10 OTTOBRE – Molti si interrogano sulla ragione per la quale le borse, e in particolare Piazza Affari, abbiano subito in questi ultimi giorni un calo così rapido e impressionante. Ci sono moltissime interpretazioni che, tuttavia, non sono in grado di spiegare per quale ragione i mercati siano così sfiduciosi nei nostri confronti. Ci sono due fatti particolarmente significativi, che fanno capire come ancora una volta la chiave di volta del problema sia la fiducia dei mercati esteri. Il Presidente del Consiglio Mario Monti si è recato negli USA al fine di convincere i mercati, un’operazione, questa, già compiuta tempo fa e che sta diventando sempre più frequente nella politica italiana. L’accademico spera di poter convincere i mercati esteri della solidità dell’Italia che, come più volte ha ricordato, è lontana da situazioni ben più gravi, quali quelle della Grecia o della Spagna, avendo fondamenta più forti, così come un’economia dello Stato più rigorosa, volta verso questo ormai necessario pareggio di bilancio.
Tuttavia, sebbene gli impegni dei nostri governanti, e soprattutto dell’attuale governo, siano stati numerosi in questo senso, non mancano le critiche della Germania, che sempre più sta diventando una voce antagonista a quella Italiana, sebbene il rigore dei rapporti diplomatici imponga che un simile sentimento, per quanto effettivo, non venga manifestato (va tuttavia ricordato che nel Parlamento Italiano non sono mancate, più volte, critiche aspre da parte dei vari partiti alla posizione della Cancelliera Merkel). Il Presidente Tedesco ha infatti più volte ribadito la sua insoddisfazione nei confronti del mercato europeo e delle disposizioni prese dall’UE, sebbene, è giusto ricordarlo, gli Italiani abbiano “fatto i compiti” che l’UE, e la stessa Merkel, avevano imposto al nostro Paese. È parimenti interessante notare che lo stesso presidente della BCE ha talvolta preso posizione nei confronti della posizione tedesca, che avrebbe voluto avere maggiore dominio sull’UE. È necessario quindi chiedersi per quale ragione la Germania mantenga simili posizioni, anche quando l’UE ha manifestato la più aperta accondiscendenza nei confronti delle posizioni del Cancelliere Tedesco. Rispetto a queste posizioni indirettamente accusatorie della Germania, il Presidente Monti ha ribadito, persino all’ONU, che “non è l’Italia a infiammare la crisi, perché questo è il periodo di peggiore crisi dell’intera Unione Europea”.
Restano comunque misteriosi gli ultimi andamenti della Borsa, in particolare dei listini Italiani, con gli istituti di credito che sono crollati a picco, e che soltanto oggi sembrano aver cominciato una timida risalita. Quando, invece, fino poco più di una settimana fa, la Consob aveva bloccato le cosiddette “vendite allo scoperto”, i titoli erano saliti. C’è un collegamento? Potrebbe essere visto che questo metodo di speculazione, criticato da molti e riservato solamente a chi rientra in determinati parametri finanziari, potrebbe essere all’origine dei ribassi e degli eccessi di ribasso, che vi sono stati negli ultimi tempi. È tuttavia soltanto uno dei metodi con cui i broker sono in grado di speculare, con il risultato di bruciare, come si è visto ieri a Piazza Affari, 130 miliardi di euro in una giornata. Oltre che essere un privilegio di pochi, è anche un atto decisamente cancerogeno per i mercati, che sono quindi comandati da individui, sconosciuti all’opinione pubblica, che agiscono senza che sia possibile porre dei limiti. L’insofferenza verso simili atti sta portando molti, in particolare gli economisti di una certa correte, ovviamente, a considerare l’idea che il prossimo governo, o quello attuale, debba porre dei limiti alla speculazione, anche se su questo si può dubitare fortemente. Così si giungerebbe ad una maggiore regolamentazione e controllo dei mercati, che stanno letteralmente creando una dittatura su tutti gli stati europei, e si potrebbe dire mondiali, e le loro politiche interne. In questo senso, basta ricordare che la manovra economica è stata approvata perché ogni qual volta gli stati -soprattutto l’Italia- frenavano verso i sacrifici da imporre ai cittadini, i mercati, come se mossi da una mano nascosta, crollavano a picco, non lasciando possibilità di agire altrimenti ai governanti. Su questo tema sono stati proposti infiniti spunti e ipotesi di complotto, e internet ha certamente favorito simili interpretazioni, talvolta assurde, talvolta, forse, più logiche, sebbene nella sostanza inconsistenti. Resta tuttavia il fatto che i mercati sono oggi la politica.
Questo tema si collega a doppio filo con ciò che l’Europa rappresenta e ciò che dovrebbe essere, nonché con ciò che sarà in futuro, se esisterà ancora. Sorge quindi spontaneo chiedersi se l’Unione Europea è una macchina economica in cui il Paese più debole viene comandato dal più forte, e ci si alterna in questo gioco, oppure se è un modello di solidarietà economica vòlto ad una maggiore solidità, sebbene con regole di spartizione interna della ricchezza. Se così fosse, esso continuerà ad esistere oppure questi cambiamenti e tensioni sono la base per uno scioglimento e per un ritorno agli Stati sovrani senza alcun tipo di rapporto che non sia strettamente diplomatico? A domande del genere risponderanno i politologi, ma resta un fatto che l’atteggiamento, manifesto, della Germania sembra essere indice di un desiderio di comando e di imposizione, piuttosto che di effettiva apertura verso il mondo europeo. Sorge allora un’altra domanda, a cui probabilmente sarà impossibile dare una risposta: quanto sono influenzati i mercati dalle politiche nazionali, e quanto invece le influenzano? E ancora, quali sono le dinamiche che collegano la politica europea con l’andamento dei listini? Quanti i punti oscuri in questa direzione? Molte domande, poche certezze.
Enrico Cipriani