I tre milioni non sono altro che il 20 per cento del capitale sociale della «Nuova iniziativa editoriale». Cioè la quota acquistata, alla fine di giugno del 2009, dalla «Gunther Reform Holding» di Pisa, Maurizio Mian, appunto, che però un anno più tardi straccerà il contratto. Gli avvocati di Soru hanno già impugnato il lodo e, a marzo, saranno i giudici milanesi della Corte d’Appello a dirimere la diatriba.
Serve un passo indietro fino al 2009 per capire meglio la vicenda. È il 26 giugno, quando le agenzie rilanciano la notizia che la società editrice dell’Unità ha un nuova compagine sociale. Il titolo è questo: «Cambio di poltrone all’insegna della rivoluzione». Cos’è accaduto? Che Renato Soru, socio di maggioranza della «Nie», ha il 90 per cento delle azioni, ha trovato finalmente quel partner finanziario indispensabile per rilanciare il quotidiano fondato da Antonio Gramsci, in forte crisi a un anno dall’arrivo del tycoon di Tiscali, all’epoca anche presidente della Regione. I due imprenditori sembrano avere una linea d’azione comune, tant’è che a dicembre l’assemblea della «Nie» nomina all’unanimità un nuovo presidente e amministratore delegato. È Fabrizio Meli, che trasloca da Tiscali all’Unità, dove prende il posto del dimissionario Antoni o Saracino. Nella stessa riunione, vengono nominati anche i consiglieri: Maurizio Mian e il commercialista Edoardo Bene.
Quando è ormai prossima la presentazione del piano editoriale 2010, atteso dai giornalisti, invece l’accordo Soru-Mian salta, nonostante il secondo abbia già versato buona parte di quei tre milioni. I motivi dello strappo sono diversi, in molti parlano di «incompatibilità caratteriale», altri accennano a incomprensioni nella «futura conduzione della società». Sta di fatto che nel settembre 2010, sono ancora le agenzie a scrivere: «Il matrimonio d’interessi Soru-Gunther è finito dopo appena un anno. È guerra». A dichiararla è Maurizio Mian, che non solo esce dal Cda, ma in base alle clausole del contratto si appella a un collegio arbitrale per aver indietro da Soru (non dalla «Nie») quanto ha versato. La strada della transazione è accolta dalla controparte, che comunque rioffre a Mian un posto nel Cda ma allo stesso tempo contesta la «pretesa diretta e personale nei confronti del socio di maggioranza».
Tre mesi fa, gli arbitri hanno dato ragione a Mian, che in questi giorni sarebbe pronto a «qualunque azione legale» per riavere indietro i soldi. Come detto, i legali dell’ex governatore hanno impugnato il lodo, ma la sfida fra i due potrebbe essere determinante anche per il futuro dell’Unità. In settimana, a Roma, è prevista l’assemblea straordinaria della «Nie» e c’è chi dice: Mian potrebbe presentarsi con un’offerta (30 milioni) per l’intero pacchetto azionario. Soru accetterà?(fonte La Nuova Sardegna)