggi e forze dell’ordine e magistrati per tutelare la proprietà privata, spesso sporcata nel mondo indicato dalla Corte dei Conti, quando fa il bilancio annuale delle truffe, della corruzione e dei reati a danno dell’erario. A difendere il sistema ci pensa ovviamente un ceto politico apposito, che può essere più o meno presentabile, dal Trota a Mario Monti: è nella logica delle cose.