Magazine Pari Opportunità

Ancora (e sempre?) 74

Da Femminileplurale

Un anno e mezzo fa avevamo dato notizia del Global Gender Gap Report 2010. Si tratta di un rapporto stilato ogni anno dal World Economic Forum che valuta la condizione delle donne in 135 paesi del mondo e si basa su quattro parametri principali:

  • partecipazione e opportunità economiche
  • livello di istruzione
  • salute/sopravvivenza
  • partecipazione politica

Allora, l’Italia si era collocata alla 74a posizione: non esattamente un risultato di cui andare fieri. Nel frattempo, il WEF ha pubblicato il Global Gender Gap Report 2011: ebbene, quali progressi abbiamo fatto? Nessuno. L’Italia non si è spostata di un centimetro.

Ancora (e sempre?) 74

Nello specifico, per quanto riguarda i singoli parametri, l’Italia è:

  • al 90° posto per quanto riguarda la partecipazione e le opportunità economiche delle donne rispetto agli uomini;
  • al 48° posto per quanto riguarda il livello di istruzione;
  • al 70° posto per quanto riguarda la salute e la sopravvivenza;
  • al 55° posto per quanto riguarda la partecipazione politica.

Evidentemente, il nostro paese è in una situazione disastrosa. Tanto per fare un confronto con un paese “simile” al nostro, la Spagna si è posizionata, nel ranking generale, al 12° posto. Ma vi invito a vedere l’elenco dei paesi che ci precedono: è un paragone istruttivo per noi, abituati a guardare ai paesi del Sud del mondo con l’arroganza dei bianchi occidentali che si sentono sempre più avanzati degli altri. Per quanto riguarda la condizione sociale, economica e politica delle donne non possiamo di certo definirci un paese avanzato e anzi, sembra che abbiamo molto da imparare dagli altri.

A chi sostiene ancora, a fronte di tutti questi dati – e di molti altri disponibili (si veda ad esempio l’ultimo post che abbiamo pubblicato) – che il tempo delle lotte delle donne sia finito, e che chi ancora ci crede non sia nulla di più che un gruppo di isteriche femministe fuori dal tempo, si può solo consigliare di smettere di chiudere gli occhi di fronte all’evidenza. L’Italia non è un paese favorevole alle donne da alcun punto di vista, e si regge sul loro lavoro di cura (naturalmente gratuito) più che sulla loro partecipazione attiva alla vita del paese e alle decisioni che riguardano la collettività. E’ ora che tutte le donne se ne rendano conto, e che gli uomini accettino che è giunto il tempo di rimettere in discussione la nostra società a partire dalle sue stesse fondamenta.


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