Magazine Musica
Dopo questa splendida serata che si è tenuta al Traffic il 27 novembre, ho avuto l’ennesima riprova di quanto il nostro panorama musicale metal sia di ottimo livello e non abbia nulla da invidiare alle scene estere; le nuove leve emergenti sono molto promettenti, così come altre realtà storiche non sono da meno delle più blasonate straniere.
Metallari SVEGLIATEVI, iniziate la RIVOLUZIONE MUSICALE prima di tutto cominciando a partecipare numerosi ai concerti organizzati nella capitale supportando le band e la scena!Tornando a noi, i partecipanti non sono numerosi, purtroppo, ma hanno dimostrato il loro coinvolgimento e calore come se fossero un esercito di trecento unità, cantando e supportando le band che si son esibite, regalandoci ottime performance ed interagendo volentieri con i presenti anche a fine spettacolo.I primi ad aprire le danze sono i toscani Norhod, emergenti, sotto Wormholedeath – Dreamcell 11 / Aural Music, un’etichetta tutta italiana che seguo con interesse e attenzione, nel cui roaster troviamo band di un certo calibro, dagli italianissimi Void Of Silence, agli inglesi Fen, ai rumeni Naguera Bunget. La band, che ha debuttato lo scorso anno col disco “The Blazing Lily”, propone un ottimo symphonic metal, che spicca per originalità e stile compositivo, senza risultare mai banale e stucchevole. Il timbro lirico di Clara Ceccareli ben si fonde con l’ottimo cantato in growl di Giacomo “jev” Casa, come ogni tradizione symphonic che si rispetti. Molto piacevoli, interessanti e ben elaborate le parti più folk/medioeval. Ho particolarmente apprezzato alcune parti di tastiera, ottimamente suonate e arrangiate da Michele Tolomei, che mi hanno riportato alla mente band scandinave black metal.
Notevole anche la sezione ritmica con Matteo Giusti al basso e Francesco Aytano alle pelli, ma non sono da meno le due asce, Giacomo Vannucci e Andrea “Bistru” Stefani. Tra i brani proposti troviamo “Mirrors’ Lady”, “Fading With The Dark“ e “Lily’s Ashes (A Moon Tale Part III)”, che resta impressa per il bellissimo intro piano/chitarra.
Purtroppo il combo è stato penalizzato da alcuni problemi tecnici che hanno accompagnato un po’ tutte le band che si son susseguite.
Spero vivamente di rivederli live nella capitale, perché hanno affascinato non solo il sottoscritto, ma anche i presenti che non li conoscevano! Unico mio rammarico è di non aver comprato il loro disco, cosa che farò subito andando sul sito della loro etichetta appena finito il report.Dopo un rapido cambio palco è ora il turno degli Ivory Moon, romani attivi dal 2000, forti di un power metal con passaggi più symphonic che per molti versi mi ha ricordato i Beholder del buon Leonardo Patrignani. La band, che ha tre dischi alle spalle, incentra la setlist soprattutto sull’ultimo: “Dark Time”, dal quale ci propongono la bellissima “Endless”, (una delle mie preferite), ”Merchant of Venice” e “Apocalypse”, quest’ultimo singolo del quale trovate anche un videoclip. I brani sono bene strutturati e arrangiati, la nuova singer Loretta Venditti, tecnicamente molto preparata, sembra esser nella band da sempre, si sente una certa sintonia tra lei e Claudio Perince, anche lui nuovo acquisto del gruppo.
I venti minuti a loro disposizione sono letteralmente volati e, a fine concerto, il cantante mi ferma dicendomi che vedere gente come me che scapoccia e canta a squarciagola gli dà una grossa carica ed energia, son soddisfazioni personali! Questa come la band precedente mi fa riporre grandi speranze nel metal italiano!E’ ora la volta degi Embrace of Disharmony, anche loro romani, attivi da diversi anni. Il primo full lenght “Humananke” ha da poco visto la luce (Rome by wild era presente al release party e vi ricorda la serata attraverso il suo fotoreport) e vanta guest del calibro di Mike Lepond (Symphony X), Rafael Bittencourt (Angra), Kobi Farhi (Orphaned Land) e Gabriele Caselli (Eldritch).Lo show è infatti incentrato sull’ultima fatica, da cui sono estratte “Shards Of Apocalypse”, “Identity”, “The Edge Of Nowhere” e “The Eternal Champion”.
La loro proposta musicale è molto particolare ed è difficile apprezzarla a pieno ad un primo ascolto, si tratta di un un prog metal contaminato da parti black e death molto avantgarde con voce femminile.Un aspetto che subito mi è saltato all’orecchio è il banco di suoni usati per gli arrangiamenti di tastiere e synth, che ricorda molto quello che usano i Dismal, band che io adoro.
I brani proposti vengono accolti positivamente dal pubblico presente, un po’ meno dal sottoscritto che apprezza alcune scelte stilistiche e compositive, nonché alcuni passaggi e cambi di tempo che mi ricordano molto il buon Virgil Donati, ma meno alcuni passaggi da parti prog a parti death, che sembrano un po’ forzati e che forse, arrangiati diversamente, sarebbero risultati meno ostici all’ascolto.Emiliano Cantiamo, batterista anche dei Noumeno e degli Shores Of Null, dà prova di grande abilità e tecnica. Non è da meno il cantante/chitarrista Matteo Salvarezza che padroneggia bene lo strumento, alternando parti più melodiche ad altre molto più tecniche.
Buonissima anche la prova della cantante Gloria Zanotti che è nettamente migliorata dal’ EP “Whispers From the Edge of Nowhere” ad ora. Nota di merito anche al bassista Leonardo Barcaroli.Con gli attesi Ancient Bards, al loro debutto romano, per la gioia di chi come me non vedeva l’ora di apprezzarli dal vivo, il livello musicale raggiunge il suo apice! La band, capitanata dalla splendida quanto talentuosa Sara Squadrani (che ha collaborato nient’altro che con Arjen Lucassen), ci propone un potentissimo power metal con sfumature epico-sinfoniche.Dopo una suggestiva intro, aprono le danze portandoci di colpo in una dimensione fantasy con “A Great Purpose” brano con bmp elevati e meravigliosi intermezzi basso-chitarre-batteria e cori trascinanti. Si inizia questo lungo viaggio con “Flaming Heart” estratto, come il precedente, dal loro ultimo lavoro “A New Dawn Ending” uscito nel 2014. Tutto funziona a meraviglia, l’angelica voce di Sara si intreccia alla perfezione con i riff tipicamente power delle due chitarre; meravigliosi gli assoli di Claudio Pietronik. Si prosegue con la potente e aggressiva “Only The Brave” fino a “In My Arms” singolo del nuovo album da cui è stato tratto anche un videoclip, una bellissima ballad power metal, senza tralasciare “In The End” e“The Last Resort” per chiudere in bellezza con “Through My Veins”.
Sara riesce a stregare l’ascoltatore con la sua voce potente e incisiva, ma al contempo melodica e dolce.Da sottolineare la performance del bassista Martino Garattoni, un vero animale da palcoscenico, oltre che un superbo bassista, ottima anche la prestazione del tastierista Daniele Mazza e del batterista Federico Gatti. Questa band è assolutamente da non perdere live, i brani già di per sé accattivanti e coinvolgenti dal vivo rendono molto di più!Infine, come è doveroso in queste occasioni, noi di Rome by Wild, come credo anche i partecipanti, ringraziamo tutti gli organizzatori della serata per aver portato tanta musica con la M maiuscola, nonché tutte le band che ci hanno regalato la loro ARTE facendoci sognare… HEAVY METAL IS THE LAW e quello italiano è il migliore \m/
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